Infinito
edizioni – nuovo in libreria
(€ 13 – pag. 128)
di Luca Leone e Riccardo Noury
prefazione di Moni Ovadia, introduzione
di Irfanka Pašagić
postfazione di Silvio Ziliotto, con
un contributo di Miralem Pjanić
Srebrenica, Bosnia Erzegovina, 11 luglio 1995: oltre
diecimila maschi tra i 12 e i 76 anni vengono catturati, torturati, uccisi e
inumati in fosse di massa. Stesso destino hanno alcune giovani donne abusate
dalla soldataglia. Le vittime sono bosniaci musulmani, da oltre tre anni
assediati dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache agli ordini di Ratko
Mladić e dai paramilitari serbi.
Quattro lustri dopo, rimane un profondo senso di
ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di
impunità per i carnefici di allora, in buona parte ancora a piede libero e
considerati da alcuni persino degli “eroi”.
Questo libro è un reportage nel buco nero della guerra e del dopoguerra bosniaco e nel vuoto totale di giustizia che ha seguito il genocidio di Srebrenica, una delle pagine più nere della storia europea del Novecento e sicuramente la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale.
Questo libro è un reportage nel buco nero della guerra e del dopoguerra bosniaco e nel vuoto totale di giustizia che ha seguito il genocidio di Srebrenica, una delle pagine più nere della storia europea del Novecento e sicuramente la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale.
“Lo sconvolgente volume di Riccardo Noury e Luca
Leone Srebrenica. La giustizia
negata, ci mostra che
la comunità internazionale e le vaste maggioranze delle nostre società, sono
segnate da un tragico fallimento perché se i sopravvissuti al genocidio di
Srebrenica e i familiari dei trucidati, delle donne stuprate, dei torturati e
fatti a pezzi, non trovano giustizia e pace a distanza di vent’anni e se atrocità
di simile portata si sono prodotte nelle terre della ex Jugoslavia che conobbe
nelle sue forme più brutali la ferocia dei nazisti e dei fascisti, ci troviamo
di fronte alla bancarotta morale dell’intero Occidente in primis, in particolare dell’Europa comunitaria
pavida e opportunista, nonché dell’Onu, imbelle e impotente”. (Moni Ovadia)
“Luca Leone e Riccardo Noury sanno quanto sia
importane raccontare ciò che è stato fatto a Srebrenica e quanto sia vitale che
anche gli altri, più persone possibile, sentano e facciano qualcosa affinché
finalmente avvenga quello che le Donne di Srebrenica da anni chiedono durante
le loro proteste non violente, che si svolgono l’11 di ogni mese a Tuzla: ‘Noi
vogliamo verità e giustizia, e vogliamo condanne per i criminali’”. (Irfanka
Pašagić)
“Il popolo bosniaco va accompagnato e aiutato
verso quell’Europa che qui ha dimenticato a lungo le sue carte dei diritti e da
qui deve ripartire in un cammino, arduo ma possibile, di pace e giustizia”.
(Silvio Ziliotto)
“I bosniaci hanno un cuore grande e meritano un
futuro positivo. Spero davvero che andrà sempre meglio. Io continuerò a fare il
massimo per aiutare il mio Paese”. (Miralem Pjanić)