Sono
ottime le notizie che arrivano alla Bosnia Erzegovina dal suo maggior
creditore, il Fondo monetario internazionale (Fmi). Dunque, queste ottime
notizie sono in realtà pessime per i cittadini di quel Paese. Secondo il Fmi,
infatti, il Paese, e in particolare la Federazione di Bosnia Erzegovina (FBiH),
ovvero l’Entità a “maggioranza” musulmana e croato-bosniaca, ha intrapreso la
giusta strada nel processo di riforme economiche e sociali necessarie per
rilanciare l’asfittica economia nazionale. Tra le riforme apprezzate dai
vampiri del Fmi c’è, naturalmente, quella del mercato del lavoro nella FBiH,
entrata in vigore a partire dallo scorso 20 agosto e che tante proteste, anche
di piazza, aveva provocato tra i cittadini, portandone recentemente a migliaia
in piazza a Sarajevo.
Intanto
– nonostante le belle parole spese per il lavoro dei governanti politici dal
Fmi – proprio sul fronte fiscale arrivano notizie dure per la Federazione di
Bosnia ed Erzegovina, le cui entrate nel primo semestre del 2015 hanno
registrato un calo di oltre il 21 per cento su quanto preventivato. In particolare,
a registrare la flessione maggiore sono state le entrate provenienti dai dividendi
delle aziende pubbliche e miste. Questo porterà probabilmente a un nuovo
inevitabile “giro” di privatizzazioni selvagge, che andranno a ingrassare
sempre le stesse pance. Che, di solito, godono di ottimi appoggi proprio all’interno
del Fmi.
Solita
storia, insomma: gli economisti e i membri di club privati mondiali quali lo stesso Fmi organizzano disastri e a
pagare sono sempre gli stessi, i cittadini.