mercoledì 24 dicembre 2014

Bosnia, se la scopata di qualche adolescente in gita fa più notizia di corruzione e fame

La stampa italiana sta insistendo da giorni su una vicenda ben più che minore accaduta qualche tempo fa in Bosnia Erzegovina: una scolaresca va in gita di cinque giorni a Sarajevo e sette delle ragazze partite tornano incinte. La stampa locale ne ha parlato perché fa effetto e fior di sociologi bosniaco-erzegovesi hanno impiegato ore e ore di diretta televisiva per raccontare una cosa che già tutti sappiamo, ovvero che l’età dei primi rapporti sessuali si è abbassata, e non solo in Bosnia, bensì in tutto il mondo. Ci sono associazioni serie stanno lavorando per questo in Bosnia, come Tuzlanska Amica, che da anni denuncia il problema dei rapporti sessuali e dei matrimoni precoci e che, in silenzio, lavora utilizzando l’unico strumento possibile e utile in questi frangenti: la cultura.
Su alcuni media italiani – che non fanno cultura – la notiziola – che in un mondo dell’editoria mediamente normale non meriterebbe neppure una “breve” in fondo alla colonnina – è stata subito trasformata in fenomeno di costume diffuso nei Balcani, magari spingendo di riflesso anche qualche pedofilo italico (e ne abbiamo!) a farsi un viaggetto in Bosnia a scopare tranquillo in quello che viene quasi presentato come un paradiso del sesso esotico a un passo da casa nostra.
Se gli stessi media – e altri ancora – avessero dedicato il medesimo impegno a raccontare correttamente (scusate se sottolineo l’avverbio correttamente, ma credo sia… corretto) la guerra in Bosnia e il dopoguerra, che giunge fino a oggi, e che sa di corruzione, di neofascismo, di fame e di diritti negati, forse gli italiani sarebbero meno ignoranti su ciò che è accaduto a un passo da casa loro e avrebbero un’idea meno barbarica e razzista della Bosnia, dei bosniaci e dei Balcani in genere. Invece, purtroppo, la nostra stampa continua a essere attratta esclusivamente dalle famose cinque “esse”, tra le quali il sesso la fa da padrone.
Dunque i bosniaci tra uno scannamento e l’altro – essendo barbari – scopano di brutto, persino quasi in fasce. Questo il messaggio che passa, in soldoni. La guerra ha attirato migliaia di borderline italiani in Bosnia, che a volte hanno fatto più danni del conflitto. Poi è venuta la pace imperfetta, quella transgenica di Dayton, che ne ha attirati migliaia ancora. Ora vediamo che guai riusciamo a fare col sesso, come se noi italiani non avessimo esattamente gli stessi problemi, ovvero un’adolescenza che matura sessualmente e non solo sempre prima e l’incapacità di comprendere, spiegare e gestire quello che è un problema solo se non si forniscono agli adolescenti gli strumenti giusti e necessari per conoscersi a fondo e comprendersi.
Non siamo solo noi italiani a essere meschini. E non sono solo i giornalisti italiani a esserlo. Eppure mi piacerebbe sapere quante sono le donne tra i presunti “colleghi” e le presunte “colleghe” che hanno firmato quegli articoletti che non fanno né costume né cronaca, ma solo pettegolezzo pre-natalizio e, di conseguenza, tanta tanta tristezza.