Esprimendo
la “speranza che tutti i popoli della Bosnia Erzegovina, come pure quelli degli
altri Paesi della ex Jugoslavia, continueranno nel processo di riconciliazione
e nel facilitare la coesistenza basata sull’uguaglianza delle nazioni e sul
pieno rispetto delle libertà e dei diritti umani e delle minoranze, per far sì
che i crimini commessi non si ripetano mai più in futuro”, ieri, 11 luglio
2013, il Parlamento della Serbia ha reso omaggio alle vittime del genocidio di
Srebrenica esprimendo, nel diciottesimo anniversario di quella spaventosa tragedia,
partecipazione al dolore delle famiglie, ma senza dimenticare le vittime serbe
perite nelle guerre che negli anni Novanta – dalla Slovenia al Kosovo – hanno insanguinato
l’area balcanica e visto, in un modo o nell’altro, Belgrado sempre al centro
dell’attenzione.
venerdì 12 luglio 2013
giovedì 11 luglio 2013
Srebrenica, oggi il diciottesimo anniversario del genocidio
Altre 409
piccole bare verdi, con il loro contenuto di ossa, dolore e giustizia negata,
vengono sepolte nel memoriale di Potocari accanto alle 5.657 già presenti. Una
cerimonia alla presenza di decine di migliaia di persone, giunte per ricordare
e per piangere queste povere vittime dell’odio nazionalista, rievocherà quanto accaduto
nel luglio 1995, nella speranza, forse vana, che non accada mai più.
Mi piace,
quest’anno, ricordare Srebrenica con questa foto, scattata quando, nel 2011, il
corpo di questo ragazzo cattolico fu sepolto a Potocari accanto a quelli dei
tanti musulmani bosniaci rimasti a difendere la città e crudelmente torturati e
trucidati.
mercoledì 10 luglio 2013
Srebrenica, nel memoriale di Potocari 409 nuove bare
Sono giunte nel memoriale di Potocari, località sita a circa
cinque chilometri da Srebrenica, le 409 bare contenenti i resti di altrettante
vittime del genocidio del luglio 1995 che saranno sepolte domani, durante
l’annuale commemorazione della tragedia di Srebrenica.
Le bare sono state assemblate nell’obitorio di Visoko,
località a circa venti chilometri da Sarajevo. Questa mattina un convoglio
silenzioso di camion bianchi, con a
bordo le 409 piccole bare verdi, è sfilato per la capitale Sarajevo, accolto
dalla cittadinanza in rispettoso silenzio e in raccoglimento. Molte le persone
in lacrime. I camion, con il loro carico di dolore, hanno poi proseguito per
Srebrenica, dove sono giunti nel primo pomeriggio, accolti dalle lacrime delle
donne di Srebrenica.
Tutto è ormai pronto per la commemorazione di domani, al
termine della quale le vittime sepolte oramai nel memoriale di Potocari saranno
circa 6.500. Le 409 di domani vanno infatti ad aggiungersi alle 5.657 già sepolte negli scorsi anni. Tra i 2.000 e i 4.200 ancora i corpi mancanti, tutti di bosniaci
musulmani trucidati dalle forze regolari serbo-bosniache e da quelle irregolari
serbe a Srebrenica tra l’11 e il 16 luglio 1995, oramai diciotto anni or sono.
Tra i dispersi, anche la giustizia, che da allora, nel caso di Srebrenica, non
è stata praticamente mai fatta.
In bicicletta dalla Serbia per ricordare il genocidio di Srebrenica
Nove
cittadini serbi, attivisti per i diritti umani, sono partiti lo scorso 8 luglio
da Belgrado per raggiungere in bicicletta Srebrenica, la città in cui dall’11
al 16 luglio 1995 le truppe serbo-bosniache agli ordini di Ratko Mladic e i
paramilitari serbi torturarono e massacrarono un numero ancora imprecisato di
bosniaci musulmani, compreso tra 8.500 e 10.701.
I nove
attivisti serbi, con la loro iniziativa, intendono “mostrare solidarietà alle
vittime del genocidio di Srebrenica e alle loro famiglie oltre che ricordare ai cittadini serbi la necessità
di affrontare i crimini che sono stati commessi in loro nome", ha
dichiarato a nome del gruppo Nina Sjurdjevic Filipovic, una delle organizzatrici
della coraggiosa ed estemporanea iniziativa.
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