Ho
scoperto la letteratura di Arthur Conan-Doyle “tardi”, intorno ai 25 anni.
“Sbagliando”
– si fa per dire – decisi di cominciare dalla lettura di tutti i romanzi e i
racconti dedicati dal grande scrittore di Edimburgo alla sua più geniale
creatura, Sherlock Holmes.
Ne
rimasi estasiato.
Allora
decisi di andare oltre, dedicandomi ai romandi e ai racconti fantastici e
d’avventura di quello che stava rapidamente diventando il mio scrittore
preferito (e oggi non lo è senz’altro di meno). Acquistai un cofanetto composto
da tre libri. E cominciai subito con la lettura di “The Lost Word”. Ne rimasi
fulminato. Lo lessi in un giorno e una notte. Poi ricominciai. Arrivato alla
terza lettura, mi resi conto che l’amore era definitivamente e inevitabilmente
scoccato.
Da
allora le figure del giornalista un po’ impacciato Edward Dunn Malone, del
collerico e geniale professor George Challenger e dei loro due compagni
d’avventura, l’arcigno e acido professor Summerlee e l’atletico sportsman Lord
John Roxton, non mi hanno più lasciato.
Sulla
figura scomparsa e lontana, ma a suo modo affascinante, degli sportsmen ci
sarebbe da scrivere tantissimo. A partire dai tanti sportsmen italiani, emuli di
quelli anglosassoni, in gran parte nobili annoiati, è vero, ma anche uomini
arditi che, grazie alle loro possibilità economiche e alle loro capacità
organizzative, hanno scritto pagine fondamentali dello sport tra le seconda
metà dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento, per poi scomparire pian
piano.
Alla
fine del processo di macerazione del viaggio malese e dopo la sesta o settima
rilettura de “Il mondo perduto”, salì dentro di me il desiderio fortissimo di
cimentarmi in un’avventura letteraria simile a quella narrata in quel
romanzo-capolavoro dal grande Conan-Doyle. Siamo intorno al 2003 e in alcuni
mesi EDEN. IL PARADISO PUÒ UCCIDERE nasce.
Ma niente mondo giurassico, per carità. Ormai Steven Spielberg lo ha reso un
luna park poco credibile. Un mondo più vicino a noi e scarsamente battuto dalla
grande letteratura era ciò che faceva al mio caso. E sono cominciate le
ricerche.
Da
allora l’ho rimaneggiato almeno tre volte in maniera profonda: 2006, 2010 e
2015. E sono arrivato alla conclusione che EDEN.IL PARADISO PUÒ UCCIDERE è finalmente pronto e da dare alle stampe.
Che
cosa è successo nel frattempo?
Tante,
tantissime cose. La più interessante e singolare delle quali è che il romanzo,
numericamente e qualitativamente, nelle librerie è in crisi, in depressione
assoluta.
E
ancora oggi, con le prenotazioni in libreria terminate e il romanzo alle
stampe, mi chiedo se non sia stata una follia il volerlo pubblicare.
Ma
non potevo aspettare oltre, non ce la facevo più. EDEN chiedeva di nascere, finalmente. E io, in qualità di autore,
non potevo continuare a ignorare quell’esigenza profonda. E così, ora sono in
attesa del primo vagito di un libro che aspetto da circa tredici anni…