Rudo avrebbe avuto una storia da mostrare ai radi turisti, una storia secolare che affondava le radici nel Cinquecento (fu fondata nel 1555 da Mustafa Paša Sokolović, cugino del Mehemet Paša Sokolović che volle l'edificazione del ponte di Višegrad), se una piena del fiume Lim, più di un secolo fa, esattamente nell'autunno del 1896, non avesse spazzato tutto via. La città è stata ricostruita più su, in collina, ma la storia non ha mai risparmiato Rudo, né durante le guerre balcaniche, né durante le due guerre mondiali, né durante l'ultimo conflitto, quello del 1992-1995.
A Rudo abbiamo incontrato il sindaco, un gigante che di mestiere fa l'architetto, appassionato di storia e di verità: con lui abbiamo trascorso alcune ore parlando di storia e di politica e l'incontro è stato veramente piacevole, perché il signor Rajak è un serbo-bosniaco illuminato, un ex ufficiale dell'esercito che non ha mai permesso che coloro i quali si trovavano sotto il suo comando commettessero nefandezze. Un ex ufficiale che, tra l'altro, allora come oggi riconosce le mostruosità commesse dagli estremisti serbo-bosniaci, e se ne vergogna profondamente e pubblicamente.
Con lui, alla fine dell'incontro, abbiamo visitato la piazza della città, sulla quale, nel 1941, fu fondata la prima unità partigiana ufficiale, che da subito incrociò le baionette coi nazisti tedeschi e con l'esercito regio italiano. Era il 21 dicembre 1941. Data di nascita di un altro mostro della storia del Novecento, Stalin. Un monumento d'epoca socialista ricorda la fondazione della compagnia e ne rievoca le gesta. Il 21 dicembre è stato a lungo festa nazionale in Jugoslavia. Quando poi Tito ruppe le relazioni con Stalin, all'improvviso la festa fu spostata al 22 dicembre. Evidentemente, modificare la data di nascita dell'ex alleato era più complicato...
Penso che in pochi si spingeranno mai - a parte dei fantastici volontari vicentini che qui fanno attività di cooperazione a beneficio dei bambini diversamente abili - fino a Rudo, tra l'altro non facilmente raggiungibile. Questa è allora un'occasione per narrarne brevemente l'esistenza, come stiamo facendo, e per confermare al sindaco Rajak (l'uomo che svetta tra i tre immortalati nella terza fotografia di questo post) che manterremo la promessa e torneremo a stringergli la mano. E magari a fare anche qualcosa in più. Cose belle bollono in pentola.