Ieri sera, contravvenendo alle
mie sane abitudini anti-televisive, mi butto un quarto d'ora davanti alla
scatola maledetta e ti becco la "Domenica sportiva", che non vedevo
da anni e anni. Tra gli ospiti fissi in studio, scopro esserci la mummia di
Giovanni Trapattoni, o qualcosa che la ricorda. Povero grande Giuan, gli anni
passano eccome!
Ospite d’onore della serata è
Siniša Mihajlović, allenatore del Milan, e già questo basta a rendermi complicata
la digestione della pizza.
Le ultime tre domande al
trainer sono da antologia. “Chi tirava meglio le punizioni? Tu o Pirlo?”, gli
chiede il bislungo conduttore maschile. Siniša non ha dubbi, dicendo che lui di
goal ne ha fatti molti di più del barbuto italiano. Mentre risponde, Mamma Rai
manda a rullo immagini di Italia-Croazia agli ultimi Mondiali. Alla vista della
maglia a scacchi croata, Mihajlović accusa improvvisi conati di vomito, ma
signorilmente si trattiene, salvo sfiorare estremi onanistici quando la
punizione calciata da Pirlo s’infila in rete, con qualche complicità del
portiere avversario.
Le ultime due domande sono da
antologia del brivido.
Scopriamo così, mentre una
foto del luogo di cui si parla campeggia alle spalle dei due conduttori, che
Siniša è stato a Međugorje e ha tanto pianto – ma in disparte – assistendo
all'interpretazione della pseudo-santona Mirjana in collegamento satellitare
con Maria, di professione Madonna. Stacco sulla mummia di Trapattoni – o quel
che era – che sorridente e, rubizzo, afferma qualcosa tipo: "Ecco un bel posto
dove ogni tanto bisognerebbe ricordarsi di andare”. Povero Giuan! La regia ha
pietà di lui. Ma Giuan, non hai sentito cosa ha detto papa Francesco, tu che
sei così attento alle cose di chiesa, oltre che al tipo di sale da spargere
dietro le porte avversarie e all’ampolletta di acqua santa in tasca? Comunque,
Mirjana la bionda e il suo gruppo di agguerriti manager ringraziano per lo spot
serale. La Madonne, come tutte le vittime che si rispettino, non ha invece
diritto di parola e resta prigioniera di questo incubo da capitalismo
post-atomico.
L'ultima domanda – con foto –
ritrae Berlusconi in atteggiamento clownesco (ma va?) e il buon Siniša si
lascia andare alla dichiarazione del secolo, definendo l'uomo del Biscione
"uno dei più grandi politici europei degli ultimi 15-20 anni". Sì,
boom! Ah Siniša, manco in un film di Mel Brooks! Ma ok, marchetta fatta e
panchina a posto fino a Pasqua.
A quel punto, m'aspettavo la
domandona finale, con foto acclusa: "Mihajlović, ci dica qualcosa su
Arkan... santo subito, l'onusto patriota della serba serbità?". Ma evidentemente,
anche il servizio pubblico ha i suoi limiti e ha ben pensato che la decenza era
stata abbondantemente superata. Magari la prossima volta, magari in
collegamento con Milorad Dodik e Aleksandar Vučić, un altro da santo subito, visto che il miracolo
di sentirsi definire “uomo politico” l’ha già compiuto con successo.
Una volta ci si lamentava
perché gli sportivi non andavano oltre le solite frasi di rito: “Partita era
importante tanto tanto”; “Io adesso è numero uno”; “rigore è se arbitro dà”; “ciao
mamma sto bene” e squisitezze di tal fatta. Vai a vedere che forse era
veramente meglio quando si stava peggio…?