Nel
corso di una conferenza stampa tenutasi all’inizio di settembre, il ministro
degli Affari civili bosniaco Adil Osmanović aveva dichiarato che la Bosnia
Erzegovina sarà liberata dalla sciagura delle mine anti-persona e degli uxos
(ordigni bellici inesplosi) entro la fine del 2107. Aveva inoltre parlato di
circa 535.000 persone suddivise in oltre 1.400 comunità locali soggette
quotidianamente a vivere con l’incubo delle mine.
Nel
corso di una nuova conferenza stampa tenutasi ieri a Sarajevo, clamoroso
dietro-front dello stesso Osmanović, che ha parlato invece della fine del 2025
come obiettivo più facilmente raggiungibile per ottenere l’obiettivo.
Osmanović
ha inoltre chiarito che i programma di sminamento tra il 2009 e il 2015 ha
raggiunto solo circa la metà degli obiettivi prefissati a causa dell’arresto
per corruzione del direttore del Centro per lo sminamento e della conseguente
riduzione del flusso di finanziamenti internazionali a beneficio del programma
di sminamento. Ora il governo bosniaco starebbe cercando di convincere i
donatori internazionali che simili scandali non si riveleranno più.
Alla
fine, l’unico dato certo è che in Bosnia dal 1996 a oggi – quindi in tempo di “pace”
– hanno perso la vita almeno 1.737 esseri umani per essere saltati su mine
anti-persona, numero a cui vanno aggiunti i feriti. Difficile pensare che tutti
questi morti stiano solo sulla coscienza dell’ex direttore del Centro per lo
sminamento, visto che la corruzione in Bosnia Erzegovina è una piaga che ha da
anni infettato l’intera società.