lunedì 19 marzo 2012

Rubrica sull'editoria: dal nulla al libro/i costi interni redazionali


Nuova puntata della rubrica sull'editoria scritta per Golem Informazione.

Per pubblicare un libro occorrono una serie di strumenti redazionali. Alcuni sono unici e vengono impiegati solo sul singolo progetto libro, altri invece hanno un’utilità e dei costi che vanno spalmati su più libri.

Cominciamo dagli strumenti, e dai costi, unici.

Un libro ha una copertina. La copertina va realizzata graficamente. La persona che ha questo compito – qualunque sia la sua posizione contrattuale – ha un costo, calcolabile forfetariamente a progetto oppure a ora. Qualora la copertina abbia le bandelle o alette, il costo sarà leggermente superiore. Il segnalibro o la cartolina, che talvolta accompagnano la promozione di un libro, hanno egualmente un costo di creazione. Se il programma professionale su cui la copertina è stata realizzata è di proprietà della casa editrice, il costo di quel software va spalmato per almeno tre anni su ogni libro, così come quello del computer su cui il programma è installato, la scrivania su cui il pc o il Mac è sistemato, eccetera. Stesso discorso va fatto per l’interno del libro, il testo, che va impaginato, ma prima ancora deve essere corretto ed editato. E tutto questo ha, naturalmente, i costi di cui sopra. Già solo queste due voci – copertina e interno del libro – insieme possono arrivare ai mille euro di costi o superarli anche abbondantemente, se il libro è tecnico e specialistico o molto corposo.


La carta su cui il libro, per essere corretto, e la copertina saranno più volte stampati ha un costo, così come i toner – ormai una fornitura di quattro toner per una stampante laser a colori dalle medie prestazioni costa più della macchina stessa, per non parlare del tamburo, tant’è vero che ormai l’esaurimento del “drum” determina il pensionamento della stampante, con uno spreco di risorse ingiustificabile ma inevitabile).

Una volta corretto e mandato in stampa, il volume va promosso in contemporanea alla sua uscita. Questo vuol dire invio di copie omaggio alla stampa, spese di spedizione all’uopo, telefonate ormai quasi sempre su telefoni mobili, eventuale acquisto di pagine pubblicitarie o di spazi radiofonici. Ma di questo parleremo in una puntata ad hoc.

Altri costi da aggiungere possono essere quelli per l’affitto di sale per la presentazione del volume oltre, naturalmente, ai costi di viaggio e alloggio dell’autore o degli autori. Queste voci sono diventate oramai così pesanti e insostenibili che la maggior parte della piccole e medie case editrici presenta libri solo se l’autore si paga i costi o se questo viene invitato e ospitato dagli organizzatori. Per alcuni autori questo è difficile da accettare, ma spendere 200 euro per viaggio di andata e ritorno in treno e per una notte di alloggio vuol dire dover vendere, per ammortizzare il tutto, tra le 30 e le 50 copie di un libro, cifre che però molto pochi autori possono garantire.

Passiamo ai costi da spalmare. Anche perché su ogni libro va, inevitabilmente, “splittata” una parte del costo d’affitto della sede; dei costi di pulizie, acqua, riscaldamento, elettricità, telefono, internet; degli eventuali costi di condominio; dei costi complessivi determinati per l’azienda da stipendi, compensi per collaboratori e consulenti e quant’altro. E non abbiamo ancora parlato di tasse.

A tutto questo va aggiunto il costo di stampa di un libro e quello di trasporto, oltre ai costi immensi della distribuzione.

Allora, siete ancora convinti di voler fondare una casa editrice?

Bene, allora ci leggiamo la settimana prossima… per parlare di costi amministrativi e di gestione.