Quando si scrive un libro giunge un momento che sa
molto di sala parto. Quel momento si chiama, tecnicamente, "invio degli
impianti in tipografia". Quegli impianti, per un editore, hanno un peso
enorme. Non perché siano di piombo. Assolutamente. Ma perché rappresentano la
fine di un percorso di lavoro duro. Quando sei sia editore che autore, il peso
è doppio. Quando, nel libro che hai mandato in sala parto, affronti tematiche
importanti come quella di Srebrenica, vent'anni dopo, il peso è quasi
insostenibile. Perché senti tutta la responsabilità. Verso i lettori. Verso le
vittime. Verso la giustizia, soprattutto se negata.
In questo caso, per fortuna, ho un amico vero che mi
aiuta, e tanto, nel sostenere al 50 per cento questo peso. L'amico si chiama
Riccardo Noury, di mestiere difende i diritti umani in qualità di portavoce di
Amnesty International Italia, e ha accettato di mettersi in gioco insieme con
un libro che è importante, tosto, vero, forse definitivo per quanto riguarda la
tragedia del genocidio di Srebrenica. Un libro che ci è costato mesi di lavoro,
di notti insonni, di parole pesate e soppesate, di dubbi risolti insieme, di
condivisione assoluta di un percorso che da anni facciamo parallelamente -
quello legato alla raccolta della Memoria e alla sua condivisione – e che
finalmente siamo riusciti a fare insieme.
Con noi, in questo progetto che si chiama
"Srebrenica. La giustizia negata", ci sono compagni di viaggio
importanti: Moni Ovadia, Irfanka Pašagić, Silvio Ziliotto, il
calciatore Miralem Pjanić. La pensiamo tutti nello stesso modo, ce ne
assumiamo la responsabilità, e ve lo vogliamo raccontare, per filo e per segno,
senza reticenze. Siamo stati, tutti, compagni di viaggio inconsapevoli in
questi venti anni che ci separano dal genocidio di Srebrenica, una delle pagine
di più nere delle storia europea del Novecento – appena ieri. Oggi siamo
compagni di viaggio consapevoli e uniti da una visione comune. Credo sia un bel
messaggio. Credo sia molto giusto.
Io e Riccardo speriamo che vorrete leggere, sapere,
toccare con mano. Commentare, se vorrete. La potrete pensare come noi, quasi
come noi, diversamente da noi. Ma, in democrazia, il bello è condividere, confrontarsi,
crescere insieme in termini di consapevolezza anche nella diversità.
Il libro uscirà in libreria e sul web tra una
quindicina di giorni. Attualmente è in anteprima sul sito della casa editriceInfinito edizioni. Ci vedremo presto in giro per l’Italia. A volte saremo tutti
e due, altre volte ci sarà solo uno di noi, talvolta potranno esserci – e ce ne
saranno! – sorprese.
Un nuovo libro sta nascendo. Tra poco ne sentiremo i
vagiti. Con emozione. Speriamo possano nascere nuove consapevolezze e nuovi
desideri di confronto e di condivisione in chi lo leggerà.
Tra un paio di settimane comincia una nuova avventura.
Ci auguriamo che vorrete condividerla con noi.