giovedì 6 marzo 2014

Putin premio Nobel per la pace? Qualcuno lo spieghi ai ceceni, ai georgiani, ai bosniaci, ai siriani, ad Anna Politkovskaja…

La notizia oramai ha fatto più e più volte il giro del mondo: il tre volte presidente russo (e due volte primo ministro) Vladimir Putin (San Pietroburgo, 7 ottobre 1952) è candidato al premio Nobel per la pace. Abbiamo chiesto, come casa editrice Infinito edizioni, un commento a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, e quel che ha detto è stato semplicemente perfetto: “Le candidature ai Nobel riservano sempre delle sorprese. A volte, persino le decisioni su chi assegnarlo. Putin Nobel per la pace sarebbe un imbarazzante ossimoro”.
Un ossimoro, come ben sapete, è una figura retorica che gioca sull’accostamento di due termini di senso contrario tra loro. Nello specifico, l’ossimoro consiste nell’accostare la parola “Pace” al nome di Putin.
Il prossimo 10 ottobre conosceremo il nome del nuovo premio Nobel per la Pace. Tra gli altri, sono stati fatti i nomi del presidente uruguayano José Mujica (per il quale faccio personalmente il tifo) e di papa Francesco. Ciascuno di loro sarebbe un ottimo premio Nobel per la pace, sebbene credo che Francesco avrebbe bisogno di almeno un altro intero anno di pontificato per meritarlo, continuando a lavorare bene come sta facendo (ma si può fare persino di meglio).
Se dovesse, però, a sorpresa, spuntare come vincitore il nome di Putin, val la pena ricordare da subito qualche piccolo elemento della storia personale del capo di Stato russo, così da cominciare a ipotizzare che il premio Nobel per la Pace non sia più una cosa seria (e qualche volta, in passato, l’impressione è stata proprio questa: basti ricordare l’assegnazione all’Unione europea nel 2012, a Barack Obama nel 2009, ad Al Gore nel 2007 eccetera…).
Putin è stato una ex spia del Kgb sovietico. Ma un uomo può redimersi, pentirsi e avere diritto a una seconda scelta.
Putin, però, ha sulla coscienza – e, prima di lui, Boris Eltsin, di cui Putin è stato “delfino” – il genocidio ceceno e il disastro umanitario in Cecenia e nelle regioni limitrofe.
Putin, non bastasse, è stato messo ripetutamente (ma senza prove) in relazione all’omicidio di Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca da un sicario nel 2006, il giorno del compleanno di Putin. La Politkovskaja ha per anni denunciato il genocidio ceceno, mettendo chiaramente Putin in relazione con esso. Qualcuno ha voluto fare un macabro regalo di compleanno al nuovo zar di tutte le Russie, nella migliore delle ipotesi.
Putin ha sulla coscienza alcune migliaia di morti nella guerra mossa alla Georgia nell’agosto 2008.
Putin è un omofobo convinto e secondo non poche associazioni per la difesa dei diritti umani è un politico autoritario e oligarchico che ha utilizzato e utilizza il suo potere per limitare la libertà d’espressione e per colpire chi non la pensi come lui, anche all’estero.
Putin, non ultimo, è amico intimo e fidato di Milorad Dodik, portavoce dell’ultranazionalismo serbo-bosniaco e teorico della secessione della Repubblica serba di Bosnia dalla Bosnia Erzegovina. Dodik e Putin non si sono limitati, negli anni, ad andare a braccetto in politica ma hanno fatto molti affari comuni in Repubblica serba di Bosnia, dei quali hanno beneficiato anche oligarchi vicini a Putin e affaristi vicini al presidente serbo-bosniaco. E la Repubblica Serba di Bosnia non ha, tra le altre cose, mai riconosciuto il genocidio di Srebrenica, di cui nel luglio 1995 s’è macchiata.
Infine, Putin è intervenuto da subito a fianco del regime liberticida di Assad in Siria e se qualcosa può aver fatto per una soluzione pacifica del conflitto siriano (che infatti non è finito…) facendo restituire al regime di Damasco le armi chimiche ed evitando uno scontro bellico su scala internazionale, non ha fatto nulla per evitare che il governo siriano quelle armi chimiche le utilizzasse sui civili.
Se questo è il premio Nobel per la Pace che il mondo merita, forse allora il mondo non merita che continui a esistere il premio Nobel. Alla fine immagino che sarà la figura di Francesco a mettere d’accordo quasi tutti. Però è triste anche solo il fatto che qualcuno possa proporre per il premio Nobel per la Pace un uomo che forse dovrebbe trovarsi seduto, in questo momento, in un’aula di tribunale, ma non sul banco dei testimoni e non certo in veste di parte lesa… Sarà per questo che Putin è uno dei principali nemici del Tribunale per i crimini nella ex Jugoslavia dell’Aja e di qualsiasi genere di tribunale internazionale che possa perseguire chi viola i diritti fondamentali della convivenza su questo povero pianeta?