La
presentazione di Teramo è stata resa interessante da un ulteriore motivo, oltre
ai soliti, mai scontati e sempre piacevoli. Dopo tanto tempo, infatti, mi è
capitato di tornare “in contatto” con l’estrema destra italiana. Due figuri
hanno picchettato l’intera presentazione di Teramo, facendo confusamente avanti
e dietro tra la libreria e la strada, con l’evidente scopo di continuare a non
capire nulla. Dovendo picchettare, tanto valeva provare almeno a stare dentro
per capirci qualcosa. Ma forse proprio lì sta il problema. Non per niente,
fascismo e nazismo si sono segnalati alla Storia, tra le altre cose, per le
censure e per i roghi dei libri.
Uno
dei due figuri si esprimeva esclusivamente o quasi attraverso strani ghigni. L’altro,
che aveva esordito in mezzo alla strada, prima che cominciasse l’incontro, con
un maldestro “Viva Mladic, è un eroe, peccato che non c’ho una bomboletta per
scriverlo…”, si esprimeva in privato solo attraverso confusi slogan, conditi da
espressioni tradizionali per l’estrema destra nazionale, del tipo “i balcanici
sono tutti barbari, sono tutte tribù”, “gli italiani quando sono stati lì
(ovvero durante la sanguinosa presenza nazifascista durante la seconda guerra
mondiale, N.d.A.) hanno solo portato ordine e civiltà”, “il camerata Milosevic
era un eroe e i serbi sono vittime del capitalismo americano” e stronzate di
simile tenore, in un miscuglio confuso di filo-serbismo estremista (e infatti
gli estremisti serbi sono e si comportano come nazisti), anti-imperialismo,
neofascismo e chissà cos’altro ancora.
Alla
fine della presentazione, una volta avviato il dibattito, i due figuri sono
scomparsi, per poi ricomparire nottetempo via facebook (sulla pagina aperta da
Amnesty Teramo per promuovere l’iniziativa), con copia e incolla deliranti che
rileggono in chiave demenzial-terroristica la Storia.
Inutile
perdere tempo con tanti commenti: chi era manganellatore negli anni Venti e
Trenta, chi ha approvato le Leggi Razziali nel 1938, chi ha trascinato l’Italia
e il mondo in una guerra che è costata almeno 50 milioni di vite, chi ha voluto
e realizzato Auschwitz e la Shoah, negli ultimi settant’anni non è cambiato.
Questa gente è rimasta vigliacca e manganellatrice, ovvero fascista, che è il
perfetto sinonimo.
Ritrovarsi
ogni tanto questa marmaglia tra i piedi fa comunque bene, non è affatto un
male. Ricorda, a tutti, che bisogna continuare a tenere gli occhi aperti.
Perché non è finita. E proprio questi sono gli anni – anni di crisi, di
egoismo, di pancia che brontola, di gente che va in giro con strane felpe
addosso – in cui chi s’è nascosto nei letamai della storia sta riuscendo fuori,
rigurgitato, tornando a far echeggiare passi di stivali e slogan razzisti e
ignoranti nelle nostre strade e nelle nostre vite.
Ricordiamoci
che gli ultimi settant’anni hanno rimosso in parte i sacrifici dei nostri
Partigiani, che a costo della loro vita ci hanno reso quella libertà che la
mediocre corona italiana e quella peste letale chiamata fascismo ci avevano
strappato a manganellate. Ricordiamoci che la testa non va mai piegata, perché
la nostra omertà di oggi potrebbe voler dire precipitare di nuovo nell’orrore
domani o domani l’altro.
C’è
tanto lavoro da fare: meglio rimboccarsi ancor di più le maniche, visto che
troppi governi, negli ultimi anni, hanno abdicato ai loro compiti
costituzionali e troppi capi dello Stato hanno, negli anni, ridotto il solco
tra chi combatteva per la Libertà e chi s’era alleato coi nazisti.