A
Pietro
Veste
di pace e foggia di oro
con
sandali alati suona il silenzio.
Rugiada
di latte culla il ristoro
e
madreperla e cipria a dorso del pensiero
si
posano farfalle sui coralli d’alloro.
Venti
e nuvole adornano la chioma
e
granelli di sole turbinano intorno.
Conchiglie
e raggi del tempio l’aroma
spaziano
tra i filari di luce e astri;
piove
la fantasia dall’incantesimo automa.
Alchimia
di spiriti e comete l’aria cantano
siepi
nel deserto e carrozze nell’acqua
del
regno tridenti e lance sfidano,
cetre
e diademi di contemplazione golfi,
castelli
e pergolati i duelli placano.
In un momento in cui la
Poesia viene rilegata in scaffali polverosi e nascosti di alcune librerie ben
fornite, io non riesco a trasmettere se non in versi. Sono nata forse nel
secolo sbagliato, ma la Poesia resta l’espressione più intima e naturale di me.
L’emozione di frugare tra parole e immagini per creare verità veste la persona
di un manto leggero, pur permeandone l’interiorità più segreta. La Poesia
scava, si riempie le mani e la bocca e risale alla superficie. Non è facile,
non è difficile, non è impossibile; è il linguaggio dell’anima. In questo senso
la domanda che dobbiamo porci semmai è: abbiamo veramente il coraggio di
denudarci e scoprirci poeticamente?