Piglio
e capigliatura sono quelli del padre. Di somiglianza, però, mica tanta, se non
fosse per la stazza “importante”. Parliamo della figlia di Radovan Karadžić,
psichiatra ultranazionalista passato alle cronache della storia per essere
stato il primo e auto-proclamato presidente dell’auto-proclamata Repubblica
serba di Bosnia, entità dell’attuale Bosnia Erzegovina nata e basata sulla
pulizia etnica. Di cui Jovan Rašković, grande maestro di Radovan, era stato ideologo
e “profeta”, e Karadžić attuatore su larga, larghissima scala.
Ora,
se a molti è sfuggito che Radovan – da otto anni alla sbarra all’Aja con accuse
quali genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità – ha una figlia,
a pochi da oggi deve sfuggire che codesta rampolla, medico (ah, i geni di
famiglia…), 48 anni, iscritta al Partito democratico (ma solo a parole) serbo
di Bosnia fondato dal padre, da poche ore è stata eletta vice-presidente del
parlamento dell’Entità della Repubblica serba di Bosnia. Tanto per ribadire, ce
ne fosse mai il bisogno, come la pensa la maggioranza dei serbi di Bosnia.
Perché se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, Sonja Karadžić
Jovičević – queste le generalità della neo-eletta – da che parte sta l’ha reso
noto da anni al mondo, visto che ancora molto giovane, già durante la guerra,
faceva parte del gabinetto “ideologico” di papà Radovan e in quanto figlia di cotanto
personaggio era stata arruolata dal ministero dell’Informazione del gabinetto
di guerra serbo-bosniaco, diventando, guarda un po’, direttamente braccio
destro del ministro. Donna di propaganda, la dottoressa Sonja, e donna d’estrema
destra, forse implicata in primissima persona nella rete di protezione stesa
attorno a papà Radovan durante la lunga e vergognosa latitanza di uno dei
devastatori della Bosnia Erzegovina e di tre popoli che, con tutti i limiti del
caso, fino al 1992 ne costituivano uno solo.
Gente
così nell’Europa di oggi fa carriera, grazie anche alle protezioni russe di cui
la famiglia ha sempre potuto godere. Bisognerà vedere fino a che punto quest’anno
appannato di negazionismo e di ultranazionalismo riuscirà a splendere, prima di
trasformarsi nel buco nero della storia che è papà Radovan.