lunedì 27 giugno 2011

Un Canto di Francesco De Filippo sulla "monnezza" di Napoli e su una città che non merita tutto questo


Cari,
ho il piacere immenso di regalarvi questo splendido testo di un caro amico, una persona d'oro. Uno scrittore, Francesco De Filippo, che ha raccontato Napoli e la maledizione dei rifiuti. L’ha fatto con un libro – MONNEZZA – che il Maestro Andrea Camilleri ha definito "una divertentissima e amara metafora sulla vicenda della monnezza che da fenomeno reale si trasforma addirittura in una metafisica della condizione umana".
Oggi, dopo aver raccontato nel suo libro (novembre 2010, giunto alla terza edizione, quest’ultima con postfazione di Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo) le dinamiche politiche, affaristiche e malavitose che soggiacciono dietro a uno scandalo vergognoso come quello dei rifiuti di Napoli, De Filippo ci regala un Canto doloroso e pieno d’amore sulla sua Napoli e sulla tragedia che sta vivendo. Un Canto che ci fa piacere condividere con l’intera Italia.

©Infinito edizioni 2011 – Si consente l’uso libero di questo testo citando chiaramente la fonte

AMO NAPOLI
di Francesco De Filippo

Amo Napoli
e la amerei anche se fossi di Milano
di Stoccarda, Anversa o Toronto
di Palermo come di Addis Abeba.

Amo Napoli
perché non amo l’odio che la pervade e la innerva
né quello esogeno, banale nella sua elementarietà
ma ancor più corrosivo

Amo Napoli
e più la odiano gli altri più la amo io
io che non ci vivo, che l’ho maledetta
come un amante tradito ma inevitabilmente innamorato.

Amo questa splendida
folle e anarchica interpunzione
tra Africa ed Europa
tra Oriente e Occidente.
La amo perché non la giustifico:
ne centellino le colpe come colpi di flagello
uno a uno, grani di rosario
ne cantileno l’invocazione dieci cento mille volte
monotona, come ripetitiva è una raffica di kalashnikov.
Non giustifico questi
che hanno strappato i cuori ai bambini
tagliato i piedi ai camminatori e tolto luce agli occhi degli esteti
Né giustifico gli altri
che a questi rapaci hanno fornito rostri e artigli
che hanno succhiato la dignità agli operai
tagliato le produzioni e segati i banchi scolastici.
Chi ha tenuto stretto coi denti
ha dovuto mollare anche mandibola e gengive.
A tutti – questi e gli altri –
che di una dolcezza geografica
hanno fatto Territorio di monnezza.

Oggi questa è terra di guerra
non dichiarata, subdola;
acqua rossa di mattanza
per tonni che lo sforzo di vivere inarca e torce
poderosamente sbattono, con disperata violenza
tuffano le teste nell’acqua che arretra
nelle camere di reti che li consegnano all’aria soffocante;
stentano a morire

Gli altri,
che si pensano come anime salve
e sono invece soltanto in una tonnara più grande.
Quando non riusciranno più a toccarsi e a deambulare
a parlare e fare l’amore
capiranno che per fermare un’infezione
hanno tagliato mani e piedi, lingua e genitali
del proprio corpo.

Corrivo e impotente, soffro.


27 luglio 2011



MONNEZZA è disponibile in libreria, su internet e da oggi in formato ebook direttamente sul nostro sito.

Francesco De Filippo è nato a Napoli nel 1960. Giornalista dell'Agenzia Ansa, è stato corrispondente per Il Sole 24 Ore. All'attività di giornalista associa quella di romanziere e saggista: ha pubblicato cinque libri per Mondadori, Rizzoli, Nutrimenti, l'ultimo dei quali è Quasi uguali (Mondadori, 2009). Da alcuni sono stati tratti spettacoli teatrali. Ha vinto numerosi premi; alcuni suoi libri sono stati pubblicati in Germania, Francia e nella Repubblica Ceca. Per Infinito edizioni ha curato La mia vita dentro. Le memorie di un direttore di carceri (2010, due edizioni) e ha scritto Monnezza (2010, tre edizioni) e, con Andrea Camilleri, Questo mondo un po’ sgualcito (2011).