La
stampa quotidiana si è soffermata su alcuni nomi nobili dello sci alpino, quali
Gustavo Thoeni e Alberto Tomba (Albertone, tra l’altro, chiuse intorno alla
trentesima posizione quando, ragazzino, fu chiamato a cimentarsi).
Uno
che al Trofeo Topolino a suo tempo
fece una gran bella figura fu il nostro campione olimpico di slalom speciale Giuliano
Razzoli, di cui è in uscita il libro, che ho avuto il piacere di scrivere con
lui a quattro mani, dal titolo VAIRAZZO, VELOCE E FEROCE! (e chi lo leggerà scoprirà che nella scelta del
titolo c’è anche un po’ lo zampino di Albertone, che ha firmato la prefazione
del libro). Il libro è arrivato proprio oggi in redazione dalla tipografia ed
ecco subito cadere la “tegola” della decisione della Disney.
Del Topolino parliamo diffusamente in un
capitolo dal titolo non casuale (come mi auguro vorrete scoprire) Allacciati gli scarponi. Eccone, in
anteprima, un piccolo estratto:
Nel
1999 vince le selezioni italiane del Trofeo
Topolino e poi arriva quarto nel torneo aperto a giovani sciatori da tutto
il mondo. Io a quel tempo avevo 29 anni e Topolino
non lo leggevo più da un po’. Però da bambino mi ricordo quelle paginate a
colori sui numeri invernali, con bambini, topi e paperi sorridenti sugli sci.
Non tutti sanno che il Trofeo Topolino
nacque grazie a un’iniziativa di Mike Bongiorno e del giornalista Rolando
Marchi, detto Rolly, trentino che ha
seguito sei decenni di sport invernali. Con loro c’era anche il maestro di sci
Gigi Panei, in qualità di supervisore. L’anno è il 1957 e il periodo da allora
prescelto per gareggiare è il terzo fine settimana di febbraio, da sempre. Dal
1970 poi il Trofeo Topolino diventò Criterium Internazionale Giovani FIS, quindi a tutti gli effetti un
Mondiale giovanile, con 350 giovani atleti chiamati a misurarsi da tutto il
pianeta. Pensate che il nostro Albertone Tomba arrivò trentaduesimo. Era il
1980 e Giuliano doveva ancora nascere…
“Sì, il Topolino
l’ho vinto nel 1999… – ci pensa un attimo su – … e sì, facevo già la seconda superiore… Sai, il Topolino è stata la prima grande
occasione di andare al di là dei miei confini. Sì, intendo quelli della mia
regione. Fino ad allora, e per un paio d’anni, posso dire di aver dominato la
categoria Allievi in Emilia Romagna. Col Topolino
per la prima volta potevo misurarmi prima coi più bravi di tutt’Italia, poi
addirittura con qualche centinaio di altri giovani sciatori provenienti da
tutto mondo. L’occasione era ghiotta. Fin da quando ho partecipato alle
selezioni per le finali italiane ho potuto respirare un’aria diversa. Mi sono
potuto confrontare con ragazzi da tutte le Alpi. E le Alpi sono grandi, te
l’assicuro, così come posso garantire che noi sciatori degli Appennini siamo di
meno rispetto agli altri. Sciamo ad ottimi livelli, per carità. Però una cosa è
dominare l’Emilia Romagna, altro è confrontarti con chi scenda dalle piste
sulle Alpi e vedere a che punto sono i tuoi pari età di tutta Italia. Per
farlo, hai solo un modo: devi uscire fuori dai confini regionali. Il Topolino è stata una delle primissime
occasioni per farlo e il risultato finale mi ha fatto capire che la strada era
giusta. Alle finali italiane infatti mi classificai secondo alla fine della
prima manche e primo assoluto alla
fine della seconda manche. Fu la mia
prima vittoria a livello nazionale. Poi venne la sfida delle finali mondiali
del Topolino. Chiusi il torneo al
quarto posto, ma sempre primo degli sciatori italiani della mia età. Oggi posso
vedere quell’esperienza come un segnale fondamentale, quello che stavo
percorrendo la strada giusta e dovevo continuare così”.
Il quarto posto al Topolino gli spalanca le porte per il Mondiale di categoria che si
sarebbe svolto in Canada. Grande stagione quel 1999, qualificazione in tasca,
passaporto pronto… ma mamma Tiziana dice che… “…non si può andare in Canada
perché dovevo tornare a scuola…”.