I
paragoni tra l’Olocausto e il genocidio di Srebrenica “sono orribili”: parola
di Efraim Zuroff, storico di origini statunitensi (classe 1948) e direttore del
Centro Wiesenthal di Gerusalemme. In un’intervista rilasciata al quotidiano
belgradese Politika, il successore di
Simon Wiesenthal è andato persino oltre: “Né il Rwanda né Srebrenica
rappresentano uno sterminio di massa su scala industriale”, ha detto Zuroff,
che si è spinto, in un passaggio, ad affermare addirittura che “la decisione di
definire Srebrenica un genocidio è stata presa per ragioni politiche”.
Dichiarazioni
farneticanti che gettano benzina sul fuoco dell’estremismo in salsa balcanica
in un passaggio storico e politico delicatissimo per l’area.
Ecco
cosa accade quando un nuovo trombone si unisce alla fanfara stonata del
negazionismo…