In seguito a una
vignetta satirica e carica di sentimenti poco condivisibili pubblicata dal “Giornale”,
nella quale un “omino” si chiedeva come mai i “profughi” (tra virgolette per
sminuire il carico drammatico della loro esperienza) evitassero di “passare” in
“Paesi musulmani” quali Kosovo e Bosnia e un altro “omino” rispondeva: “Profughi
musulmani sì, ma mica fessi”, con tanto di refuso nell’accento sopra la “i”, l’europarlamentare
leghista Mario Borghezio non si è lasciato sfuggire l’assist e, in una nota
riportata dal “Secolo Trentino” (http://www.secolo-trentino.com/29828/politica/immigrazione-borghezio-ln-bosnia-e-kosovo-stati-musulmani-quanti-ne-accolgono.html),
che qui integralmente cito come pubblicata sulla versione on line di quel
giornale, ha scritto: “Molto spesso una vignetta satirica esprime
meglio di un fondo giornalistico il significato di una situazione. Ne abbiamo
un esempio oggi con la vignetta pubblicata su ‘Il Giornale’ da Alfio Krancic
nella quale si dice che i cosiddetti profughi scelgono accuratamente di non
transitare, anche se in gran parte musulmani, attraverso due Paesi musulmani,
Bosnia e Kosovo”. Poi l’europarlamentare prosegue: “L’Unione europea, che
si è affrettata a riconoscere l’indipendenza di questi due Paesi, cosa ha fatto
e cosa intende fare per richiamare almeno loro, vista l’insensibilità
all’accoglienza dei profughi di molti Paesi islamici, al dovere
dell’accoglienza quanto meno in nome della comune appartenenza all’islam?”.
Il signor Borghezio ha, come unico strumento di comunicazione
politica, l’uso di immagini forti. Lo fanno persone normalmente povere di
contenuti, di conoscenza e di etica politica. In Italia è pieno di gente così.
Anche nei parlamenti.
Visto quanto guadagna – o, meglio, quanto percepisce, perché
guadagnare è un’altra cosa – per scaldare il seggio che persone come lui gli
hanno voluto regalare, il signor Borghezio potrebbe usare una minima parte di
quei soldi per colmare qualcuna delle sue immense lacune.
Se lo
facesse, ad esempio, potrebbe cambiare rapidamente idea in materia di
riconoscimento da parte dell’Unione europea di Bosnia Erzegovina e Kosovo, poiché
le cose non sono andate nemmeno lontanamente come suggerisce lui nella sua
appariscente e infondata nota.
Sarà
poi forse uno choc per quel signore scoprire che Kosovo e Bosnia Erzegovina non
sono affatto Paesi musulmani, poiché non sono Stati islamici confessionali, ma
Paesi in cui la laicità è riconosciuta dalla Costituzione. In più, la Bosnia
Erzegovina ha solo circa un 40 per cento di cittadini appartenenti alla
comunità musulmana bosniaca, e solo una parte di loro è praticante. Dunque la
Bosnia è un Paese musulmano esattamente quanto Borghezio è primo ballerino al
Bolshoi di Mosca.
Il
dubbio è che il signor Borghezio in realtà non ignori queste cose, ma sia bravo
a strumentalizzarle, creando a tavolino paura e odio. E quindi congelando i suoi
voti all’Europarlamento, ergendosi egli a faro di non è ben chiaro quale
cristianità, forse meglio di qualche paganesimo celtico allo zafferano.
Se
ignorare, però, per chi ogni giorno esprime voti pesanti e condiziona le nostre
vite, è grave, strumentalizzare è diabolico, e in certi casi mentire è ancora peggio.
Che si tratta di ignoranza o di menzogna, quelle parole vanno condannate. La
satira no, non può essere e non deve essere condannata. Neanche se sbaglia gli
accenti. Ma in certi casi può diventare una buona ragione per non comprare più
certi giornali che ne fanno sfoggio colpevole. Se non altro perché in mezzo
alle parole di quella vignetta ci sono i corpi di tanti bambini siriani
affogati durante una traversata tragica alla ricerca della salvezza. E questo,
salvando la libertà di satira, comunque e sempre sacra, non è giusto. Ed è
decisamente di cattivo gusto.