La Russia di Eltsin, e ancor di più quella dello
“zar” Putin, ha mostrato la sua vera faccia nel Caucaso. Nei due conflitti
ceceni, tra il 1994 e il 2003, il Cremlino ha mostrato il peggio di sé. Le
ritorsioni russe si sono scaraventate addosso alla povera gente, facendo
passare chiunque non fosse schierato con la Russia come “pericoloso terrorista”.
Quando i terroristi assaltano la scuola numero 1 di Beslan, in Ossezia del
Nord, il 1° settembre 2004, Putin usa la mano dura. Nessuna trattativa, muoiono
334 persone, in maggioranza bambini. La strage di innocenti passa sui media come un “attentato terroristico”. Ma
la maggior parte delle vittime è morta colpita da proiettili russi. Morti e
scomparsi a Beslan, a Grozny, ovunque. Come Giorgji. Di lui si sono perse le
tracce il 4 settembre 2004, dopo il blitz delle teste di cuoio russe. Papà
Tamerlan e suo fratello Alexandar aspettano ancora che lui bussi alla porta di
casa…
Nel Caucaso da Grozny
a Beslan. Reportage
dalla provincia dell’impero russo è il nuovo libro di Pierfrancesco Curzi che
parla di tutto questo.
“La
verità è la più difficile delle narrazioni: e da buon cronista di strada
Pierfrancesco ce la racconta, in prima persona e senza filtri. Semplicemente,
così com’è, così come deve essere e così come dobbiamo leggerla per farla anche
nostra”. (Massimo Bonfatti)
Il libro:
L’autore:
Pierfrancesco Curzi
Titolo:
Nel Caucaso da Grozy a Beslan. Reportage della provincia dell’impero russo
introduzione
di Massimo Bonfatti
Pag:
80 - € 11,00
Con
il patrocinio di: Mondo in Cammino.
L’autore
Pierfrancesco
Curzi (Ancona, 1968), giornalista e scrittore, è cronista da un quarto di
secolo e dal 2001 collabora con Il Resto
del Carlino, dopo l'esperienza a Il
Messaggero. Da anni pubblica reportage
di esteri da tutto il mondo, e in particolare dall’Europa orientale, su Il Fatto Quotidiano. È stato osservatore
elettorale internazionale durante le elezioni in Guatemala e in Nicaragua. Ha
pubblicato Stanno tutti bene (Italic
Pequod, 2014) e In Bosnia (Infinito
edizioni, 2015).