La
scelta di Mosca è motivata da almeno due ragioni: la Russia sostiene
apertamente la secessione della Repubblica serba di Bosnia (Rs), l’Entità
bosniaca fondata sul genocidio di Srebrenica, sulla pulizia etnica e sullo
stupro etnico; da mesi è in corso un duro e pericoloso braccio di ferro tra
Russia e Nato sull’indipendenza e sull’integrità territoriale dell’Ucraina, con
il rischio reale di una guerra che potrebbe esplodere in qualsiasi momento,
visti i continui atti di provocazione messi in atto dai russi in questo remake della guerra fredda.
A
questo proposito, due giorni fa a Sarajevo si sono incontrati l’assistente del
ministro degli Esteri della Bosnia Erzegovina, Ana Trisić-Babić, e l’ambasciatore
russo a Sarajevo, Petar Ivancov. L’incontro è stato definito costruttivo ma
Ivancov ha espresso il parere negativo della Russia su un ingresso della Bosnia
nella Nato mentre ha dato luce verde all’ipotesi di entrata bosniaca nella Ue.