Le
136 piccole bare verdi piene di ossa saranno sepolte accanto alle altre 6.241
già tumulate, in attesa della cerimonia del ventunesimo anniversario, l’anno
prossimo. Il numero così ridotto di feretri non si spiega con una riduzione dei
ritmi di lavoro ma con le enormi difficoltà nei riconoscimenti. Oramai,
infatti, gli antropologi forensi possono lavorare solo su singole ossa o parti
di scheletro, non essendo più disponibili nelle migliaia di sacchi a disposizione
resti di corpi integri.
A
oggi sono state rinvenute circa ottanta fosse comuni nella Repubblica serba di
Bosnia negazionista. Ancora oltre quattromila delle 10.701 vittime del
genocidio attendono il riconoscimento, ma in alcuni casi attendono ancora il
ritrovamento, inumate come sono in luoghi sconosciuti sotto la terra amara della
Repubblica serba di Bosnia che aspira a un’indipendenza fondata sul genocidio e
sullo stupro etnico.
L’11
luglio a Potočari ci saranno un sacco di potenti e di giornalisti. Il 12
luglio, come sempre, tutto sarà stato già dimenticato…