lunedì 31 ottobre 2016

Halloween: altro che dolcetto o scherzetto...

L’origine della festa di Halloween unisce tradizioni della Chiesa cattolica e riti precedenti, soprattutto del mondo anglosassone. Secondo varie fonti, infatti, il termine Halloween sarebbe la contrazione della frase "All Hallows Eve", ovvero la notte di Ognissanti, festeggiata il 31 ottobre. 
Narra la leggenda, riportata dal sito www.halloween.it, che gli spiriti di chi è morto durante l'anno, prima di andare definitivamente nell’aldilà, tornino nel mondo dei vivi la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo. Un po' quel che hanno sempre fatto gli esattori di Equitalia su indicazione del Parlamento italiano...
I Celti credevano che in questa magica notte tutte le leggi fisiche che regolano lo spazio e il tempo venissero sospese, rendendo possibile la fusione del mondo reale e dell'aldilà. Non avevano ancora sperimentato le Italie di Berlusconi, Monti e Renzi...
Per questo motivo si usava rendere le case fredde e indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini e travestirsi da mostri andando tra le case per far scappare gli spiriti. Nell'inverno che sta arrivando, invero, molta gente in Bosnia non potrà scaldarsi non per mettere in fuga gli spiriti, anzi... forse l'unico tepore lo potrà avere dallo spirito dell'alcool, quello contenuto nella rakija fatta in casa...

Con Razzoli una super domenica a Skipass

Ci volevano un grande campione, una bella manifestazione, un libro in anteprima e la neve per trascorrere una gran bella domenica a Modena, in collaborazione con la FISI, il Razzo Fan Club e la nostra casa editrice Infinito edizioni.
Il campione è Giuliano Razzoli, persone davvero speciale, la manifestazione è Skipass, il libro è il nostro VAI RAZZO, VELOCE E FEROCE, e la neve è l'ambientazione perfetta per raccontare non, attraverso l'ennesima biografia, la vita di un campione del passato ma, attraverso uno stimolante dibattito su sport, scuola, ambiente, montagna, famiglia, valori, il mondo normale e affascinante di un campione del presente e del prossimo futuro, quale Giuliano è.
Con noi, a raccontare VAI RAZZO, VELOCE E FEROCE c'è stato il giornalista Davide Labate, storica voce dello sci in casa Rai. Assente ben più che giustificato Albertone Tomba, all'estero per impegni personali.
L'incontro - qualificato come "main event" - si è svolto sul palco centrale del padiglione A di "Modena Fiere", alla presenza di (tantissimo) pubblico, stampa, tifosi e un bel pezzo di Nazionale di sci alpino maschile e femminile. Devo dire che ci siamo divertiti veramente tanto e che i libri sono andati a ruba. Di questi tempi - così grami per chi scrive e pubblica libri - già questa è una grandissima notizia.

venerdì 28 ottobre 2016

"Vai Razzo, veloce e feroce": con Giuliano e la FISI domenica a Skipass (Modena)

Segnalo ai modenesi amanti dello sci e dei buoni libri che domenica alle 14,00 presentiamo a Skipass - il più importante appuntamento nazionale sugli sport invernali - il libro scritto a quattro mani dal campione olimpico Giuliano Razzoli e da me, dal titolo Vai Razzo, veloce e feroce! (€ 15 – pag. 204, con foto a colori). La prefazione del libro è del grande Alberto Tomba. Introduzione di Davide Labate. Postfazione di Marcello Marchi, allenatore stoirico di Giuliano e dell'Appennino tutto. Con noi - ospite graditissimo - ci sarà un grande collega, il giornalista della Rai esperto di sci Davide Labate. L'incontro è organizzato in collaborazione con la FISI, Skipass e il Razzo Fan Club.
Ecco qui una foto scattata stamattina dei lavori in corso in vista dell'inaugurazioen di Skipass.
Qui sotto una descrizione del libro e un'immagine. Sta ingranando bene e ne siamo molto contenti. Se vi aspettate di leggere "solo" un libro di neve e di sport sbagliate, e di grosso!
L'appuntamento domenica 30 ottobre è a Modena, ModenaFiere (viale Virgilio 70-90), Main Event – Padiglione A, ore 14,00!

“Io sono un uomo di sport. Non faccio un mestiere che possa permettermi di salvare la vita a una persona; che so, il medico, l’infermiere, il cooperante, il vigile del fuoco o chi sa cos’altro. Sono uno sportivo, mi nutro di emozioni in questa mia avventura lunga come tutta la mia vita e queste emozioni cerco di condividerle con coloro che mi seguono. Non so se le emozioni sportive possano aiutare a vivere meglio in questo momento di crisi economica, sociale e civile. In questo momento in cui il mondo sembra in fiamme. Però io ci provo, provo a seminare in giro cose di cui ricordarsi con piacere, consapevole che senza emozioni la vita è priva del suo sale, un po’ come una pista che si sfalda”.

martedì 25 ottobre 2016

A Rudo, nella piazza che vide nascere la prima unità partigiana

Si chiama Rudo questo paesino di circa novemila anime lungo il bellissimo fiume Lim, in Bosnia, al confine con la Serbia. A due passi c'è Višegrad, la città del ponte sulla Drina di Ivo Andrić e del mostruoso massacro di almeno tremila musulmani bosniaci. Era la primavera-estate del 1992. Racconterò tutto in un libro di prossima uscita, la mia nuova battaglia per la memoria in una terra in cui la memoria è oggetto di propaganda.
Rudo avrebbe avuto una storia da mostrare ai radi turisti, una storia secolare che affondava le radici nel Cinquecento (fu fondata nel 1555 da Mustafa Paša Sokolović, cugino del Mehemet Paša Sokolović che volle l'edificazione del ponte di Višegrad), se una piena del fiume Lim, più di un secolo fa, esattamente nell'autunno del 1896, non avesse spazzato tutto via. La città è stata ricostruita più su, in collina, ma la storia non ha mai risparmiato Rudo, né durante le guerre balcaniche, né durante le due guerre mondiali, né durante l'ultimo conflitto, quello del 1992-1995.

lunedì 24 ottobre 2016

Caporetto, 24 ottobre 1917: i misteri sulla battaglia più conosciuta della Grande Guerra

Che cosa è successo esattamente a Caporetto, il 24 ottobre 1917? Quel che si dice è che l’esercito italiano, impreparato a una guerra difensiva e duramente provato dalle precedenti undici battaglie dell’Isonzo, non resse lo sfondamento austriaco. E fu la disfatta.
In realtà, alcuni giorni prima di quel fatidico disastro uno o più disertori dell’esercito austriaco fornirono i dettagli del piano d’attacco austriaco allo stato maggiore italiano. Ma quelle informazioni non furono prese in considerazione dal generale Luigi Cadorna e dagli altri ufficiali italiani. Parte di quel che accadde dalle 2,00 della notte del 24 ottobre 1917 è ancora oggi avvolto nel mistero. Lì però c’erano dei testimoni. Tra cui Nina, una ragazzina di 17 anni. Che racconta la sua versione in Nina nella Grande Guerra che non è semplicemente un romanzo, ma è un pezzo fondamentale della storia d’Italia.
“Questo libro è un thriller caleidoscopico sospeso tra storia e memoria”. (Dario Ricci)

Su Frank Chamizo, “Che tempo che fa” e certe ingiuste dimenticanze (o scorrettezze?)

Ieri sera, domenica 23 ottobre 2016, invitato alla puntata di “Che tempo che fa”, su Rai3, era, tra gli altri, Frank Chamizo, il lottatore italo-cubano a cui il nostro Maurizio Casarola ha dedicato l’eccellente FRANK CHAMIZO, LARIVOLUZIONE DELLA LOTTA. Il libro è in uscita nelle librerie (distributori, Amazon e librai permettendo e piacendo…) in questi giorni ed è stato presentato in anteprima a Como venerdì 21 ottobre, alla presenza dello stesso Chamizo.
La presenza di Chamizo nella trasmissione condotta dal signor Fabio Fazio è stata decisa dall’entourage dell’atleta. La Rai o chi per essa ha preteso che saltasse un’intervista televisiva già fissata presso un’importante rete concorrente. Non eravamo d’accordo, ma la scelta non stava a noi poiché l’atleta non è contrattualizzato con la nostra casa editrice. Tanto lavoro sprecato e una brutta figura del tutto gratuita. Incassato il danno, giovedì 20 ottobre veniamo “invitati” con una certa concitazione a inviare ben tre copie (l’inevitabile marchetta da pagare) del libro presso la redazione di “Che tempo che fa” poiché la presenza di Chamizo in studio è confermata e forse si parlerà del volume. Badate: forse. Perché è bene essere sempre precisi e corretti. Nonostante lo sciopero indetto da alcune sigle sindacali per venerdì 21, riusciamo a far pervenire alla redazione di “Che tempo che fa” il libro, anzi le tre copie. La redazione  evidentemente ha letto per bene il volume, poiché il signor Fazio in trasmissione ha citato diverse parti presenti nel volume, almeno una delle quali non di pubblico dominio, finora; alle spalle del conduttore scorrono immagini tratte dal libro. Ma del libro nessuno parla, nemmeno – come correttamente ed educatamente si dovrebbe fare, nei Paesi civili – citandolo come fonte delle immagini da esso tratte (e precisamente dal pdf che la redazione di “Che tempo che fa” ci aveva precedentemente chiesto), scattate personalmente a Cuba, a sue spese, dall’autore del libro, Maurizio Casarola, che di quelle immagini è titolare.
Nel frattempo, qualsiasi altro libro veniva mostrato al pubblico e si provvedeva anche alla promozione diretta di un cd musicale, ben inquadrato dalle telecamere. Ma di FRANK CHAMIZO,LA RIVOLUZIONE DELLA LOTTA non c’è traccia. Neppure sul piano di lavoro davanti al conduttore, che pure è pieno di altri prodotti discografici ed editoriali, oltre che dei testi evidentemente compilati dagli autori o da lui stesso.

Istočno Novo Sarajevo, la storia e l'ingombrante fantasma di Gavrilo Princip

Ieri mattina sono stato a Istočno Novo Sarajevo, letteralmente "Nuova Sarajevo orientale". Si tratta di una città sorta dal nulla dopo la guerra, nella quale sono confluiti tutti quei serbi che, per le più diverse ragioni, hanno deciso di lasciare la capitale. Istočno Novo Sarajevo sorge laddove prima vi era una gigantesca caserma dell'esercito jugoslavo, oggetto di raid aerei Nato - e con essa, il vicino enorme catering dove venivano preparati i pasti per i militari - anche perché annesso vi era un poligono per le esercitazioni di tiro dei carri armati (poi ampiamente utilizzati per l'assedio di Sarajevo) e qualche hangar dentro cui probabilmente c'erano cose o attività che non risultavano compatibili con la ricerca della pacificazione made in Usa in Bosnia Erzegovina.
A Istočno Novo Sarajevo per fortuna la Nato non ha fatto uso di uranio impoverito e oggi vi vivono più o meno 12.000 persone, con attività produttive rivolte principalmente al terziario. Ieri c'era un bel sole e i bambini giocavano nel parco pubblico.

giovedì 20 ottobre 2016

20-21 ottobre 1944: la liberazione di Belgrado

Ripercorriamo i giorni della liberazione di Belgrado con la ricostruzione a cura del nostro autore Bruno Maran in Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti.

“Così il colonnello partigiano Jovan Vujosević descrive il ruolo dei combattenti italiani: ”Gli infaticabili garibaldini giunsero a metà ottobre alle falde del monte Avala, alla periferia della capitale; erano circa cinquecento i combattenti anti-fascisti italiani.
Poco prima di giungere davanti a Belgrado osservavo la colonna in marcia: per le loro qualità morali e combattive, per armamento e ritmo nella marcia, per l’entusiasmo erano combattenti degni d’ammirazione. I battaglioni italiani si aprirono la strada combattendo dall’Avala all’Autocentro, dalla piazza Slavija alla via Kralj Milan, dalla via Četinješka alla Casa del soldato. 
Il battaglione Garibaldi operò sul centro e il Matteotti verso la vecchia centrale elettrica. Dopo due giorni di battaglie di strada i compagni italiani avevano già strappato importanti posizioni ai tedeschi. Via via che si occupavano le parti della città, altri volontari si univano ai due battaglioni: erano italiani che si liberavano dalla prigionia dei tedeschi. I compagni italiani tennero testa per giorni al violento fuoco nemico”.
Così il colonnello partigiano Jovan Vujosević descrive il ruolo dei combattenti del monte Avala, alla periferia della capitale; erano circa cinquecento i combattenti anti-fascisti italiani.

Per saperne di più consigliamo la lettura di Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti che ripercorre gli ultimi decenni della storia jugoslava, anno per anno, giorno per giorno.

martedì 18 ottobre 2016

"Srebrenica. La giustizia negata": Noury a Bolzano, io e Iscos in Bosnia a incontrare le donne vittime di guerra

SREBRENICA. LA GIUSTIZIA NEGATA torna in pista con una presentazione molto importante a Bolzano.
Questi gli estremi: venerdì 21 ottobre, BOLZANO, Sala Giuliani – II piano del Centro Culturale Cristallo, via Dalmazia, nell’ambito della V edizione de “Un altro viaggio”, organizza la Cooperativa Le Formiche, ore 20,30.
Molto gentilmente gli organizzatori hanno invitato da mesi tutti e due gli autori alla serata. Purtroppo uno dei due autori - ovvero chi scrive - in quella stessa data sarà altrove, in Bosnia.
A rappresentare anche me e le ragioni profonde che ci hanno spinto a scrivere questo libro ci sarà Riccardo Noury, una garanzia assoluta di correttezza, di chiarezza espositiva e di serietà. Oltre che un amico prezioso.
Chi scrive purtroppo ha dovuto dare forfait per cause di forza maggiore. Chi mi conosce sa che ho partecipato agli incontri sui Balcani anche con la bronchite. Ora che ci penso, solo un'altra volta ho dovuto dare forfait, a Cuneo, per un ricovero a causa della mia "adorata" ulcera e l'obbligo di stare a riposo nelle settimane successive all'uscita dall'ospedale.
Provo a spiegare brevemente la ragione che mi impedirà d'incontrare gli amici di Bolzano il prossimo 21 ottobre. Sarò in Bosnia a portare a conclusione un percorso molto importante nel quale sono coinvolti gli amici di Iscos Emilia Romagna. Insieme andremo a portare all'Associazione delle donne vittime di guerra una videocamera e le relative schede, grazie alle quali potranno finalmente filmare e conservare memoria delle centinaia di testimonianze che ogni anno raccolgono sulla guerra del 1992-1995 e sulle relative violenze sessuali subite dalle vittime dello stupro etnico, creando un database fondamentale per chi in futuro vorrà studiare questo fenomeno spaventoso. L'Associazione collabora da vent'anni con la giustizia bosniaco-erzegovese e con quella internazionale, ma nessuno prima aveva mai trovato il tempo e i soldi per dotare queste donne almeno di un computer o di un registratore vocale. Si tratta, sarà bene sottolinearlo, di donne nella maggior parte dei casi rimaste sole, costrette a vivere di agricoltura e, comunque, spesso di stenti, non avendo un lavoro e non di rado non avendo chi si prenda cura di loro.

mercoledì 12 ottobre 2016

Trofeo Topolino e Disney, quando le “strategie aziendali” ammazzano la poesia (e i ricordi)

A causa di “strategie aziendali” – così recita la nota ufficiale – la potente multinazionale Disney ha deciso di cancellare dalla sua programmazione tutte le ormai storiche attività sportive organizzate da decenni in Italia. Lo sci è tra le principali vittime di questa decisione che strappa senza remore e senza pietà le radici di molti di noi, che sulle pagine di Topolino leggevano delle gesta di tanti piccoli atleti in erba, alcuni dei quali sarebbero diventati campioni.
La stampa quotidiana si è soffermata su alcuni nomi nobili dello sci alpino, quali Gustavo Thoeni e Alberto Tomba (Albertone, tra l’altro, chiuse intorno alla trentesima posizione quando, ragazzino, fu chiamato a cimentarsi).
Uno che al Trofeo Topolino a suo tempo fece una gran bella figura fu il nostro campione olimpico di slalom speciale Giuliano Razzoli, di cui è in uscita il libro, che ho avuto il piacere di scrivere con lui a quattro mani, dal titolo VAIRAZZO, VELOCE E FEROCE! (e chi lo leggerà scoprirà che nella scelta del titolo c’è anche un po’ lo zampino di Albertone, che ha firmato la prefazione del libro). Il libro è arrivato proprio oggi in redazione dalla tipografia ed ecco subito cadere la “tegola” della decisione della Disney.
Del Topolino parliamo diffusamente in un capitolo dal titolo non casuale (come mi auguro vorrete scoprire) Allacciati gli scarponi. Eccone, in anteprima, un piccolo estratto:

I gioielli di ottobre

Ogni volta che arrivano libri nuovi in casa editrice è una festa. Oggi la festa è stata speciale. Con piacere, vi presento in anteprima i libri che andranno in distribuzione dalla prossima settimana, già disponibili in vendita presso la nostra casa editrice (sezione In pubblicazione del sito). I gioielli di ottobre in realtà sono sei e gli altri due volumi mancanti sono in arrivo, così da comporre l'intero pacchetto dell'uscita.
Se con orgoglio segnalo il mio nuovo VAI RAZZO, VELOCE E FEROCE, scritto a quattro mani con l'amico Giuliano Razzoli, campione olimpico di slalom speciale (Vancouver 2010), eccellenti e speciali sono anche gli altri nuovissimi volumi appena arrivati:
FRANK CHAMIZO, LA RIVOLUZIONE DELLA LOTTA, di un altro caro amico, il campione di lotta senior, giornalista e scrittore Maurizio Casarola,
IN ATTESA, di due donne speciali che rispondono al nome di Simona Girimonte e Marcella Maccagnani,
e, dulcis in fundo, un'autobiografia magnifica, LE LUCI DI CASABLANCA, scritto dalla compianta Valeria Degl'Innocenti e curato dall'eccellente Roberta Yasmine Catalano.
Speriamo vi piaceranno e che questi libri saranno in cima alla vostra lista degli acquisti per i regali di Natale!

martedì 11 ottobre 2016

“Oro Azzurro”: l’edizione dei Giochi di Atene 1896

“5 aprile 1896: davanti ai 70.000 spettatori assiepati nello stadio Panathinaiko di Atene, il braciere olimpico torna ad ardere. Il sogno del barone francese Pierre de Cou­bertin s’avvera, 1.503 anni dopo l’editto di Teodosio, impera­tore di Bisanzio che aveva messo al bando tutti i Giochi pagani a partire proprio da quelli di Olimpia, su esplicita richiesta di Ambrogio, vescovo di Milano. Si gareggia dal 6 al 15 aprile, 245 gli atleti (nessuna donna!) e 13 i Paesi rappresentati, seb­bene non esistano ancora le rappresentative nazionali.

I tedeschi Weingärtner (6 medaglie, di cui 3 ori, nella ginna­stica) e Schuhmann (4 ori tra ginnastica e lotta più un bronzo nei pesi) sono gli atleti più medagliati, nell’edizione segnata dalla prima maratona della storia, che vede il trionfo dell’eroe di casa Spyridon Louis, venditore d’acqua della vicina cittadi­na di Maroussi. A quella maratona avrebbe voluto prendere parte l’italiano Carlo Airoldi, arrivato ad Atene a piedi! Ma un premio di 2.000 pesetas ricevuto pochi mesi prima per la vittoria nella Torino-Barcellona del 1895 gli vale il ricono­scimento di “professionista” e ne causa l’esclusione. Ma un italiano in gara, la cui partecipazione verrà attestata solo anni dopo, e solo grazie all’impegno dei più valenti storici dell’o­limpismo, c’è: si chiama Giuseppe Rivabella, alessandrino, ingegnere titolare di un’importante impresa edile in Grecia, dove al momento dei Giochi vive già da tempo, tanto da essere sposato con una donna del luogo. L’8 aprile partecipa alla gara di tiro, senza però accedere alla finale del giorno successivo. Morirà poi in Italia nel 1913. La sua partecipazione è il primo “oro” della storia italiana alle Olimpiadi”.
Emozioni, sudore e gioia: questo è Oro Azzurro. Da Atene 1896 a Rio 2016, tutta l’Italia che ha vinto alle Olimpiadi estive, novità scritta a quattro mani dai giornalisti Dario Ricci e Carlo Santi. Oro Azzurro raccoglie le storie degli eroi dello sport italiano che dal lontano 1896 di Atene alla recentissima Rio de Janeiro hanno trionfato singolarmente e a squadre portando in vetta al mondo il Tricolore. Dal primo oro, nell’ippica con il conte Giovanni Giorgio Trissino, continuando con grandissimi campioni olimpionici come Nedo Nadi, Livio Berruti, Gelindo Bordin, Stefano Baldini, Gabriella Dorio, Sara Simeoni, i fratelli Abbagnale, Pietro Mennea, Giovanna Trillini, Federica Pellegrini, fino Fabio Basile (oro numero 200), Niccolò Campriani, Chiara Cainero, Jessica Rossi e tutti gli altri magnifici campioni italiani.

lunedì 10 ottobre 2016

Cani ed elezioni (e referendum)...

La statunitense Yale University ha condotto uno studio che invita i proprietari dei cani a prestare attenzione agli ordini che impartiscono ai loro amici a quattro zampe, poiché questi ultimi sono in grado di decidere autonomamente se un comando è utile o inutile e scegliere dunque come comportarsi.

Un messaggio neanche troppo velato per i politici, in questi tempi di democrazia matura e ormai in avanzato stato di decomposizione...

Giornata mondiale contro la pena di morte e Giornata mondiale per la salute mentale

Il 10 ottobre è una data importante nell’elenco delle ricorrenze da celebrare, infatti in questo giorno cadono due eventi significativi.
Il primo è la Giornata Mondiale contro la pena di morte, che ha iniziato a essere ricordata nel 2003. L'evento venne promosso dalla Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte, che riunisce organizzazioni non governative internazionali, ordini degli avvocati, sindacati e governi locali di tutto il mondo.
Nel nostro Paese l’abolizione della pena di morte era stata prevista già nel 1889 durante il Regno d’Italia, ma la pena capitale fu poi reintrodotta sotto il regime fascista. L’ultima esecuzione avvenne nel 1947, e la pena di morte fu abolita dalla Costituzione nel 1948 e, soltanto nel 1994, anche dal codice militare. Il nostro Paese, comunque, non è il fanalino di coda in Europa: la Città del Vaticano la rimuove dalla Legge fondamentale soltanto nel 2001, mentre la Francia la abolisce nel 1981, ma la esclude esplicitamente dalla Costituzione nei primi mesi del 2007. Il motivo di tale intervento ha lo scopo di rendere più difficile un suo eventuale reinserimento nel codice penale: infatti il leader di estrema destra Jean Marie Le Pen aveva proposto di reintegrarla sia nel 1994, a seguito di gravi fatti di sangue e nel 2004 per gli atti terroristici.

giovedì 6 ottobre 2016

Ambiente, il Parlamento europeo ratifica l’Accordo di Parigi

Una notizia positiva: in meno di 12 mesi è entrato in vigore l’accordo globale sul clima firmato a Parigi lo scorso 12 dicembre. Con il voto favorevole del Parlamento europeo l’accordo ha raggiunto infatti la soglia di ratifiche che consente la sua entrata in vigore.
Oggi "abbiamo varcato la prima soglia per l'entrata in vigore, – ha commentato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo intervento alle Nazioni Unite – dobbiamo essere uniti e coesi di fronte a questa sfida, abbiamo l'opportunità di un futuro più giusto ed equo per una terra più sana e sicura".
L’Accordo di Parigi prevede la riduzione della produzione di ossido di carbonio dei Paesi aderenti "il più presto possibile" e l’impegno degli stessi Paesi di fare del loro meglio per mantenere il riscaldamento globale "ben al di sotto di 2 °C" in più rispetto ai livelli pre-industriali.
Per ratificare il protocollo di Kyoto del 1997 – che impegnava solo i Paesi industrializzati a tagliare le emissioni di CO2 – ci sono voluti più di sette anni; questa volta ne è bastato meno di uno. Perché l'accordo entrasse in vigore erano necessarie le ratifiche di almeno 55 Paesi responsabili di almeno il 55% delle emissioni globali. Fino a ieri lo avevano fatto 62 Paesi responsabili del 51,89% delle emissioni globali. Con il sì dell'Unione europea, il cui peso rappresenta il 12% dei gas serra, la soglia è stata superata.

mercoledì 5 ottobre 2016

Oro Azzurro. Da Atene 1896 a Rio 2016, tutta l'Italia che ha vinto alle Olimpiadi estive

di Dario Ricci e Carlo Santi
prefazione di Giovanni Malagò - introduzione di Luca Cordero di Montezemolo
  
Emozioni, sudore e gioia: questo è Oro Azzurro, libro unico che racconta gli eroi dello sport italiano che dal lontano 1896 alla recentissima Rio de Janeiro hanno trionfato singolarmente e a squadre portando in vetta al mondo il Tricolore. Dal primo oro italiano, conquistato nel 1900 a Parigi vinto nell’ippica dal conte Giovanni Giorgio Trissino, in sella al fidato cavallo Oreste, il “bottino d’oro” è arrivato a fino a quota 207, con le medaglie dell’edizione carioca. Oro Azzurro racconta tutto dei nostri olimpionici, da Nedo Nadi a Livio Berruti, da Gelindo Bordin a Stefano Baldini, da Gabriella Dorio a Sara Simeoni, dai fratelli Abbagnale a Pietro Mennea, da Giovanna Trillini a Federica Pellegrini, fino ai recentissimi eroi come Fabio Basile (oro numero 200), Niccolò Campriani, Chiara Cainero, Jessica Rossi e tutti gli altri magnifici campioni italiani.
Un libro prezioso e importante, con il prestigioso patrocinio del CONI, che avrà spazio su tutti i principali quotidiani sportivi (Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, TuttoSport) e nei programmi tv e radio dedicati allo sport.
Importanti presentazioni verranno organizzate insieme alle Federazioni sportive e agli atleti che hanno raggiunto il massimo riconoscimento sportivo.

martedì 4 ottobre 2016

4 ottobre, Giornata mondiale degli animali

Oggi, 4 ottobre, si celebra la Giornata mondiale degli animali. Una ricorrenza importante istituita con l’intento di portare all’attenzione pubblica la condizione di alcune specie minacciate dall’uomo. Un omaggio speciale che cade in una data altrettanto speciale, il giorno di San Francesco d’Assisi, santo protettore degli animali.
La Giornata mondiale degli animali si pone lo scopo di elevare lo status di tutte le creature con cui condividiamo il Pianeta, di promuoverne la cultura del rispetto, della cura, del bisogno. Perché senza gli animali l’intera esistenza umana sarebbe spoglia, parca di quei più alti valori che discendono, e fanno parte, dell’amore.
Per tutti gli amici degli animali segnaliamo la lettura di questi libri:
Non mi piace stare solo, di Michele Caricato
Fusa e parole, di Lucilio Santoni

lunedì 3 ottobre 2016

3 ottobre, Giornata Mondiale dell’Habitat

Oggi, primo lunedì di ottobre, ricorre la Giornata Mondiale dell'Habitat, un giorno importante per riflettere sul nostro stile di vita e sull'impatto che ha sul nostro pianeta. Abbiamo chiesto un parere al nostro autore Andrea Merusi, che vi riportiamo a questo link. Buona lettura!
Ogni primo lunedì del mese di ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’habitat. Celebrata per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1986 è diventata una ricorrenza annuale a partire dal 1995.

Quando si parla di habitat si pensa all’ecologia che lo definisce “il posto dove vive un organismo“. Questa semplice definizione vale per tutti gli esseri viventi e riguarda quindi anche l’uomo e le nostre città. Tant’è vero che l’obiettivo della Giornata Mondiale non è solo quello di riflettere sulla tutela degli habitat naturali ma anche sullo stato delle nostre città e dei nostri paesi e sul diritto di tutti a vivere in un’abitazione adeguata.
Dal punto di vista ecologico la tutela degli habitat naturali è di fondamentale importanza e la loro distruzione è uno dei principali problemi ambientali, anche se la gravità della cosa non è particolarmente percepita dalle persone. La perdita di habitat è strettamente legata alla perdita della biodiversità. Basti pensare che è calcolato che ogni volta che una pianta si estingue crollano con lei altre 10-30 specie di organismi vegetali, animali o insettivori; poiché la pianta è l’habitat, cioè la casa, di diversi organismi viventi. Nel 1997 la scienziata indiana Vandana Shiva scriveva che le stime attuali indicano che ogni giorno la Terra perde una specie vivente, dei 5-10 milioni ritenute esistenti. E il dato non sembra migliorato di molto considerato che secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), nel 2014 erano circa 22 mila le specie nel mondo a rischio estinzione. Lo scorso agosto un team di scienziati ha pubblicato un report sulla rivistaNature in cui si denunciava che tre quarti delle specie in via di estinzione in tutto il mondo sarebbero in pericolo a causa della conversione dei loro habitat in terreni agricoli e a causa dello sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.

3 ottobre, Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione

Si celebra quest’anno oggi, per la prima volta, il 3 ottobre come Giornata nazionale in memoria della vittime dell’immigrazione. La ricorrenza, stabilita per ricordare chi "ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria", nasce nel solco di una delle peggiori stragi mai accadute sulle cose italiane, quella che al largo di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, appunto, vide morire 366 migranti.
In occasione della Giornata nazionale, stabilisce l'articolo 2, sono organizzati su tutto il territorio nazionale cerimonie, iniziative e incontri per sensibilizzare l'opinione pubblica alla solidarietà civile, al rispetto della dignità umana e del valore della vita, all'integrazione e all'accoglienza. Sugli stessi temi le istituzioni, nei propri ambiti di competenza, promuovono iniziative nelle scuole, anche in coordinamento con associazioni e organismi di settore.
Ricordiamo le vittime dell’immigrazione grazie a un passo del libro autobiografico di Clariste Soh-Moubé dal titolo “La trappola”:

Giornata internazionale della nonviolenza

Ieri si è celebrata la Giornata internazionale della nonviolenza. In viaggio da Sarajevo all'Italia, è stato impossibile pubblicare quel che avevo pronto. Lo faccio ora, con un giorno di ritardo, scusandomi con i lettori.
La Giornata internazionale della nonviolenza viene commemorata il 2 ottobre, data di nascita del Mahatma Gandhi. È stata promossa dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 15 giugno 2007 e celebrata per la prima volta il 2 ottobre di quell’anno.
La risoluzione dell'Assemblea generale chiede a tutti i membri delle Nazioni Unite di commemorare il 2 ottobre in maniera adeguata così da "divulgare il messaggio della nonviolenza, anche attraverso l'informazione e la consapevolezza pubblica."
La risoluzione riafferma "la rilevanza universale del principio della nonviolenza" e "il desiderio di assicurare una cultura di pace, tolleranza, comprensione e nonviolenza".
Il principio della nonviolenza - noto anche come resistenza nonviolenta - rifiuta l'uso della violenza fisica o verbale, al fine di raggiungere obiettivi sociali o cambiamenti politici, e perseguire la Verità. Spesso descritta come "la politica della gente comune", questa forma di lotta sociale è stata adottata in massa delle popolazioni di tutto il mondo nelle campagne per la giustizia sociale.
La nonviolenza non è solo la negazione della violenza e non solo un metodo di azione, è uno stile di vita, si distingue dal pacifismo che invece è una lotta per il disarmo.
Per l'occasione ci ha scritto le nostra autrice e amica Pat Patfoort, autrice per la nostra casa editrice di MAMMA VIENE A MORIRE DA NOI DOMENICAche ha dedicato la sua vita professionale e personale al tema della nonviolenza: "Nella nonviolenza è essenziale rispettare gli altri e noi stessi. Rispettare gli altri vuol dire ascoltare i loro desideri e necessità senza pregiudizi, aiutare le persone che ci circondano a esserne consapevoli, accettare il modo in cui gli altri soddisfano i loro desideri e bisogni nel rispetto degli altri e, se necessario, aiutarli a portare avanti il loro cammino. Se ci troviamo davanti dei giovani possiamo parlare di educazione alla nonviolenza; se invece sono di mezza età possiamo parlare di abitudine alla nonviolenza e prevenzione dei conflitti. Se, infine, ci troviamo con persone ancora più grandi, possiamo parlare di custodi della nonviolenza".

Referendum in Repubblica serba di Bosnia, i risultati ufficiali

Causa trasferta lavorativa balcanica è stato impossibile completare l’informazione sull’esito del referendum svoltosi lo scorso 25 settembre nella Repubblica serba di Bosnia (Rs) a proposito della proclamazione del 9 gennaio come festa nazionale. Completiamo ora l’informazione.
L’affluenza alle urne è stata del 55,75 per cento degli aventi diritto, quindi il quorum è stato raggiunto. Il 99,81 per cento dei votanti si è espresso per il sì. I dati sono stati diffusi dalla Commissione elettorale della Rs.
Va ricordato altresì che alle votazioni non erano presenti osservatori, il che da più parti ha suscitato e suscita dubbi sulla veridicità dei risultati. Le liste elettorali fornite dalle autorità della Rs risultano errate o almeno incomplete, poiché gli aventi diritto al voto risulterebbero 1.219.395 mentre secondo i dati del recente censimento avrebbero dovuto essere 1.228.423. La festività, inoltre, è stata già considerata incostituzionale dalla Corte costituzionale bosniaco-erzegovese. A tal proposito, il presidente della Rs è stato chiamato a deporre dinnanzi alla Procura generale di Sarajevo ma si è rifiutato di farlo.

Il Battaglione Bosniaco. Settembre 1917: il grande tradimento sul fronte italiano

Di Daniele Zanon e Valerio Curcio
Prefazione di Vasco Mirandola

Settembre 1917: il Battaglione Bosniaco combatte lungo il fronte italiano sotto le insegne dell’Impero Austro-Ungarico. Tra gli ufficiali e la truppa serpeggia il malcontento: nessuno di loro vuole più uccidere ed essere ucciso per Vienna. Un ufficiale si fa portavoce dei suoi e riesce a entrare in contatto con l’esercito italiano. In cambio della possibilità di disertare e di passare a combattere con le forze italiane, il Battaglione Bosniaco mette a disposizione del nostro Stato Maggiore un piano dettagliato per rompere le difese austriache, conquistare tutta la Val Brenta e straripare fino a Trento. L’accordo viene raggiunto ma, quando si tratta di entrare in azione, il comando delle operazioni italiane viene assegnato al generale Etna e al suo vice, il colonello Zincone, che si segnalano quanto meno per incapacità. L’azione, nonostante l’eroismo dei congiurati e di alcuni ufficiali italiani, in primis il maggiore Pettorelli Lalatta, si tramuta in una rotta del nostro esercito, in un massacro inutile di quasi mille dei nostri soldati e nella cattura di molti disertori del Battaglione Bosniaco. Un mese dopo, il 24 ottobre, ci sarebbe stata la disfatta di Caporetto. Una pagina vergognosa di storia italiana ignota ai più, raccontata in una ricostruzione storica straordinaria.
Il Battaglione Bosniaco è un libro spigliato, veloce, che incolla il lettore al racconto dalla prima pagina all’ultima, e ha il pregio di aggiungere un capitolo mancante ai libri di storia”. (Vasco Mirandola)