L’ex
capo di stato maggiore dell’autoproclamata Repubblica serba di Bosnia, il già
generale Ratko Mladić, è stato condannato dal Tribunale penale internazionale
per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia (Tpi) de L’Aja all’ergastolo, come
richiesto dalla Procura generale. Mladić è stato condannato per il genocidio di
Srebrenica, per crimini contro l’umanità e per la violazione delle leggi di
guerra in materia di trattamento dei prigionieri, il tutto in riferimento a
molteplici fatti di sangue avvenuti durante la guerra di Bosnia Erzegovina, tra
il 1992 e il 1995.
Mladić
e il suo avvocato questa mattina in aula prima della sentenza si sono lasciati
andare a comportamenti ostruzionistici; per questa ragione l’ex generale è
stato fatto allontanare in un’altra aula, dove ha potuto ascoltare la sentenza.
La
condanna ai danni di Mladić, pur segnando una pagina storica del conflitto
bosniaco-erzegovese, non è ancora definitiva e certamente la vicenda
giudiziaria del cosiddetto “boia di Srebrenica” si arricchirà di altre pagine,
fino alla sentenza di secondo grado.
Mladić è stato condannato in particolare per genocidio, persecuzione,
sterminio, omicidio e atti inumani per lo spostamento forzato di civili nell’area
di Srebrenica nel luglio del 1995; per persecuzione, sterminio, omicidio,
deportazione e atti disumani perpetrati in diverse municipalità della Bosnia
Erzegovina; per omicidio, terrore e attacchi illegali contro i civili durante
l’assedio di Sarajevo; per la presa in ostaggio di personale delle Nazioni
Unite. Allo stesso tempo, è stato assolto dall’accusa di aver perpetrato
genocidio in altre aree della Bosnia Erzegovina, diverse da Srebrenica, nel
1992.
Le parole pronunciate contro Mladić durante la
lettura della sentenza da parte del presidente della giuria, Alphons Orie, sono
state pesanti come macigni, ma di certo non sposteranno di un millimetro le
posizioni dei negazionisti e di coloro che ritengono da sempre un personaggio
come l’ex generale, macchiatosi degli abomini sopra elencati, un “eroe”.
Mladić
era stato rinviato a giudizio già nel luglio del 1995, in contumacia, ma il
processo ai suoi danni è potuto cominciare solo il 16 maggio 2012, dopo una
lunghissima latitanza dorata, favorita da organi sia dello Stato serbo che
dell’entità della Repubblica serba di Bosnia. I giudici hanno tenuto 530 giorni
di udienza, hanno sentito 592 testimoni e consultato oltre diecimila documenti
ammessi in giudizio. Tra il 5 e il 15 dicembre 2016 sono stati esposti gli
argomenti finali da parte di accusa e difesa e da allora si è attesa la
sentenza di primo grado. Che considerare un atto dovuto è il minimo.
Incluso
Mladić sono 161gli accusati di crimini di guerra processati dal Tribunale de L’Aja.
Al momento, compreso quello contro Mladić, solo sei di questi procedimenti sono
in corso, mentre gli altri 155 si sono conclusi.