domenica 23 gennaio 2011

Da Vittorio Veneto a Parma, il “Bosnia Express” va a tutto vapore

Siamo rimasti alla presentazione di Padova del 20 gennaio di "Bosnia Express". Venerdì è stata la volta di Vittorio Veneto, sabato di Parma. È stato, questo, un mini-tour tra Veneto ed Emilia Romagna all’insegna della splendida e calorosa accoglienza e dell’ottima cucina, perfettamente in linea con la precedente esperienza in Puglia (Taranto, Massafra e Cerignola).
L’ottima organizzazione e la sensibilità del pubblico verso la Bosnia Erzegovina (in totale controtendenza rispetto alla mediocre classe politica italiana e ai nostri media avidi di bunga bunga e da sempre poco inclini all’approfondimento rispetto alle questioni balcaniche) ha determinato un ottimo successo delle presentazioni, in linea con Padova, sia a Vittorio Veneto (oltre sessanta presenti) che a Parma (ben più di quaranta).
Uno degli aspetti più significativi di queste tre presentazioni è stato la presenza di tanti bosniaci tra il pubblico. Ragazzi e adulti tra i 17 e i 50 anni che hanno condiviso ampiamente il contenuto del libro, e a tratti si sono commossi. Io sono convinto che una delle sfide più grandi sia di non far cadere un velo di oblio su questo Paese, cosa che i nazionalisti delle tre parti fortemente vorrebbero. “Bosnia Express”, che lo scorso dicembre, a Roma, il grande Paolo Rumiz ha definito “un libro tosto”, facendomi il più bel complimento che potessi aspettarmi e sperare, spero serva anche a questo.
Ora sto rientrando a Roma su un Frecciargento partito da Bologna in perfetto orario e sul quale, per la non certo modica cifra di 47 euro, stiamo viaggiando veloci ma stretti e scomodi come bottiglie nel cellophane. Mi piacerebbe incontrare il personaggio che, ad esempio, ha progettato i portapacchi orizzontali di questi treni infelici per chiedergli per quale diavolo di ragione non sia stato pensato di farli diedi centimetri più capienti in altezza. Sulla carrozza cinque viaggiamo con i bagagli di una numerosa e rumorosa comitiva yenkee stipati in ogni dove, e stiamo veramente scomodi. Gratis viaggerei così quasi volentieri. Ma per 47 euro, se permettete, mi scaldo un po’. Mi chiedo se chi di dovere abbia mai preso un treno. Ma nessuno – dopo le auto blu, che ormai sono quasi settecentomila in Italia (record del mondo: negli Usa sono circa 75.000…) – ha ancora inventato il “treno blu” a spese del contribuente. Parola quest’ultima che, non ci avevo mai fatto caso prima, contiene in sé un’allusione bovina – contri BUE nte) che forse spiega largamente come siamo tutti considerati dal potere in Italia, e non solo.
Bene (si fa per dire), buona domenica a tutti e buon “Bosnia Express”