lunedì 18 agosto 2014

La Bosnia e un miliardo di barili di petrolio


È dei giorni scorsi la notizia – ampiamente passata inosservata – che il ministro dell’Energia, delle miniere e dell’industria della Federazione di Bosnia Erzegovina (FBiH), Erdal Trhulj, ha confermato l’imminente firma del contratto di concessione per la prospezione petrolifera sotto il territorio bosniaco, dove vi sarebbero riserve petrolifere per circa un miliardo di barili di petrolio.
Questa notizia è nota fin almeno dalla fine degli anni Ottanta, ovvero il periodo immediatamente precedente l’esplosione della guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995).
Oggi tutti continuano a parlare della Bosnia come di un Paese povero e privo di risorse, in cui la gente si sarebbe azzannata e sbranata per questioni religiose ed etniche. La verità è che queste questioni non solo non c’entrano nulla ma sono state praticamente inventate a tavolino, e che quella di Bosnia è stata una guerra d’aggressione militare con l’obiettivo non solo di smembrare il Paese in due ma anche di accaparrarsi le sue risorse. Petrolio e acqua dolce in testa. Raccontarlo, a volte, equivale a essere presi per pazzi. Ora invece quel che si sa in ristretti circoli da qualche decennio e che ho dettagliatamente raccontato nel mio “Bosnia express” riceve un’ulteriore conferma direttamente da una fonte ufficiale bosniaco-erzegovese. Vediamo quanti decenni occorreranno prima che giornalisti e politici italiani (per non parlare dei cooperanti) capiscano. Per approfondimenti, consiglio vivamente la lettura di “Bosniaexpress”, prossimo all’esaurimento della terza edizione, pari circa a quattromila copie vendute.