L’ex
comandante delle forze di difesa di Srebrenica durante il drammatico assedio
del 1992-1995, che precedette il genocidio del luglio 1995, il discusso “Rambo”
musulmano bosniaco Naser Orić, è stato accusato formalmente dalla Procura della
Bosnia Erzegovina di crimini di guerra. Lo riferisce la testata d’informazione
on line “Balkan Insight”, secondo cui l’accusa sarebbe quella di avere avuto
responsabilità nell’uccisione di almeno tre prigionieri di guerra serbo-bosniaci
in altrettante aree intorno a Srebrenica.
Per
gli stessi presunti crimini Orić era stato fermato lo scorso mese di giugno su
un valico di frontiera tra Svizzera e Francia, per essere poi rilasciato proprio
in virtù dell’esistenza della denuncia di cui sopra depositata presso la
Procura nazionale bosniaca.
Orić,
ex “gorilla” del presidente serbo Slobodan Milošević, rimase a capo della
difesa di Srebrenica fino al marzo del 1995, fortemente avversato da una parte
dello stato maggiore bosniaco di Sarajevo, e in particolare da quegli alti
ufficiali non riconducibili politicamente al partito nazionalista musulmano
Sda, guidato dall’ex presunto padre della patria Alja Izetbegović.
Nei
villaggi intorno a Srebrenica sono stati uccisi decine, forse centinaia di
civili serbo-bosniaci inermi, soprattutto tra il 1992 e il 1993, proprio mentre
gli aggressori serbi e serbo bosniaci tenevano sotto assedio oltre 40.000
persone a Srebrenica, massacrandone numeri non inferiori. La maggior parte dei
responsabili dei massacri da una parte e dall’altra sono rimasti a oggi
impuniti, mentre politici e propaganda di parte non fa che proteggerli, invece
di adoperarsi per assicurarli alla giustizia e costruire così un presente e un
futuro migliore per il Paese.