Il 2015 – si legge
nel “Rapporto 2015-2016. La situazione dei Diritti Umani
nel mondo” diffuso da Amnesty International – è stato un anno turbolento per la
regione Europa e Asia Centrale e negativo per i diritti umani. È iniziato con feroci
combattimenti nell’Ucraina orientale e si è concluso con pesanti scontri nella
Turchia orientale. Nell’Eu, l’anno si è aperto e chiuso con attentati armati in
Francia, a Parigi e dintorni, ed è stato completamente dominato dalla
situazione critica di milioni di persone, la maggior parte in fuga da
conflitti, che sono arrivate sulle coste europee. In questo contesto, il
rispetto dei diritti umani è peggiorato in tutta la regione. In Turchia e in
tutta l’area dell’ex Unione Sovietica, i leader politici hanno sempre più
abbandonato il rispetto dei diritti umani, rafforzando il controllo sui
mezzi d’informazione e prendendo ulteriormente di mira persone critiche e
oppositori. Nell’Eu, la tendenza regressiva
ha assunto una forma diversa. Alimentati dalla persistente incertezza
economica, dal disincanto verso le politiche della classe dirigente e da un
crescente astio contro le istituzioni dell’Eu e contro gli immigrati, i partiti
populisti hanno ottenuto importanti risultati elettorali. In assenza di una leadership di
buoni princìpi, il ruolo dei diritti umani come pietra angolare delle
democrazie europee è sembrato più che mai vacillare. Ampie
misure antiterrorismo e proposte per limitare l’afflusso di migranti e
rifugiati sono state tipicamente annunciate con tutte le consuete cautele per
la protezione dei diritti umani ma sempre più svuotate di contenuto.
Nel Regno
Unito, il Partito conservatore al governo ha presentato proposte per abrogare
la legge sui diritti umani; in Russia, alla Corte
costituzionale è stato dato il potere di annullare le decisioni della Corte europea dei diritti umani; in Polonia, pochi mesi dopo la sua
elezione, il partito di governo Legge
e giustizia ha fatto approvare misure
che limitavano la supervisione della Corte costituzionale. Con una
crescente diminuzione del loro peso politico sulla scena internazionale, gli stati membri dell’Eu hanno chiuso un
occhio su violazioni dei diritti umani che una volta avrebbero fortemente
condannato, mentre cercavano di concludere accordi economici e ottenere il
sostegno di paesi terzi, nei loro sforzi per combattere il terrorismo e tenere
a distanza rifugiati e migranti.
Il Rapporto 2015-2016 rende merito a
tutte le persone che si sono attivate in difesa dei diritti umani in tutto il
mondo, spesso in circostanze difficili e pericolose.
Il testo contiene le principali
preoccupazioni e le richieste di Amnesty International ed è una lettura
fondamentale per chi elabora strategie politiche, per gli attivisti e per
chiunque sia interessato ai diritti umani.
“L’anno da poco concluso ha messo a
durissima prova la capacità dell’intero sistema internazionale di risposta alle
crisi e agli sfollamenti di massa di persone, che si è rivelato tristemente
inadeguato. Era dalla seconda guerra mondiale che i flussi di sfollati e di
persone in cerca di rifugio non raggiungevano le dimensioni globali attuali. Questa
situazione è stata in parte alimentata dal perdurare del conflitto armato in
Siria, con ormai più della metà della popolazione in fuga, oltre i confini
nazionali o sfollata internamente al paese. Finora i tentativi di trovare una
soluzione al conflitto non sono serviti a nient’altro che a mettere in luce
divisioni globali e regionali”. (Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty
International)
L’autore
Amnesty International è un’organizzazione non governativa indipendente, una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei princìpi della solidarietà internazionale. L’associazione è stata fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che lanciò una campagna per l’amnistia dei prigionieri di coscienza. La visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui a ogni persona siano riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e da altri atti sulla protezione internazionale dei diritti umani.
Amnesty International è un’organizzazione non governativa indipendente, una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei princìpi della solidarietà internazionale. L’associazione è stata fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che lanciò una campagna per l’amnistia dei prigionieri di coscienza. La visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui a ogni persona siano riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e da altri atti sulla protezione internazionale dei diritti umani.
Per maggiori informazioni: http://www.amnesty.it