Negli
stadi normalmente se ne vedono di peggio, ma un lunghissimo striscione bianco
con scritte in nero potrebbe costare caro al FK Sarajevo.
Lo
striscione è stato esposto dai tifosi in curva in occasione del secondo turno
preliminare di Champions League contro la squadra polacca del Lech Poznan. C’era
scritto: “Non dimenticare mai il genocidio di Srebrenica, non perdonare mai”. Al
di là dell’ultima parte, senz’altro censurabile, dello striscione – perché Srebrenica
invoca giustizia e non certo vendetta – resta il dato di fatto che l’esibizione
dei tifosi era stata organizzata in occasione del ventennale del genocidio,
caduto tra l’11 e il 21 luglio scorsi, allorché, nel 1995, la soldataglia
serbo-bosniaca e i paramilitari serbi (e anche molti greci e altri ancora
appartenenti ad altre nazionalità) torturavano e uccidevano 10.701 civili musulmani
e li inumavano selvaggiamente in fosse comuni, per tacere degli stupri etnici
ai danni delle donne.
La
Uefa – l’ottuso organo che governa il calcio europeo e un business da capogiro –
non ha voluto però sentire ragioni e ha aperto formalmente un’inchiesta ai
danni del FK Sarajevo. La squadra potrebbe rischiare una multa o la chiusura
delle porte dello stadio di casa per qualche turno. Resta il fatto che l’Uefa e
chi la governa hanno dimostrato un’ottusità e una insensibilità che hanno
ricordato molto da vicino quella dei governanti francesi durante la guerra di
Bosnia Erzegovina. Forse non è un caso che a guidare la mecca del calcio
europea sia proprio un francese, l’ex supercampione Michel Platini… tra i
principali candidati ad assumere la successione dell’ex intoccabile del calcio
mondiale, lo svizzero Sepp Blatter, alla guida della Fifa, la supermecca del
business del calcio mondiale.Roba da ricchi, insomma. Mentre a Srebrenica sono ricchi solo di dolore e di giustizia negata. Sanno provare un pizzico si sana vergogna i paperoni arroganti che dominano il calcio planetario o, più semplicemente, se ne fregano e basta?