lunedì 7 aprile 2014

Aprile, quel macabro ricorrere del numero 6 (in Rwanda, Bosnia, etc...)

È un gioco forse inutile ma a volte può valere la pena soffermarsi su certi scherzi del destino legati a una data. Normalmente lo si fa con l’11 settembre, ma anche il 6 aprile non è da meno.
Senza fare inutili liste, a memoria mi viene da citare queste date:
6 aprile 1917: il Congresso degli Stati Uniti dichiara formalmente guerra all’Impero Tedesco. È inevitabile ma questo comporta un bagno di sangue ancora peggiore rispetto a quello già in corso. Ma gli esiti della guerra cambiano drasticamente, determinando sia la sconfitta degli Imperi centrali, sia la dissoluzione dell’Impero Ottomano sia, infine (ma in realtà si tratterà di un tragico inizio…), l’ammontare insostenibile dei risarcimenti di guerra in capo alla Germania il che, poco più di due decenni dopo, spianerà la strada all’avvento al potere dei Nazisti a Berlino.
6 aprile 1924: è l’anno in cui il Partito nazionale fascista – dopo la marcia su Roma, il colpo di Stato mussoliniano e la decisione di casa Savoia di avallare l’atto di forza di cui sopra – vince le elezioni in virtù della legge Acerbo, che permetteva a chi conquistava la maggioranza relativa del 25 per cento di ottenere due terzi dei seggi in Parlamento. Da qui comincia il ventennio più buio della storia d’Italia (ma, per inciso, quasi nessuno dei partiti “democratici” o sedicenti tali, allora, di fronte al piatto ricco rappresentato dalla legge Acerbo, pensarono di protestare contro una legge elettorale evidentemente orientata in una sola direzione).
6 aprile 1941: la Germania e l’Italia invadono la Bosnia Erzegovina e danno il via alla conquista di tutti i Balcani. Sempre il 6 aprile, ma del 1945, i partigiani di Tito liberano Sarajevo, dopo quattro anni di occupazione e circa 15.000 morti nella sola capitale bosniaca.
6 aprile 1992 (ma qualcuno preferisce parlare del 5, giorno in cui i cecchini assassini di Radovan Karadzic sparano sulla folla inerme a Sarajevo durante una manifestazione per chiedere che la guerra non scoppi): l’aggressione serbo-bosniaca, sostenuta paramilitarmente dalla Serbia, fa esplodere la guerra in Bosnia Erzogovina (per quanto da qualche settimana le violenze fossero già in corso altrove), che durante quattro anni di sanguinosi scontri – resi ancora più terribili dalla successiva aggressione croata all’Erzegovina – provocheranno la morte di almeno 254.000 persone, 10.701 delle quali nella sola Srebrenica in quattro giorni di genocidio (11-15 luglio 1995). L’Onu non fa nulla.
6 aprile 1994: comincia il genocidio in Rwanda che, nel corso di cento giorno di sangue e violenze inimmaginabili, provoca la morte di almeno 800.000 esseri umani, tutsi e hutu moderati, a opera degli estremisti hutu. Qui l’Onu ritira addirittura i caschi blu e lascia mano libera ai genocidi, con il benestare e il sostegno della Francia.
6 aprile 2009, terremoto a L’Aquila: 309 morti e certe risatine notturne da parte di sciacalli italiani che si fregano le mani per i guadagni in arrivo grazie alla ricostruzione.

Parzialmente mitigano la tragicità di questa data questi eventi:
6 aprile 1483: nasce Raffaello Sanzio.
6 aprile 1896: cominciano i primi Giochi Olimpici dell’era moderna (gli ultimi si erano svolti nel 393 dopo Cristo); qualche decennio dopo, le Olimpiadi diventano ostaggio degli sponsor e dei politici (ma questa è un’altra storia).
6 aprile 1935: nasce Fred Buongusto.
Almeno qualcosa di positivo andava citato, per non piombare nella depressione.
Insomma, forse ce n’è abbastanza per mettere il 6 aprile al fianco dell’11 settembre nella classifica delle date più sventurate della storia dell’umanità.

Si può, però, parlare di mera sventura? O, semplicemente, bisogna parlare di casualità legata a una data ma di tutt’altro che casuale e tristemente ben nota, e incurabile, aggressività della specie umana, che prima ci porta sull’orlo del baratro, poi, in attesa che scoppi l’ennesima tragedia, ci spinge a scrivere inutili riflessioni su quanta “sfiga” possa portare una data…?