giovedì 17 marzo 2016

Il rispetto dei diritti umani in Europa e in Asia Centrale, il bilancio di Amnesty International

Il 2015 – si legge nel “Rapporto 2015-2016. La situazione dei Diritti Umani nel mondo” diffuso da Amnesty International – è stato un anno turbolento per la regione Europa e Asia Centrale e negativo per i diritti umani. È iniziato con feroci combattimenti nell’Ucraina orientale e si è concluso con pesanti scontri nella Turchia orientale. Nell’Eu, l’anno si è aperto e chiuso con attentati armati in Francia, a Parigi e dintorni, ed è stato completamente dominato dalla situazione critica di milioni di persone, la maggior parte in fuga da conflitti, che sono arrivate sulle coste europee. In questo contesto, il rispetto dei diritti umani è peggiorato in tutta la regione. In Turchia e in tutta l’area dell’ex Unione Sovietica, i leader politici hanno sempre più abbandonato il rispetto dei diritti umani, rafforzando il controllo sui mezzi d’informazione e prendendo ulteriormente di mira persone critiche e oppositori. Nell’Eu, la tendenza regressiva ha assunto una forma diversa. Alimentati dalla persistente incertezza economica, dal disincanto verso le politiche della classe dirigente e da un crescente astio contro le istituzioni dell’Eu e contro gli immigrati, i partiti populisti hanno ottenuto importanti risultati elettorali. In assenza di una leadership di buoni princìpi, il ruolo dei diritti umani come pietra angolare delle democrazie europee è sembrato più che mai vacillare. Ampie misure antiterrorismo e proposte per limitare l’afflusso di migranti e rifugiati sono state tipicamente annunciate con tutte le consuete cautele per la protezione dei diritti umani ma sempre più svuotate di contenuto.
Nel Regno Unito, il Partito conservatore al governo ha presentato proposte per abrogare la legge sui diritti umani; in Russia, alla Corte costituzionale è stato dato il potere di annullare le decisioni della Corte europea dei diritti umani; in Polonia, pochi mesi dopo la sua elezione, il partito di governo Legge e giustizia ha fatto approvare misure che limitavano la supervisione della Corte costituzionale. Con una crescente diminuzione del loro peso politico sulla scena internazionale, gli stati membri dell’Eu hanno chiuso un occhio su violazioni dei diritti umani che una volta avrebbero fortemente condannato, mentre cercavano di concludere accordi economici e ottenere il sostegno di paesi terzi, nei loro sforzi per combattere il terrorismo e tenere a distanza rifugiati e migranti.
Il Rapporto 2015-2016 rende merito a tutte le persone che si sono attivate in difesa dei diritti umani in tutto il mondo, spesso in circostanze difficili e pericolose.
Il testo contiene le principali preoccupazioni e le richieste di Amnesty International ed è una lettura fondamentale per chi elabora strategie politiche, per gli attivisti e per chiunque sia interessato ai diritti umani.
“L’anno da poco concluso ha messo a durissima prova la capacità dell’intero sistema internazionale di risposta alle crisi e agli sfollamenti di massa di persone, che si è rivelato tristemente inadeguato. Era dalla seconda guerra mondiale che i flussi di sfollati e di persone in cerca di rifugio non raggiungevano le dimensioni globali attuali. Questa situazione è stata in parte alimentata dal perdurare del conflitto armato in Siria, con ormai più della metà della popolazione in fuga, oltre i confini nazionali o sfollata internamente al paese. Finora i tentativi di trovare una soluzione al conflitto non sono serviti a nient’altro che a mettere in luce divisioni globali e regionali”. (Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International)

L’autore
Amnesty International è un’organizzazione non governativa indipendente, una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei princìpi della solidarietà internazionale. L’associazione è stata fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, che lanciò una campagna per l’amnistia dei prigionieri di coscienza. La visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui a ogni persona siano riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e da altri atti sulla protezione internazionale dei diritti umani.

Per maggiori informazioni: http://www.amnesty.it