giovedì 10 febbraio 2011

“Il destino della Bosnia nelle mani degli affaristi”, l’articolo di Ginevra Pugliese su “Bosnia Express”


Pubblico – dietro sua autorizzazione – la versione integrale dello splendido articolo dedicato a “Bosnia Express” dalla collega Ginevra Pugliese per “Il Piccolo” di Trieste dell’8 febbraio 2011.

Grazie di cuore a Ginevra Pugliese e buona lettura.

Merita davvero leggere questo libro di Luca Leone Bosnia Express, Infinito edizioni 2010, pp. 155, 12 euro, con il patrocinio di Amnesty International e postfazione di Enisa Bukvić. È un viaggio alla scoperta della Bosnia Erzegovina di oggi e, trattandosi di un viaggio, il libro non è diviso in capitoli ma in fermate. Il titolo, come l’autore stesso spiega in una nota, non ha nulla a che vedere con il Balkan Express di Slavenka Drakulić. Il Bosnia Express di Luca Leone è il trenino di una giostra che, in una giornata invernale del 2004, gli capitò di vedere a Ilidža, vicino a Sarajevo, sotto la pioggia. Il trenino (quello della copertina del libro) gli riporta alla memoria il treno Espresso 451 che per tanti anni, fino allo scoppio della guerra, aveva unito Belgrado a Sarajevo e la cui tratta è stata ripristinata appena nel 2009. Saliamo quindi con Luca Leone a bordo dell’Espresso e, di fermata in fermata (11 in tutto), da Sarajevo ci spostiamo nelle altre città e paesaggi della Bosnia, ma anche nella sua realtà economica, sociale, politica e culturale. Tutti dovrebbero leggere questo avvincente reportage, appassionato e appassionante, frutto di numerosi viaggi in quelle aree geografiche, per capire la Bosnia di oggi, compreso quello che molti vorrebbero restasse incomprensibile. L’analisi di Luca Leone è imparziale, dettagliata e spietata. Come egli stesso tiene a precisare il suo compito di giornalista è quello di essere indipendente, e per farlo ha voluto vivere a contatto con le persone comuni, musulmane, ortodosse, cattoliche, ebree. Ci ricorda il tragico periodo dell’assedio di Sarajevo, dei viveri avariati degli aiuti umanitari, ci parla dei bambini negli orfanotrofi, del genocidio di Srebrenica, delle mine ancora disseminate nei terreni, degli stipendi da fame della gente normale e delle scarpe che vengono acquistate a rate nei negozi. E poi il senso di impotenza e frustrazione dei parenti delle vittime della guerra per la lentezza e gli scarsi risultati della Giustizia, dell’impunità diffusa e dilagante. Ci presenta i vari partiti politici e losche figure in agguato per arraffare l’arraffabile in una Bosnia violentata, derubata, devastata materialmente, culturalmente e moralmente. Non solo da politici nazionalisti incapaci e corrotti ma anche da banche, affaristi di paesi esteri e da molte imprese, mafia inclusa. Le risorse naturali della Bosnia sono innumerevoli e fanno gola. Così gli stranieri investono in una Bosnia che produce ricchezza ma non per i bosniaci. I bosniaci si ritrovano sempre più poveri e divisi tra di loro anche attraverso la religione che va a braccetto con la politica nazionalistica e crea fratture che prima della guerra non c’erano. Una guerra che si vuole far credere sia stata causata dall’odio etnico-religioso. Niente di più falso, tiene a sottolineare Luca Leone.
Nel 1995 Dayton ha spaccato la Bosnia in due entità: la Repubblica Srpska e la Federazione croato-musulmana ma ora c’è chi (Zagabria e Vaticano) vorrebbe dividerla ulteriormente creando una terza entità croata, con il rischio di una nuova guerra.
Il quadro generale che esce da questo libro è davvero desolante e, purtroppo, realistico. Non esiste una soluzione, uno spiraglio di speranza per la Bosnia e questo soprattutto perché “il destino della Bosnia è nelle mani e nelle mire di chi ne gestisce le risorse. Mancano le buone idee e soprattutto i buoni politici”. L’unico partito, debole però, al di fuori di un’ottica nazionalistica è Naša Stranka, fondato dal premio Oscar per la regia Danis Tanović (che proprio lo scorso giovedì è stato nella nostra città al Trieste Film Festival con il suo nuovo film Cirkus Columbia).
E poi ci sono i traffici loschi, il settore immobiliare abile nel lavare il denaro sporco, e i giovani: quelli che si offrono come carne da macello in Afghanistan, quelli che aspirano al modello dei ricchi mafiosi ma anche quelli che sono costretti ad andarsene perché lì non trovano futuro.
Il libro di Luca Leone denuncia questo e altro, rendendo giustizia a un Paese che giustizia non ha e tutti, anche chi crede di sapere ogni cosa dei Balcani, dovrebbero leggerlo se non altro per la sua chiarezza e scioltezza nel raccontare. Sono molte le fermate interessanti, una: Babele è perfino divertente, tratta della questione linguistica. E poi c’è quella fermata con il mistero inquietante del lago Buško... e la sorprendente scoperta nella località di Visoko che potrebbe attirare il turismo.... Be’, insomma, per sapere questo e altro non vi resta che salire a bordo del Bosnia Express. Buon viaggio!