martedì 30 dicembre 2014

Per "I bastardi di Sarajevo" la recensione di un professore, lo storico e scrittore Ugo Mancini


Ne I bastardi di Sarajevo, Luca Leone riassume le lacerazioni, i drammi e le miserie che ancora oggi gravano sulla popolazione della Bosnia Erzegovina, a causa di una pessima politica che ha dato al Paese prima una guerra e poi un dopoguerra cui non sembra voler porre fine.
Attraverso un’abile regia, in un alternarsi di quadri, Leone snoda storie che concorrono a rappresentare la Bosnia come una sorta di laboratorio politico dell’orrore; come il delirante risultato del trionfo di nazionalismi che hanno diviso sul piano religioso comunità che in precedenza non avevano la tendenza a litigare su Dio; come inquietante prospettiva di ciò che potrebbe diventare l’Italia, ormai da un ventennio vittima di artificiose divisioni tra il “noi”, che il politico trionfante di turno ogni volta esibisce orgogliosamente, e quel “loro” con cui contestualmente indica in maniera demagogica e denigratoria tutti gli altri.
La Sarajevo ritratta da Leone non vive attraverso le sue strade, i suoi edifici e i suoi monumenti. Sembra piuttosto un’anima che vive e palpita attraverso i drammi e le delusioni di chi la popola e che sopporta come un corpo estraneo quella pessima politica che l’ha ridotta a un cumulo di macerie morali e materiali.
È una città che mostra i segni e la sofferenza di tante vite scandite da un prima, un durante e un dopo la guerra, di tante vite segnate irreversibilmente dalla violenza, dal fanatismo e dall’odio di cui si è alimentata una guerra voluta da nazionalismi in cerca di una nazione e da fanatici identitari in cerca di un’identità.

mercoledì 24 dicembre 2014

Bosnia, se la scopata di qualche adolescente in gita fa più notizia di corruzione e fame

La stampa italiana sta insistendo da giorni su una vicenda ben più che minore accaduta qualche tempo fa in Bosnia Erzegovina: una scolaresca va in gita di cinque giorni a Sarajevo e sette delle ragazze partite tornano incinte. La stampa locale ne ha parlato perché fa effetto e fior di sociologi bosniaco-erzegovesi hanno impiegato ore e ore di diretta televisiva per raccontare una cosa che già tutti sappiamo, ovvero che l’età dei primi rapporti sessuali si è abbassata, e non solo in Bosnia, bensì in tutto il mondo. Ci sono associazioni serie stanno lavorando per questo in Bosnia, come Tuzlanska Amica, che da anni denuncia il problema dei rapporti sessuali e dei matrimoni precoci e che, in silenzio, lavora utilizzando l’unico strumento possibile e utile in questi frangenti: la cultura.

martedì 23 dicembre 2014

On line il nuovo catalogo 2004-2015 Infinito edizioni

Con un colpo di mano che sa quasi di colpo da fine impero, è finalmente on line il nuovo catalogo Infinito edizioni 2004-2015, per una volta incredibilmente in anticipo sui tempi.
Il catalogo contiene tutti i nostri titoli cartacei fino al febbraio 2015 incluso. Il prossimo anno aggiorneremo il catalogo anticipando sempre di almeno un bimestre le pubblicazioni (o almeno così ci prefiguriamo di fare, poi si sa che... insomma, promettiamo di mettercela tutta!).
Buone feste, buona lettura e... buon catalogo!
Per scaricare e/o visionare il catalogo, fai clik qui!

Ne parlano i lettori: "I bastardi di Sarajevo" secondo Sabrina Servucci da Milano


Ho comprato “I bastardi di Sarajevo” per conoscere meglio Luca Leone, di cui intuivo la competenza, la capacità di scrittura giornalistica e narrativa e l’umanità appassionata, ma soprattutto per esplorare zone del mondo e squarci di storia a me sconosciute. Man mano che la lettura del libro è entrata nel vivo, questa voglia di recuperare informazioni e approfondimenti si è addirittura macchiata di una leggera “colpa”, per qualcosa di grave ed importante che è accaduto non lontano ma che i più, tra cui me, forse non sanno o non hanno degnato di sguardi adeguati.
Il romanzo, se così si può definire viste le storie dal sapore più che reale che in esso si intrecciano, mi è piaciuto veramente molto e non solo perché ben scritto. Mi è piaciuto immergermi in una realtà – quella della Bosnia e della sua capitale Sarajevo - che non conoscevo ed entrarci da più porte, tutte molto chiare ed eloquenti e, purtroppo, crude come il linguaggio che le esprime.
Si parla di guerra e di criminalità, di politica invasa di potere senza scrupoli, di umanità e di amore-odio per il proprio paese, di cultura offuscata da luoghi comuni e miseria, di donne abusate, di malattia espressione di sofferenza e impotenza, di italiani ignoranti ed arricchiti che pagando per giocare alla guerra, di voglia di ricostruzione e riscatto.
Alcune pagine mi hanno fatto piangere, ma di un pianto poco vicino alla commozione pura e semplice, un pianto liberato piuttosto dal sentimento di fratellanza che certe storie smuovono abilmente con la loro autenticità.
Qualcosa, poi, mi ha fatto anche ridere... come il personaggio di Yusuf che mi ha sorpreso totalmente! Una geniale trovata a riprova che la leggerezza aiuta in ogni circostanza, una valida e inaspettata boccata d’aria che l’autore è stato capace di regalare.

lunedì 22 dicembre 2014

La Republika Srpska di Bosnia ha il nuovo governo

Poco più di due mesi dopo le elezioni dello scorso 12 ottobre, la Republika Srpska di Bosnia (Rs) ha un nuovo governo. Il parlamento dell’entità a maggioranza serbo-bosniaca, che insiste sul 49 per cento circa del territorio nazionale bosniaco-erzegovese, ha infatti votato la fiducia con 44 voti a favore e 37 contrari al governo guidato da Željka Cvijanović – classe 1967, bionda ex insegnante di lingua e letteratura inglese oltre che già ministro per le Relazioni economiche e per la cooperazione regionale – che rappresenta in realtà una scelta di continuità voluta dal presidente ultranazionalista Milorad Dodik, poiché Cvijanović ha guidato l’esecutivo con cui la Rs è andata alle urne.

giovedì 18 dicembre 2014

Torino (oggi) e Cuneo (il 19/12) le ultime fermate del 2014 per "I bastardi di Sarajevo" (con appendice il 20...)

Aspetto gli amici piemontesi oggi a Torino e domani a Cuneo per le ultime due presentazioni del 2014. Sempre domani, a Cuneo, avrò il grande piacere di incontrare i ragazzi delle scuole superiori, esperienza che ripeterò il 20 a Torino. Poi anche "I bastardi di Sarajevo" si fermano per la pausa festiva di fine anno e tornano, più agguerriti che mai, nel 2015. Anno importantissimo. Ma ne parleremo più avanti.
Ci vediamo oggi a Torino e domani a Cuneo!!!



martedì 16 dicembre 2014

"I bastardi di Sarajevo": la recensione di Giulia e gli appuntamenti piemontesi

Scrive Giulia, una giovane lettrice, a proposito de I BASTARDI DI SARAJEVO:


“Le nostre femmine sono così. Palle grandi e cervello buono. Siamo noi maschi che non riusciamo a tenere il passo...e allora giù bastonate… ma prima o poi ci sgozzeranno tutti nel sonno... cazzo, faranno bene!!".
Queste sono le parole di uno dei protagonisti de "I bastardi di Sarajevo", il nuovo libro di Luca Leone.
La donna nominata in questione è Emina, ma per me è Zeljka.
Zeljka è la nostra interprete croata che ci aiuta ogni anno, durante il nostro campo di gemellaggio con la Bosnia Erzegovina, a capire le storie e le testimonianze di questo Paese.
Luca ha centrato il modo di essere di una vera donna bosniaca. Anche se il termine giusto forse è jugoslava perché, anche se ora il Paese è spaccato, al tempo erano una cosa sola.
Leggendo le parole di Luca puoi solo renderti conto di quanto siano pungenti e vere, di quanto tu possa appassionarti dei personaggi più vigliacchi che ti disgustano, anche solo per una loro parola,  ma allo stesso tempo creandoti curiosità nella lettura.

lunedì 15 dicembre 2014

Roma, Venezia e una signora che grida: “Italiani, vergogna!”…

Due città diverse, presentazioni dello stesso libro, “I bastardi di Sarajevo”, belle emozioni. Roma e Venezia. Città particolari, ferite da scandali più o meno recenti. La connection mafiosa romana da una parte. Lo scandalo del Mose dall’altra. Sempre la stessa consolidata storia: qualcuno ruba, la città subisce nuove ferite, i contribuenti onesti pagano. E giustizia forse sarà fatta, forse no. In Italia non è dato sapere. Quel che sappiamo è che tanto poi rispuntano sempre gli stessi nomi, o quasi, e che il “vizio” del furto è ormai diventato consolidato costume, a fronte di leggi assolutamente incapaci di stare al passo coi tempi e di impartire punizioni esemplari ai ladri.
Quel che rimane, però, spesso sono le piccole cose. A Roma, come ho scritto fu facebook qualche giorno fa, l’idea di essere presi in giro quando, alla reception dell’albergo, l’addetta si scusa spiegando che c’è da pagare di più perché “dal primo settembre 2014 la tassa di soggiorno è stata aumentata a quattro euro”. Sui giornali si racconta di furti di decine e decine di milioni, furti di denaro pubblico; e la tassa di soggiorno viene aumentata a quattro euro. Che pagano, come sempre, le persone oneste. È una quisquilia, ma ti senti preso in giro e ferito.
A Venezia, riecheggiano ancora nelle orecchie le parole di una signora anziana, sudamericana: “Italiani, vergogna”. Parole strillate perché, dopo essere stata “alleggerita” nel portafoglio per tutto il giorno in una città in cui il livello dei prezzi è così alto da apparire alla fine grottesco, a un certo punto non ce l’ha fatta più quando, nella stazione delle ferrovie dello stato, s’è ritrovata a dover inserire una moneta da un euro per poter accedere ai bagni pubblici. Sarà anche normale pagare 1.936,27 lire per fare una pisciata. Ma è “normale” perché ormai noi italiani siamo disposti ad accettare tutto, incapaci come siamo di ribellarci e di diventare popolo da quell’accozzaglia che siamo. Ma – che ne conveniate o no – 1.936,27 lire per liberare la vescica dopo aver dovuto pagare anche l’aria che hai respirato – perché a Venezia è così – alla fine è davvero troppo. Chiaro, siamo di fronte alla goccia che fa traboccare il vaso. Ma quel vaso prima o poi è destinato a incrinarsi, se ogni anno tanti veneziani se ne vanno dal centro storico. Di chi è Venezia? È di proprietà dei negozianti che fanno pagare cinque euro per una cioccolata calda fatta con la bustina? O dei corrieri che per consegnare un pacco chiedono un sovrapprezzo di 25 euro? Ma lo sapete che per farsi consegnare mille chili dalla Polonia bastano 17 euro e che per farsi arrivare dagli Stati Uniti lo stesso pacco che a Venezia richiede un sovrapprezzo di 25 euro servono pochissimi dollari? Eppure c’è molta più acqua in mezzo. Addirittura un oceano…
E allora sì: “Italiani vergogna”, la signora aveva ragione. Italiani vergogna perché oramai non riusciamo a indignarci più di fronte a nulla ma sappiamo solo chinare il capo e aprire il portafoglio, pur di vivere quietamente e non avere problemi.
Però per quanto potrà ancora andare avanti così? Siamo davvero sicuri che possa essere per molto?

venerdì 12 dicembre 2014

Venezia, 12 dicembre: "I bastardi di Sarajevo" sbarcano in laguna, sciopero permettendo

Nella speranza che lo sciopero generale non impedisca gli spostamenti, dovremmo poterci incontrare oggi, nel tardo pomeriggio, a Venezia per la chiusura di un'importante manifestazione sui Balcani e la conseguente presentazione de "I bastardi di Sarajevo".
A dopo.

martedì 2 dicembre 2014

“Beethoven”, un inno contro ogni rigurgito di nazi-fascismo in Europa

C’è una persona, un uomo, in questa povera Europa in preda a rigurgiti di nazionalismo, razzismo, localismo e nazi-fascismo, che da una trentina d’anni produce testi come quello qui sotto. Non lo fa con giri di parole. Scrive, tra l’altro:
The boots are back in town
When ignorance and fear
Are closing mouths and ears
The skins are on their way
Questa persona di mestiere – dopo aver fatto il lavapiatti e qualsiasi altra cosa onesta e onorevole – fa il musicista. Ha una delle voci più potenti d’Europa e, negli anni, è diventato un poeta di spicco nel panorama della poesia del suo Paese. La Germania. Un posto dove di nazismo se ne intendono. Purtroppo per tutti.
L’uomo in questione – che non avrò mai il piacere di conoscere personalmente ma che considero come un fratello dal 1983, un fratello a cui devo moltissimo – si chiama Hartwig Schierbaum. In Italia è sconosciuto sia col suo nome che con quello d’arte, con cui è invece arcinoto in buona parte del resto del mondo. Il nome d’arte è Marian Gold, e lui in Italia è famoso solo per un disco (Forever Young) e per tre o quattro canzoni, il tutto datato 1984. Un millennio orsono. Prima che cominciasse il medioevo in cui siamo precipitati. O forse era già cominciato ma non ce ne rendevamo ancora conto.

Roma, 3 dicembre: La libreria Arcadia ospita "I bastardi di Sarajevo"


"I bastardi di Sarajevo": la recensione di Sabrina da Cuneo e gli appuntamenti di dicembre


Caro Luca,
ho appena finito di leggere il tuo libro!
Ho pensato di scriverti subito perché mi è piaciuto molto!
Bravo veramente!
Purtroppo non sono riuscita ad iniziarlo prima della scorsa settimana, ho avuto un periodo un po’ complicato che non mi ha permesso di potermi dedicare in modo adeguato alla lettura. Appena ho potuto, però, mi ci sono buttata a capofitto!
Il libro scorre velocemente e devo dire che mi è piaciuta molto la scelta di raccontare più storie alternandole nella scrittura dei capitoli. Purtroppo per chi ama la Bosnia come noi è sempre difficile e doloroso leggere queste storie che purtroppo conosciamo, magari con nomi di persone diversi e in altre cittadine bosniache, ma la sostanza non cambia...
Un libro come questo è  sicuramente un modo per raccontare delle storie (vere o verosimili che siano) che probabilmente ancora qualcuno non sa, per dar voce a chi non è stato ascoltato da nessuno.
Aggressivo il linguaggio in alcuni capitoli ma assolutamente adeguato, meravigliosa la figura del Professore....
Grazie anche questa volta per le emozioni che hai saputo trasmettere a noi lettori!
Un forte abbraccio, ci vediamo il 19 dicembre qui a Cuneo!
A presto!
Sabrina