lunedì 29 aprile 2013

La corruzione in Bosnia Erzegovina e la pesante caduta di una testa presidenziale

Venerdì 26 aprile 2013 i funzionari dell'Agenzia di investigazione e protezione della Bosnia Erzegovina (SIPA) hanno portato a termine un blitz che ha visto l’arresto di una ventina di persone, tutte impegnate a vario livello nella gestione di ruoli di primaria importanza all’interno dell’Entità più grande della Bosnia Erzegovina, la Federazione di Bosnia Erzegovina (FBiH; la seconda Entità è la Repubblica serba di Bosnia – Rs). Tra gli arrestati spicca il nome di Zivko Budimir, contestato presidente in carica della Federazione di Bosnia Erzegovina, croato bosniaco. Gli altri 19 arrestati sono funzionari governativi vicini a Budimir.
Secondo gli inquirenti, Budimir e gli altri fermati si sarebbero macchiati di reati quali corruzione, abuso d’ufficio e adesione o fiancheggiamento a gruppi criminali organizzati, a vario livello attivi nella Federazione.
Budimir, in particolare, sarebbe indagato per aver accettato tangenti in cambio della grazia, concessa lo scorso anno a un centinaio di condannati, ospiti delle patrie galere. Il presidente dell’Entità a maggioranza bosniaco musulmana e croato bosniaca è al centro di una grave crisi politica che attraversa la FbiH dal 2012. Budimir non ha approvato il rimpasto del governo, attraverso la revoca dei mandati a otto ministri chiesta del premier della Federazione Nermin Niksic, e da allora l’Entità è nel caos.
La corruzione è una delle grande piaghe bosniache. La Bosnia è infatti, secondo le statistiche di Transparency International, il Paese più corrotto d’Europa, seguito a stretto giro dall’Italia. L’arresto di Budimir, qualora le accuse a suo carico dovessero essere provate e confermate, sarebbe un’ottima notizia perché forse per la prima volta le autorità bosniache avrebbero messo a segno un’importante operazione di “pulizia” del corrottissimo sistema politico nazionale. Il problema è però capire se l’arresto di Budimir sia figlio di una perdita di potere dell’uomo politico e quindi si tratti di una sorta di regolamento di conti interno, il che non cambierebbe per nulla la situazione oggettivamente grave di corruzione del sistema di potere bosniaco, o se invece qualcosa si stia realmente muovendo in modo indipendente e finalmente limpido. In questo auspicabile – ma difficile – secondo caso, dovremmo aspettarci moltissimi nuovi arresti, nei mesi a venire, e non solo in Federazione…