Puntualmente
sono arrivati i titoli i dei giornali, sembra un bollettino di guerra: panico
in borsa, crollo dei listini, azioni affondate, denaro bruciato. Ci si aspetta
di trovare macerie, relitti e cenere, ma la lettura è molto più semplice: i
soldi sono passati di mano in mano, qualcuno ha perso e qualcuno ha guadagnato.
La finanza, nella sua complessità è una materia molto semplice: la somma di
guadagni e perdite è uguale a zero.
Sembra
che questa volta l’origine del panico sia la crisi della borsa cinese,
cresciuta del 151% da giugno 2014 a giugno 2015 e calata del 35% negli ultimi 3
mesi. Una nuova bolla? Forse, anche se è presto per dirlo. Di certo molti elementi
lo fanno pensare. Prima del crollo, le azioni del listino di Shangai avevano
raggiunto un valore 59 volte superiore agli utili delle aziende, cioè vicino
alla follia. I risparmiatori cinesi hanno così iniziato a indebitarsi per
comprare azioni, mettendo le stesse a garanzia dei finanziamenti ottenuti. Si
calcola sia di 334 miliardi di euro l’ammontare del credito concesso dai broker alle famiglie cinesi con il solo
scopo di speculare in borsa.
Denaro
creato dal nulla, come accaduto nel 1929 negli Stati Uniti: banche e
risparmiatori illusi che il rialzo di borsa potesse durare all’infinito.
Illusi, come Pinocchio, che il denaro si potesse moltiplicare magicamente. Il
finale è già scritto fin dall’inizio: al primo segnale di panico le banche
richiedono il denaro prestato e i risparmiatori sono costretti a vendere, senza
più alcuna attenzione al prezzo o ai fondamentali, scatenando il panic-selling.
A
ciò si aggiunge che i mercati finanziari sono “comandati”. Le“mani forti”
determinano la direzione del mercato, ponendo il piccolo risparmiatore in balìa
di movimenti che quasi sempre gli comportano perdite.
A
questo proposto basti pensare, per esempio, come tre fondi sovrani (Norvegia,
Cina e Paesi Arabi) detengano oltre 18 miliardi di euro di quote della borsa di
Milano.
La
storia è piena di bolle speculative e crisi finanziarie. Dalla bolla dei
tulipani del 1600, quando con due bulbi si poteva acquistare una casa ad
Amsterdam, a quella della new-economy del 2000, quando la capitalizzazione di
borsa della matricola Tiscali superava quella della Fiat.
Nel
libro “Così
banche e finanza ci rovinano la vita” gli autori
Guerrieri, Giovanardi e Cattani, consulenti finanziari indipendenti, ripercorrono
la storia e spiegano come tutte le bolle speculative abbiano gli stessi
elementi in comune, fornendo utili consigli su come difendersi. La molta
liquidità, i bassi tassi di interesse (che inducono i risparmiatori ad
assumersi maggiori rischi) l'illusione del facile guadagno sono elementi
presenti anche oggi sui mercati finanziari, quindi l'attenzione deve essere
massima e una verifica sul rischio degli investimenti detenuti è quanto mai
opportuna.
È
un film già visto. Chi governa i mercati finanziari è come un regista seduto
sulla sedia con la sceneggiatura pronta. Deve solamente scegliere la trama preferita
tra Cina, Grecia, rialzo dei tassi negli Usa, e quando impartire l’ordine:
avanti la prossima bolla!