La scelta
– obbligata, in qualche modo – è stata quella di allargare il più possibile le
basi di consenso dell’esecutivo in parlamento, puntando su una coalizione
ampia, il che è sinonimo di composita e, probabilmente, litigiosa. Ma questo ce
lo racconterà il futuro.
La coalizione
di governo include: Partito d’Azione Democratica (SDA); Fronte Democratico
(DF); Unione Democratica Croata (HDZBiH); Partito Democratico Serbo (SDS);
Partito del Progresso Democratico (PDP); Movimento Nazionale Democratico (NDP).
Primo
ministro è il musulmano bosniaco dell’SDA Denis Zvizdić .
I
ministeri nazionali sono stati “sapientemente” spartiti tra i vari partiti che
compongono la macedonia del nuovo esecutivo:
Affari Civili: Adil
Osmanović (SDA), vice Djordje Miličević (NDP);
Diritti Umani e i
Rifugiati: Semiha Borovac (SDA), vice Predrag Jović (SDS);
Finanze e Tesoro: Vjekoslav
Bevanda (HDZBiH), vice Mirsad Zuga (SDA);
Difesa Marina: Pendes
(HDZBiH), vice Emir Suljagić (DF) e Boris Jernić (SDS);
Giustizia: Josip Grubesa,(HDZBiH),
vice Nezir Pivić (SDA);
Affari Esteri: Igor Crnadak
(PDP), vice Josip Brkić (HDZBiH);
Sicurezza: Dragan Mektić, (SDS), vice Mijo
Kresić (HDZBiH);
Trasporti e Comunicazione:
Slavko Matanović (DF), vice in attesa di nomina;
Commercio Estero e
Relazioni economiche: Mirko Sarović (SDS), vice Mato
Franjicević (HDZBiH).
Al
nuovo governo si chiede lavoro, stabilità, riforme, lotta al nepotismo e alla
corruzione, investimento sull’unità del Paese. Evidentemente siamo nel mondo
dell’utopia, ma sperare è già molto di più che partire sconfitti…