martedì 29 novembre 2011

Pubblicate best seller?

Seconda puntata della mia rubrica su Golem Informazione.
A venerdì per la terza.

A prima vista, dall’esterno, il mondo dell’editoria deve sembrare quanto di più scontato: gli autori propongono le loro opere, gli editori – seduti normalmente al caldo di un caminetto, fumando la pipa e sorseggiando un tè nero – leggono il testo e, al termine, esprimono un garbato “perbacco!”, il libro va magicamente in stampa, pile di volumi mirabilmente e invero misteriosamente sorgono dal pavimento – potenza dei semi transgenici di queste cavolo di multinazionali a stelle e strisce – radicandosi a due passi dalla cassa, i lettori entrano, acquistano, leggono, e proprio quando si sta leggendo l’ultima pagina sui giornali si legge: “Evviva, esce il film tratto dal libro taldeitali…”, che, guarda un po’, è proprio il volume che uno dei sei milioni di fortunati lettori del best seller del momento sta terminando di leggere.
Cos’altro? Ah, sì: il libro in questione è senz’altro un romanzo, dentro c’è un morto o più, forse un maggiordomo, si fa sesso perché quello vende sempre, il protagonista ha tra i trenta e i quarant’anni, spesso fa il giornalista, non gli puzzano mai le ascelle e le donne gli cadono ai piedi (magari gli puzzeranno quelli, ti vien da pensare…).
Chiariamo subito le cose: questo non è uno scherzo. E forse qualcuno di voi si starà anche, segretamente, identificando con quanto di cui sopra. E lo ribadisco: non è uno scherzo per il semplice fatto che una quantità enorme di proposte editoriali che giungono nelle case editrici italiane ha le caratteristiche – o alcune delle caratteristiche – descritte poco fa. Raramente gli autori di questi magnifici polizieschi o thriller o noir si sognano di andare a capire quali differenze ci siano nell’ordinamento italiano tra le mansioni e i poteri di pubblico ministero, gip, gup e così via; chi comincia a provare una grossa emicrania preferisce rifarsi al sistema americano, e allora fioccano i Joe, i John e i Frank tra i protagonisti, sempre atletici e ineffabili amanti anche se lavorano 29 ore al giorno e pesano 126 chili, e le Samantha sono gettonatissime. Non è, in definitiva, che “Io uccido” di Giorgio Faletti si distacchi granché dal cliché, direte voi. L’avete detto appunto voi, perché io mai l’avrei neppure lontanamente pensato…
Tutti, inoltre, sono tomi enormi, mezze risme o risme intere, il che spiega anche bene il perché dell’abbattimento di fior di foreste sul pianeta.
E ogni tomo ha la sua belle lettera d’accompagno, che di solito suona così: “Caro editore, quello che ti ho spedito è il mio capolavoro ma non basta, è il capolavoro. Io ci ho messo tutto me stesso – e forse anche un po’ di mia zia, a pensarci bene – e ora sono a consegnarti, madido di sudore ma invero felice, cotanta eccellenza d’opera. Ora sta a te investirci sopra quel tanto che basta per farlo diventare un best seller. Perché a te interessa il mio best seller, vero? In attesa di una tua immediata risposta, vado a fare la doccia…”.
Le prime volte, per inesperienza, quasi ci credi. Poi scopri che la stessa lettera è stata mandata ad altri 4-500 editori scelti nel mazzo degli oltre 8.000 attivi a vario titolo e per varia sorte in Italia. Infine scopri che l’autore (aspirante) neanche sa chi sei e che cosa fai, perché diversamente mai ti proporrebbe un thriller o un noir, visto che fai quasi esclusivamente saggistica orientata ai diritti umani e civili.
Ma, detto questo, resta una domanda alla quale non sai proprio dare una risposta: come faccio a spiegare ai milioni di aspiranti grandi scrittori italiani che per creare un best seller a tavolino servono 50-60.000 euro e tanta fortuna (oltre a una gran dose di faccia tosta da parte di autore ed editore)? E che per scrivere un buon libro prima bisogna leggerne almeno un centinaio, e che siano molto più che buoni?
Certo di non aver offeso nessun aspirante scrittore, magari dopo questa puntata della rubrica – se il direttore non la chiude seduta stante – il prossimo autore di noir busserà alle nostre porte con un assegno da 60.000 euro… Beh, vuoi vedere che potrebbe nascere un best seller?...

mercoledì 23 novembre 2011

Parliamo di Bosnia oggi a Modena e domani a Jesi

Cari, dalla stazione di Formigine, in attesa del trenino per raggiungere Modena, vi ricordo l'incontro di oggi a Modena e quello di domani a Jesi per parlare di "Bosnia Express", "Saluti da Sarajevo" e "Srebrenica. I giorni della vergogna".
Vi aspettiamo!

- mercoledì 23 novembre, MODENA, sala Tom Benetollo-Comitato Arci provinciale di Modena, via IV novembre, IV/L, orario in definizione. Organizzano il gruppo Emergency Modena e il Comitato Arci provinciale di Modena in collaborazione con Babylon. I colori della lettura e il Circolo Manifesto di Modena; interviene Michela Iorio (Arci); modera Francesco Zarzana; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- giovedì 24 novembre, JESI, Parrocchia S.M. Kolbe - Sala Auditorium, via San Massimiliano Kolbe, 1, ore 21,00; organizza e modera Federico Radini; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”.

venerdì 18 novembre 2011

Rubrica sull'editoria: "La filiera della fame"

Cari,
da oggi, ogni venerdì, il settimanale on line Golem Informazione dell'amico direttore e scrittore Roberto Ormanni pubblicherà una mia rubrica sull'editoria. Spero vi piacerà.
Oggi è on line la prima puntata, "La filiera della fame", che pubblico qui sotto ma vi invito a leggere sul sito di Golem Informazione.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Grazie!

1. La filiera della fame

Girano strane idee. Si dice – ma nessuno dice chi lo dica… – che il piccolo editore italiano – categoria sterminata, ma non in senso etimologico, e comunque decisamente a rischio – riesca a vivere del suo lavoro. C’è addirittura chi sostiene – ma si ignora chi sia – che codesto strano essere con scatoloni al posto delle scarpe e stampanti in vece delle mani, mezzo uomo (o donna) e metà monitor, normalmente decisamente miope, campi bene del suo lavoro.
C’è chi sostiene – ma non sono chiare quali siano le sue fonti – che di editoria si possa campare, al punto che aumentano esponenzialmente gli aspiranti autori (di best sellers, naturalmente) fermamente convinti che in essi si sia incarnato il genio invero inarrivabile e inarrivato del Sommo Poeta – o, alle brutte, se proprio ci si vuole sottovalutare, del Manzoni, ma vuol dire rinunciare alla prospettiva dell’impianto home theater nel panfilo comprato certamente con la terza ristampa del libro… (con la prima edizione in molti pensano di comprare attico e superattico, qualcuno addirittura un’isola – di qui poi la necessità del panfilo…).
C’è poi chi sostiene che la cultura non serve a niente, perché non si mangia. Il libro imburrato pare rimanga indigesto e crei acidità, mentre all’olio e sale è peggio degli spinaci freddi di frigorifero. Per carità! Ma di solito si tratta di ignoranti che siedono in Parlamento, per cui non fanno media e danno solo fastidio, a cominciare dal fatto che tra coloro che pagano i loro immensi stipendi ci sono quelli che i libri li scrivono, li pubblicano, li leggono.
A parte l’ultima convinzione – fortunatamente minoritaria oltre che assai mendace e offensiva – scopo di questa rubrica settimanale è di sfatare, sbugiardare, irriverire, sovvertire ogni luogo comune che gira – tipo la storia del coccodrillo albino nelle fogne di New York – sull’editoria, nel tentativo invero tutt’altro che semplice di raccontare ai nostri pochi ma pervicaci lettori che il mondo dell’editoria non è rose e fiori. Semmai, concime e spine (che, comunque, fanno sempre parte della grande giostra della vita).
È, il mondo della piccola editoria, fatica e incertezza, tassazioni al 65 per cento e tagli, paura per un futuro tremendamente incerto e disillusione. Ed è, non da meno e probabilmente di conseguenza, una sorta di filiera della fame che spesso si tiene in piedi solo per la pervicace convinzione degli operatori del settore che peggio di così non possa andare. Salvo poi doversi ricredere.
Parleremo allora, nella rubrica che forse avrete la pazienza – e la saggia follia… – di leggere (e magari di conservare feticisticamente!) di distribuzione di libri, di produzione degli stessi, degli autori e delle casistiche legate a questo strano mondo, di carichi fiscali e vessazioni, insomma dell’intera filiera di un mondo che tutti pensano di conoscere quando ne sono al di fuori ma che, una volta che ci ha accolti nelle sue possenti spire…
…beh, ne parliamo alla prossima puntata.

Da domenica 20 a giovedì 24, riparte il "Bosnia Express"!

Cari,
da domenica 20 sarò in giro tra Abruzzo, Marche, Emilia e ancora Marche per presentare SALUTI DA SARAJEVO, BOSNIA EXPRESS e SREBRENICA. I GIORNI DELLA VERGOGNA.
C'è però una new entry: un pranzo con l'autore domenica a Giulianova per parlare del mio ENZO, racconto lungo vincitore di un premio a cui tengo molto e che, tra l'altro, a breve bisognerà ristampare perché quasi esaurito. Per pranzo a Giulianova ci sono ancora posti liberi: vi aspetto.
Ecco tutti gli estremi:

- domenica 20 novembre, GIULIANOVA, pranzo con l'autore parlando di ENZO. UNA STORIA VERA presso il ristorante La Barrique, ore 13.00;
- domenica 20 novembre, GIULIANOVA, Circolo Virtuoso Il nome della rosa, via Gramsci 46/a, ore17,30; modera Roberto Di Giovannantonio; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- lunedì 21 novembre, GROTTAMMARE (San Benedetto del Tronto), Biblioteca comunale "Rivosecchi" via Matteotti 41, ore 21,00; organizza l’Associazione l’onagro, modera Lucilio Santoni; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- martedì 22 novembre, VIGNOLA (MO), presso il Circolo Ribalta-ex lavatoio, via Zenzano 1, ore 21,00. In collaborazione con il circolo Ribalta. Modera Francesco Zarzana, proiezione dell film corto di Ado Hasanovic, L'angelo di Srebrenica;
- mercoledì 23 novembre, MODENA, sala Tom Benetollo-Comitato Arci provinciale di Modena, via IV novembre, IV/L, orario in definizione. Organizzano il gruppo Emergency Modena e il Comitato Arci provinciale di Modena in collaborazione con Babylon. I colori della lettura e il Circolo Manifesto di Modena; interviene Michela Iorio (Arci); modera Francesco Zarzana; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- giovedì 24 novembre, JESI, Parrocchia S.M. Kolbe - Sala Auditorium, via San Massimiliano Kolbe, 1, ore 21,00; organizza e modera Federico Radini; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”.

Febbraio 2012:
giovedì 2 febbraio 2012, BOLOGNA, Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “Laura Bassi”, Via S. Isaia 35 (www.laurabassi.it ), ore 16,30.

Vi aspettiamo!

giovedì 17 novembre 2011

Bosnia, l’Onu prolunga la missione di pace per altri 12 mesi


Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri a New York, all'unanimità, la risoluzione 2019 con la quale il Palazzo di Vetro ha rinnovato il suo sostegno al processo di pace in Bosnia Erzegovina e confermato l’appoggio alla missione “Altea” dell'Eufor, attiva dal 2004 nel Paese. La risoluzione 2019 autorizza, specificamente, gli Stati membri dell’Onu ad “agire in collaborazione con l'Unione europea per istituire una forza multinazionale di stabilizzazione, per un periodo di 12 mesi, a partire dalla data di adozione della risoluzione”, dunque fino al 16 novembre 2012.
Gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza (di cui Sarajevo ha fatto parte fino a pochi mesi fa come membro non permanente, per la prima volta nella sua giovane e travagliata storia) hanno inoltre nella risoluzione manifestato la “volontà di considerare, se necessario, ulteriori autorizzazioni per incrementare il processo di pace in Bosnia Erzegovina”.
Un’ultima stoccata ai violenti nazionalisti di tutte le componenti il Palazzo di Vetro l’ha voluta dare scrivendo nella risoluzione che, sebbene la situazione in Bosnia è rimasta “calma e stabile per molti anni”, il Consiglio di Sicurezza, ciò nonostante, invita i capi politici del Paese ad “astenersi dalla retorica della divisione” se vogliono mantenere la pace e facilitare l'ingresso di Sarajevo nella Ue. Una risposta indiretta – in particolare ma non solo – alle violente campagne secessioniste del presidente della Republika Srpska di Bosnia (Rs), il miliardario Milorad Dodik, che solo pochi giorni fa aveva chiesto la soppressione dell’Ufficio dell’Alto Rappresentante della comunità internazionale in Bosnia, dopo aver promosso negli ultimi anni, ma poi prontamente ritirato, numerosi referendum atti a spaccare il Paese.
Per approfondimenti, consiglio, tra gli altri, la lettura dei seguenti libri:
Luca Leone, “Bosnia Express”, terza edizione, Infinito edizioni, 2011, € 12,00;
Luca Leone, “Srebrenica. I giorni della vergogna”, quarta edizione, Infinito edizioni, 2011, € 12,00;
Angelo Lallo, “Il sentiero dei tulipani”, Infinito edizioni, 2010, € 12,00;
Tullio Bulgari-Giacomo Scattolini, “Jugoschegge”, Infinito edizioni, 2011, € 13,00;
Enisa Bukvic, “Il nostro viaggio”, Infinito edizioni, 2009, € 12,00.

mercoledì 16 novembre 2011

Abruzzo-Marche-Emilia e ancora Marche: presentazioni dal 20 al 24/11 definite

Cari,
tutte le caselle sono ormai a posto per le presentazioni di SALUTI DA SARAJEVO, BOSNIA EXPRESS e SREBRENICA. I GIORNI DELLA VERGOGNA del 20-24 novembre. Ecco tutti gli estremi:

- domenica 20 novembre, GIULIANOVA, Circolo Virtuoso Il nome della rosa, via Gramsci 46/a, ore17,30; modera Roberto Di Giovannantonio; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- lunedì 21 novembre, GROTTAMMARE (San Benedetto del Tronto), Biblioteca comunale "Rivosecchi" via Matteotti 41, ore 21,00; organizza l’Associazione l’onagro, modera Lucilio Santoni; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- martedì 22 novembre, VIGNOLA (MO), presso il Circolo Ribalta-ex lavatoio, via Zenzano 1, ore 21,00. In collaborazione con il circolo Ribalta. Modera Francesco Zarzana, proiezione dell film corto di Ado Hasanovic, L'angelo di Srebrenica;
- mercoledì 23 novembre, MODENA, sala Tom Benetollo-Comitato Arci provinciale di Modena, via IV novembre, IV/L, orario in definizione. Organizzano il gruppo Emergency Modena e il Comitato Arci provinciale di Modena in collaborazione con Babylon. I colori della lettura e il Circolo Manifesto di Modena; interviene Michela Iorio (Arci); modera Francesco Zarzana; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- giovedì 24 novembre, JESI, Parrocchia S.M. Kolbe - Sala Auditorium, via San Massimiliano Kolbe, 1, ore 21,00; organizza e modera Federico Radini.

Febbraio 2012:
giovedì 2 febbraio 2012, BOLOGNA, Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “Laura Bassi”, Via S. Isaia 35 (www.laurabassi.it ), ore 16,30.

Vi aspettiamo!

martedì 15 novembre 2011

Crash! Bang! Gulp! Oggi parliamo di cartoni animati con uno scrittore grande che si ostina a non voler diventare adulto


Inutile fare tanto i seri. Come poter dimenticare le migliaia di ore della nostra vita passate – sia da bambini che da adulti – a guardare cartoni animati? E come dimenticare l’espressione di meraviglia dei nostri figli o nipoti per la prima volta alle prese con un personaggio dei cartoon trasmesso in tv?
Ecco, “Il cinema di cartone (animato)”, splendida prova saggistica di Roberto Ormanni – un uomo di un metro e novanta, con formazione giuridica e diverse direzioni di giornali all’attivo, che non ha mai smesso di guardare (e di ammettere di farlo) i cartoni animati – è uno splendido lavoro capace non solo di far ricordare a ciascuno di noi le passioni e i sentimenti di quando eravamo bambini ma anche – con tono soffice e rara competenza nel settore – di spiegare quali logiche, quali scelte, quali investimenti, quali errori vi siano stati e vi siano nei più noti cartoni animati della storia del cinema e della tv.
Il primo cartone animato, del 1906, porta la firma del fumettista Winsor McCay, che realizzò i quattro minuti della dinosaura Gertie. All'origine del cartoon però c'è un brevetto, registrato a Parigi: il Praxinoscope. L'inventore era Charles Émile Reynaud, l'anno il 1877. Ma 14.000 anni prima, nelle grotte di Altamira, in Spagna, un nostro antenato aveva disegnato sulla roccia 25 scene in successione per ricostruire il movimento di una mandria di bisonti!
Steamboat Willie, in italiano Willie del vapore (novembre 1928), è il primo cartoon famoso (e sonoro) della storia e segna il debutto di Topolino. Da allora i cartoon hanno fatto progressi da gigante.
Da Topolino e Paperino a Braccobaldo, Biancaneve, Betty Boop, Braccio di Ferro, passando per Wile Coyote e Beep-beep, Tom e Jerry, Mazinga, Goldrake, Candy Candy, i Flintstones, i Simpson, fino ai Puffi, l’Era Glaciale, Shrek, Cattivissimo me, Toy Story e ai webtoon, quello di cui parliamo qui con Ormanni è il libro più completo della storia sulla Storia, i personaggi, i retroscena, i miti e le fortune dell’universo magico dei cartoni animati.

Roberto, la prima domanda che viene spontanea è: come mai un uomo di un metro e novanta ormai entrato negli “anta” ha questa grande – e coltissima – passione per i cartoni animati? Quali le origini di questo amore?
La verità è che non sono mai riuscito a decidere cosa fare da grande. E così, intanto, continuo a guardare cartoni animati e leggere fumetti nell’illusione di fermare il tempo che, come è noto, nei cartoni non passa mai: sono vent’anni che Bart Simpson ha dieci anni e sessanta che Charlie Brown ne ha otto e mezzo. Poi però mi sono accorto che così rischiavo di avere un grande avvenire dietro le spalle, per dirla con Flajano, e allora da quando, nel 1978, ho organizzato la prima mostra internazionale del fumetto e del cinema d’animazione, ho cominciato a mettere insieme una parola dopo l’altra fino a ritrovarmi, oggi, con un libro...

Qual è il cartone animato che, in qualche modo, senti ti abbia un po’ segnato, in positivo o in negativo, come ragazzo e poi come uomo?
A proposito di “segni”, o di rivelazioni, aggiungerei ai cartoni che mi hanno segnato anche le trasmissioni dedicate al cartoon: “Gli Eroi di Cartone”, il programma che nel 1970, per la prima volta, Rai Uno – che allora si chiamava “Programma Nazionale” – mandò in onda con la sigla e la conduzione di Lucio Dalla, resta un pensiero costante tutti i giorni della mia vita! E poi “Gulp”, la prima versione, nel 1972 – per il “Secondo Canale”, in dodici puntate – del programma di Guido De Maria e Giancarlo Governi che ritornò in onda come “SuperGulp” nel 1977: una tappa fondamentale della storia dei cartoni animati in Tv per la quale il grande Bonvi creò l’insuperabile personaggio di Nick Carter. Venendo ai cartoni... positivi, potrei citare titoli della Disney, o della Marvel, o della Warner come Gatto Silvestro e Wile Coyote. Ma in fondo al mio cuore ci sono tre cose: Mister Magoo, l’ungherese Gustavo e la genialità surreale della Linea di Osvaldo Cavandoli che, creato per fare pubblicità alle pentole di Massimo Lagostina, è entrato nella storia passando dal palcoscenico di Carosello. In negativo... non me ne vogliano i fans, che pure ci sono: L’Apemaia!

Nel tuo libro passi in rassegna, con uno stile trascinante, praticamente ogni singolo cartone animato partorito a oggi da mente umana: ma li hai davvero visti tutti o qualcosa te la sei risparmiata?
Se non li avessi visti tutti come avrei fatto a non trovare mai il tempo per decidere cosa fare da grande? Scherzi a parte, la realtà è ancora più tragica: prima li ho visti al cinema o in televisione, e poi anche in cassetta o dvd. Mia figlia è stata costretta a riservare metà dello spazio della sua stanza ai miei dvd. E deve pure rimetterli in ordine dopo averli rivisti...

A che punto è la scuola italiana del cartone animato?
Non dimentichiamo che il primo lungometraggio animato della storia, nel 1916, venne realizzato e prodotto da due italiani. Ma in Argentina. La scuola italiana ha sempre avuto e ha ancora oggi buone idee, un’ottima capacità innovativa e una discreta professionalità. Le idee si scontrano e vengono sopraffatte da un mercato produttivo che si appiattisce sulle mode, la professionalità è spesso mortificata dai budget ristretti che preferiscono rivolgersi agli animatori coreani. Questo accade quando lavora per la televisione. Quando si impegna nel cinema – molto di rado, visto che le produzioni in Italia sono state dodici in settant’anni – talvolta dimentica che il ritmo della narrazione è un ingrediente fondamentale. Morale: le case di produzione di tutto il mondo sono piene di italiani e alla fuga dei cervelli si è aggiunto l’esodo delle matite!

Abbiamo da imparare dagli statunitensi o abbiamo qualcosa da insegnare loro?
A qualcuno degli sceneggiatori un po’ di lezioni private non farebbero male. Per il resto, più che i disegnatori e gli animatori, sono i produttori italiani che dovrebbero imparare qualcosa dagli statunitensi. Anzi, l’ideale sarebbe comprare qualche produttore straniero. In fondo, se lo facciamo con i calciatori per vincere il campionato, perché non farlo anche nel cinema d’animazione per scalare le classifiche?

Parliamo dei giapponesi: hanno segnato – a volte con robaccia, altre con ottime intuizioni, magari disegnate un po’ “così così” – quelli che guardavano pervicacemente la tv negli anni Settanta. Oggi il cartone animato giapponese è in recessione o dà segni di vita?
È decisamente migliorato negli ultimi anni. Gli esempi dei grandi maestri come Myazaki e Tezuka sono poco alla volta riusciti a fare breccia nella melassa della produzione televisiva e il cinema d’animazione giapponese ritorna sempre più spesso nelle sale con buoni film e grande successo.

Tra i nuovi cartoni per il cinema, ho adorato “L’era glaciale” e il mitico scoiattolo Scrat. Che ne pensi dei tre “L’era glaciale” (col quarto in arrivo – su Youtube c’è un’anticipazione strepitosa delle avventure di Scrat!) e, secondo te, è questa la miscela giusta per un cartone animato di successo o dobbiamo aspettarci ulteriori passi in avanti?
Sembrerò un... bastian contrario ma gli ulteriori passi in avanti li giudico indispensabili. Mi spiego: non c’è dubbio che il modello “Era glaciale”, così come il modello “Shrek”, abbiano segnato la scoperta di un nuovo mondo. Fatto di ironia e autoironia, satira sociale e anche politica, ma negli ultimi tempi si tende a essere un po’ autoreferenziali, un po’ troppo compiaciuti, tanto da citare se stessi. E questo non è mai un bene...

Personalmente non sopporto molto “cover” e “remake”, nella musica come nel cinema. Prodotti per il grande pubblico come “Garfield” o i “Puffi” o come il nuovissimo “Tin Tin” di Spielberg quale impressione ti lasciano?
L’impressione che c’è sempre qualcuno che tenta di guadagnare con le idee degli altri o, per dirla diversamente, riscaldando la minestra del giorno prima credendo che sia sufficiente aggiungere un condimento nuovo fatto di effetti speciali, 3D e computer generated imagery. Nonostante la storia insegni che il bel gioco dura poco, non riusciremo mai a liberarci di quelli che ci provano. Il punto è che, grazie al marketing, nel portafoglio resta comunque qualcosa...

Dopo i primi tre minuti de “I Puffi” già non sopportavo più né i protagonisti blu né quelli in carne e ossa. A te che impressione ha fatto questa pellicola?
È come lo show del sabato in prima serata: coreografie scintillanti, musiche da filarmonica, effetti speciali, ospiti d’eccezione e contenuti stiracchiati, come sempre accade quando si prendono personaggi pensati per interpretare storie da dodici minuti e li si piazzano sulla scena per un’ora e venti.

Torniamo al libro. Io l’ho trovato geniale e scritto benissimo, però posso essere considerato di parte. Da autore, trovami tre ottime ragioni per comprarlo e una per non farlo.
Sei certamente di parte! Però se 1) si è curiosi di sapere perché un giorno qualcuno ha pensato di far muovere un disegno; 2) perché questo sogno si è realizzato e invece a Icaro andò molto peggio; 3) come fare ad avere in poco spazio qualcosa che ti permetta di recuperare alcuni dei ricordi più sorridenti della tua vita, allora bisogna comprarlo, questo libro. Mentre un’ottima ragione per non farlo è che lo ha scritto un ex ragazzino che di mestiere non fa il critico cinematografico, che non insegna all’Università e che si è lasciato guidare da emozioni e simpatie.

Continuerai a vedere cartoni animati fino ai cento anni o prima o poi cambierai genere?
A 98 anni mi dedicherò alla lirica. Cominciando da “Magical Mastro”, il cartoon del 1952 dove Bugs Bunny boicotta l’esibizione del tenore che si esibisce al Metropolitan e proponendo alla direzione artistica della Scala di chiudere ogni spettacolo con la scritta: “Questo è tutto, gente!”.

Grazie!

E Dodik scrisse all'Onu: "Basta con l'Alto Rappresentante in Bosnia"

Nuova estemporanea iniziativa del presidente della Republika Srpska (Rs), una delle due Entità in cui gli Accordi di Dayton del 1995 hanno suddiviso la Bosnia Erzegovina.
Il vulcanico e provocatorio leader del nazionalismo serbo-bosniaco – record mondiale di referendum indipendentistici convocati e poi regolarmente ritirati – questa volta è tornato a cavalcare uno dei suoi vecchi cavalli, o forse sarebbe meglio dire ronzini, di battaglia: la soppressione dell’Ufficio dell’Alto Rappresentante della comunità internazionale. Il miliardario padrone e signore della Rs ha così scritto di suo pugno una letterina all’Onu, nella quale sostiene che “dopo 16 anni di pace non vi è ormai più alcuna necessità di avere in Bosnia Erzegovina un Alto Rappresentante, che viola i diritti umani e democratici dei cittadini bosniaci, frena lo sviluppo economico, non favorisce l’integrazione nell’Unione europea e mina la costruzione di un consenso interno”.
Questione, evidentemente, di punti di vista, poiché – per quanto l’Ufficio dell’Alto Rappresentante in Bosnia abbia fatto molto meno di quanto avrebbe dovuto e potuto, la sua azione sia stata limitata da farraginosità burocratiche e dalla diplomazia, e non di rado la carica sia stata assegnata a politici di basso spessore internazionale – è proprio grazie alla presenza dell’Alto Rappresentante (oltre che fino a poco tempo fa di contingenti militari prima dell’Onu, poi della Ue, e oggi della polizia europea) se la Bosnia Erzergovina ha fatto qualche piccolo passo avanti sul terreno dello sviluppo, della democrazia e della sicurezza interna. Per Dodik, in effetti, la presenza internazionale in Bosnia è sempre stata una limitazione non dei diritti dei bosniaci, ma dei suoi presunti e infondati diritti di vita e di morte sui serbo-bosniaci. Interpretata in questo modo, la letterina del miliardario all’Onu può essere allora più chiara e non lasciare spazio a fraintendimenti. Su questo campo, si badi bene, Dodik non è isolato, poiché anche il nazionalismo musulmano da tempo aspira alla cacciata dell’Alto Rappresentante, ultimo baluardo per impedire che pochi noti finiscano di mettersi in tasca il Paese, dividendolo tra i loro sostenitori interni e quelli internazionali (nel caso di Dodik, senz’altro la Russia e la onnipresente Francia, in quello dei nazionalisti musulmani, Turchia, Stati Uniti e alcuni Paesi arabi).

Tutto questo e molto altro potete approfondire sulla terza edizione di BOSNIA EXPRESS, in libreria.

domenica 13 novembre 2011

"Bosnia Express", ricomincia l'avventura (con sorprese notevoli!)

Carissimi,
manco da un po' dal blog e da facebook (e me ne scuso tanto) ma ho una scusa: ho passato - a parte gli impegni di lavoro - gli ultimi dieci giorni a fare una cosa per me nuovissima: scrivere il soggetto per un film.
Sì, perché un bravissimo regista - Massimo D'orzi, della scuola di Marco Bellocchio - s'è innamorato di "Bosnia Express" e con non poche insistenze (e tanta fiducia da parte sua, di cui lo ringrazio di cuore) alla fine mi ha convinto a cimentarmi in questa nuova incredibile avventura.
Ora, scritti soggetto e note di regia, dobbiamo cominciare a cercare (e trovare) sponsor, patrocini e sostegni. Le riprese sono per l'anno prossimo e non c'è da dormire.
Che dire? Speriamo di farcela e che vi piaccia!
Abbiamo già un patrocinio importantissimo, ma c'è tanto tanto tanto da lavorare!
Vi terrò aggiornati.
Intanto approfitto dell'occasione per ricordarvi le prossime presentazioni di BOSNIA EXPRESS, SALUTI DA SARAJEVO e SREBRENICA. I GIORNI DELLA VERGOGNA:

Novembre 2011:
- domenica 20 novembre, GIULIANOVA, Circolo Virtuoso Il nome della rosa, via Gramsci 46/a, ore17,30; modera Roberto Di Giovannantonio; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- lunedì 21 novembre, GROTTAMMARE (San Benedetto del Tronto), Biblioteca comunale "Rivosecchi" via Matteotti 41, ore 21,00; organizza l’Associazione l’onagro, modera Lucilio Santoni; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- martedì 22 novembre, VIGNOLA (MO), presso il Circolo Ribalta-ex lavatoio, via Zenzano 1, ore 21,00. In collaborazione con il circolo Ribalta. Modera Francesco Zarzana, proiezione dell film corto di Ado Hasanovic, L'angelo di Srebrenica;
- mercoledì 23 novembre, MODENA, sala Tom Benetollo-Comitato Arci provinciale di Modena, via IV novembre, IV/L, orario in definizione. Organizzano il gruppo Emergency Modena e il Comitato Arci provinciale di Modena in collaborazione con Babylon. I colori della lettura e il Circolo Manifesto di Modena; interviene Michela Iorio (Arci); modera Francesco Zarzana; nel corso della serata sarà proiettato il film corto di Ado Hasanovic, “L’angelo di Srebrenica”;
- giovedì 24 novembre, JESI, data in definizione.

Febbraio 2012:
giovedì 2 febbraio 2012, BOLOGNA, Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “Laura Bassi”, Via S. Isaia 35 (www.laurabassi.it ), ore 16,30.

Altre date in preparazione (stiamo già lavorando su marzo 2012).

Per proporre nuove presentazioni:
direzione.editoriale@infinitoedizioni.it
info@infinitoedizioni.it
lu.ne@libero.it
facebook: Luca Leone