È un
gioco forse inutile ma a volte può valere la pena soffermarsi su certi scherzi
del destino legati a una data. Normalmente lo si fa con l’11 settembre, ma
anche il 6 aprile non è da meno.
Senza
fare inutili liste, a memoria mi viene da citare queste date:
6 aprile
1917: il Congresso degli Stati Uniti dichiara formalmente guerra all’Impero
Tedesco. È inevitabile ma questo comporta un bagno di sangue ancora peggiore
rispetto a quello già in corso. Ma gli esiti della guerra cambiano
drasticamente, determinando sia la sconfitta degli Imperi centrali, sia la
dissoluzione dell’Impero Ottomano sia, infine (ma in realtà si tratterà di un
tragico inizio…), l’ammontare insostenibile dei risarcimenti di guerra in capo alla
Germania il che, poco più di due decenni dopo, spianerà la strada all’avvento
al potere dei Nazisti a Berlino.
6 aprile
1924: è l’anno in cui il Partito nazionale fascista – dopo la marcia su Roma,
il colpo di Stato mussoliniano e la decisione di casa Savoia di avallare l’atto
di forza di cui sopra – vince le elezioni in virtù della legge Acerbo, che
permetteva a chi conquistava la maggioranza relativa del 25 per cento di
ottenere due terzi dei seggi in Parlamento. Da qui comincia il ventennio più
buio della storia d’Italia (ma, per inciso, quasi nessuno dei partiti
“democratici” o sedicenti tali, allora, di fronte al piatto ricco rappresentato
dalla legge Acerbo, pensarono di protestare contro una legge elettorale
evidentemente orientata in una sola direzione).
6 aprile
1941: la Germania e l’Italia invadono la Bosnia Erzegovina e danno il via alla
conquista di tutti i Balcani. Sempre il 6 aprile, ma del 1945, i partigiani di
Tito liberano Sarajevo, dopo quattro anni di occupazione e circa 15.000 morti
nella sola capitale bosniaca.
6 aprile
1992 (ma qualcuno preferisce parlare del 5, giorno in cui i cecchini assassini
di Radovan Karadzic sparano sulla folla inerme a Sarajevo durante una
manifestazione per chiedere che la guerra non scoppi): l’aggressione serbo-bosniaca,
sostenuta paramilitarmente dalla Serbia, fa esplodere la guerra in Bosnia
Erzogovina (per quanto da qualche settimana le violenze fossero già in corso
altrove), che durante quattro anni di sanguinosi scontri – resi ancora più
terribili dalla successiva aggressione croata all’Erzegovina – provocheranno la
morte di almeno 254.000 persone, 10.701 delle quali nella sola Srebrenica in
quattro giorni di genocidio (11-15 luglio 1995). L’Onu non fa nulla.
6 aprile
1994: comincia il genocidio in Rwanda che, nel corso di cento giorno di sangue
e violenze inimmaginabili, provoca la morte di almeno 800.000 esseri umani,
tutsi e hutu moderati, a opera degli estremisti hutu. Qui l’Onu ritira
addirittura i caschi blu e lascia mano libera ai genocidi, con il benestare e
il sostegno della Francia.
6 aprile
2009, terremoto a L’Aquila: 309 morti e certe risatine notturne da parte di
sciacalli italiani che si fregano le mani per i guadagni in arrivo grazie alla
ricostruzione.
Parzialmente
mitigano la tragicità di questa data questi eventi:
6 aprile
1483: nasce Raffaello Sanzio.
6 aprile
1896: cominciano i primi Giochi Olimpici dell’era moderna (gli ultimi si erano
svolti nel 393 dopo Cristo); qualche decennio dopo, le Olimpiadi diventano
ostaggio degli sponsor e dei politici (ma questa è un’altra storia).
6 aprile
1935: nasce Fred Buongusto.
Almeno qualcosa
di positivo andava citato, per non piombare nella depressione.
Insomma,
forse ce n’è abbastanza per mettere il 6 aprile al fianco dell’11 settembre
nella classifica delle date più sventurate della storia dell’umanità.
Si può,
però, parlare di mera sventura? O, semplicemente, bisogna parlare di casualità
legata a una data ma di tutt’altro che casuale e tristemente ben nota, e
incurabile, aggressività della specie umana, che prima ci porta sull’orlo del
baratro, poi, in attesa che scoppi l’ennesima tragedia, ci spinge a scrivere
inutili riflessioni su quanta “sfiga” possa portare una data…?