In
un recente sondaggio, apparso sul Sole 24
Ore, il 32% degli intervistati dichiara di non sapere cosa sia una “bolla speculativa”.
La percentuale sale al 37% nella fascia di età compresa tra 35 e 54 anni. Nello
stesso sondaggio l’82% degli intervistati definisce il proprio livello di
conoscenza finanziaria tra sufficiente e scarso. In questo scenario non deve
stupire il comportamento della maggioranza degli investitori nei periodi di
turbolenza: è difficile difendersi da qualcosa che non si conosce.
Non
è raro osservare come i risparmiatori riversino le loro risorse su strumenti rischiosi
di tipo azionario al crescere dei listini, comprando così a prezzi sempre più
alti, e vogliano ritirare i loro risparmi nelle fasi di calo, vendendo quando i
prezzi crollano.
La
“bolla speculativa” è un fenomeno che si
sviluppa sui mercati in tempi rapidi, caratterizzato dalla crescita molto elevata del prezzo
o del valore di alcuni beni, servizi o prodotti finanziari, e
da una domanda crescente e inaspettata nel tempo, che non corrisponde a una
tangibile ragione economica.
Una connotazione tipica di questo fenomeno è che
a fine ciclo solitamente interviene un forte movimento contrario di ridimensionamento del mercato,
che fa tornare precipitosamente indietro le quotazioni oggetto della
speculazione: questa fase è nota come scoppio della bolla speculativa.
L’immagine
è quella di un locale affollato dove scoppia un incendio e tutti vogliono
uscire insieme dall’unica uscita di sicurezza. Qualcuno si salverà ma molti resteranno
intrappolati e perderanno la vita, nel caso dei risparmiatori i loro soldi.
Ultimamente
i mercati finanziari sono come dei locali molto affollati. Sono pieni di
piccoli investitori che, nella ricerca di rendimento in un’epoca di tassi pari a
zero, dimenticano il proprio profilo di rischio e si avventurano su prodotti finanziari
che nell’82% dei casi dimostrano di non conoscere. Rimanendo nella metafora: è
come se entrassero in un locale sconosciuto senza verificare le norme di
sicurezza. Se scoppiasse un incendio come farebbero a trovare la via di uscita?
Nel
libro Così
banche e finanza ci rovinano la vita gli autori Massimo
Guerrieri, Paolo Giovanardi e Antonello Cattani – ex bancari “pentiti” ora
consulenti finanziari indipendenti – aiutano il risparmiatore a conoscere i pericoli
dei mercati finanziari. Forniscono, in maniera chiara, le “istruzioni di
sicurezza e le vie di fuga” del locale sconosciuto.
Le
regole da seguire sono semplici, quella fondamentale è che quando si affronta
un investimento non bisogna partire dal rendimento, ma dal rischio, dalla
perdita potenziale che esso può procurare. Spesso la trattativa per investire i
risparmi di una vita si riduce alla frase “Quanto si prende?”. È su questo che
fanno leva banche e intermediari finanziari, talvolta basandosi su rendimenti
passati difficilmente replicabili. Partire da quanto si è disposti a perdere,
quantificando esattamente la cifra, è la prima regola per evitare sorprese e
raggiungere la serenità finanziaria. Non è un processo facile – chi colloca
prodotti non sempre si cura di avvisare il risparmiatore – e necessita, almeno
inizialmente, dell’aiuto di un esperto non in conflitto di interessi.