Nella notte di ben otto anni fa si spegneva a Trieste Paolo Vittone, firma storica di Radio Popolare e inviato nei più drammatici conflitti dell'ultimo trentennio, dalla Bosnia al Kosovo all'Iraq, passando per il Nepal. Paolo, minato da un male incurabile dal 2006 - probabilmente un "male professionale" - ha lottato come un leone ma si è alla fine dovuto arrendere di fronte alla malvagità di quella malattia che ne ha minato il corpo ma mai mente e spirito. Otto anni sono volati in un lampo ma ancora ho nelle orecchie il ricordo della sua voce dolorante, la lista degli antidolorifici che era costretto a prendere, il suo disperato grido di aiuto per riuscire a concludere prima della fine, che sapeva imminente, il suo bellissimo libro di viaggio, "La lumaca e il tamburo" (la cui copertina vedete qui accanto), lavoro uscito purtroppo postumo, anche se di poche settimane, il cui titolo è stato un dono di Paolo Rumiz, che è rimasto accanto a Vittone in ospedale fino all'ultimo istante. Paolo Vittone era un grande giornalista e una gran brava persona. Triste è vedere come chi appartenga a queste due categorie di esseri umani venga dimenticato tanto facilmente...