Secondo
l’Alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia Erzegovina, il diplomatico
austriaco di origini slovene Valentin Inzko, il referendum proclamato dal
presidente dell’Entità amministrativa della Repubblica serba di Bosnia (Rs),
Milorad Dodik, per sottrarre la Rs alla magistratura centrale bosniaca, viola
gli Accordi di Dayton, che nel novembre 1995 misero fine alla guerra in Bosnia
Erzegovina e che contengono la Costituzione della ex repubblica jugoslava.
“Da
vent’anni siamo testimoni di contestazioni degli Accordi di pace di Dayton – ha
detto, tra l’altro, Inzko in una conferenza stampa tenutasi a Sarajevo – mentre
invece dovremmo investire tutti gli sforzi nella costruzione di un futuro
migliore per i cittadini della Bosnia Erzegovina”.
Il
referendum convocato da Dodik, e approvato dal parlamento della Rs nonostante
le proteste dell’opposizione, è il primo passo nei progetti del padre-padrone
dell’Entità a maggioranza serbo-bosniaca verso una secessione soft. Secondo Dodik, il ruolo e la
stessa esistenza della magistratura centrale violano gli Accordi di Dayton in
quanto non previsti in origine ma introdotti, anzi imposti, dagli Alti
rappresentanti che hanno preceduto Inzko. Gli Accordi, tuttavia, riconoscono
poteri enormi agli Alti rappresentanti, inclusi quelli di imporre nuovi organi
o di rimuovere ministri locali o nazionali, esistendone le ragioni. Per questo
da vent’anni si usa dire che gli Alti rappresentanti siano dei “proconsoli” o
dei veri e propri “vicere” al servizio della comunità internazionale.
Dodik
dunque usa, come gli è solito fare, argomenti stucchevoli per provocare
polveroni. Come è già accaduto in passato a tutti i referendum che il tycoon di Banja Luka ha convocato per la
secessione dell’Entità, è probabile se non certo che anche questo finirà come
gli altri, arrivando a indebolire ulteriormente la posizione politica di Dodik,
ormai insostenibile e tollerata apertamente solo dalla Russia, che usa
abilmente e sfrontatamente le mire secessioniste di Dodik per raggiungere i
suoi scopi nei Balcani.