giovedì 27 ottobre 2022

Dalla Norvegia all’Italia, il pericoloso “Filo nero” del suprematismo


Un cittadino italiano è stato arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale. Secondo quanto riportato da fonti di stampa, il gip che ha convalidato l’arresto ha definito la persona fermata dalle forze dell’ordine come “un perfetto lupo solitario” e, si legge in un articolo del “la Repubblica”, il giovane arrestato sarebbe un suprematista pronto “al sacrificio estremo a difesa della razza bianca”.

Nel prologo del nuovo libro di Giuseppe Carrisi, Il filo nero. Nazismo e fascismo, quando il passato ritorna (Infinito edizioni, settembre 2022), non casualmente si legge: “Bianchi, nazionalisti, violenti, antisemiti, identitari, suprematisti, nostalgici. Un filo nero lega il massacro in Norvegia a quelli in Nuova Zelanda, Texas e Germania, passando per la strage sfiorata a Macerata: quello della xenofobia, del razzismo, dell’intolleranza, dell’autoritarismo, dell’esaltazione dei disvalori. Segni inquietanti di un passato che risuona nel presente. Fascismo e nazismo non sono morti. Continuano a vivere. Non fanno parte più solo della storia e della memoria, ma – in qualche modo – sono nuovamente ‘protagonisti’ in mezzo a noi. […] Breivik, Crusius, Tarrant, Rathjen sono la mano armata del nazifascismo 2.0. I loro messaggi di odio e di morte viaggiano alla velocità dei social. Anticipano le loro azioni. Dopo il terrorismo di stampo jihadista, ora stiamo vivendo il tempo del terrorismo suprematista, che uccide in nome di una sorta di ‘fondamentalismo ariano’. Al posto degli ebrei, i migranti. Ieri i campi di concentramento, oggi i campi di detenzione”.

Un libro che fotografa perfettamente il nostro presente attraverso un excursus che non può e non deve lasciare indifferenti. La lettura de “il filo nero” è assolutamente necessaria anche per questo.