lunedì 9 marzo 2015

"I bastardi di Sarajevo", dicono i lettori: Nadia Ravioli


Caro Luca,
ho appena finito di leggere “I bastardi di Sarajevo”. Cosa devo dirti? È un pugno nello stomaco. Per tutta la settimana ho ripensato ai dialoghi e con la mente ripercorrevo tutti i passi del viaggio fatto insieme nel maggio 2013. Anche se ho già letto altri tuoi libri, ti ascolto durante le presentazioni, ne abbiamo parlato tanto durante il viaggio, io non riuscirò mai ad abituarmi al fatto di tutta questa orrenda brutalità gratuita. Credo che l’essere umano sia veramente la bestia più feroce che esista al mondo, perché gli altri animali non si comportano così.
Il libro è bellissimo, crudo, ma sappiamo che i fatti sono reali, che lì le cose sono come le descrivi tu. Che alla fine il personaggio del Professore, che tira le somme, ha ragione. Il Paese non è grandissimo e tutti si conoscono e nessuno credo voglia “giocare” raccontando cose diverse dai reali fatti accaduti, anche se per sentito dire da amici di amici di amici. E poi il solo pensiero che non ci sia una donna che non si porta dentro questo dolore sofferto per le atrocità subite, e più o meno tutte l’hanno subito, mi fa impazzire. 
Altra cosa che ti posso dire, è che il libro è diretto, colpisce come una freccia ben assestata, ben scritto e facile da capire.
A leggere i dialoghi tra politici, mi è salita una forte consapevolezza di quanto noi italiani siamo già dentro a un meccanismo così, perverso e insensibile. Come tutto, e dico veramente tutto, sia stato pianificato a tavolino per far stare male la gente e così gestirla meglio. Questa non è politica, ma semplicemente mercificazione del tutto. E il fatto di essere impotenti di fonte a tutto ciò mi fa arrabbiare ancora di più. Vedo come saremo noi magari tra vent’anni, anche se siamo sulla buona strada ora e non mi piace.
Perfetto per una rappresentazione teatrale. Assolutamente perfetto.
Un abbraccio grande
Nadia Ravioli