Recentemente, la stampa italiana si è “accorta”
di quel buco nero della storia che si chiama Višegrad, valle della Drina,
nella Bosnia orientale, e ha pubblicato articoli di diverso tenore. Qualcuno,
su un periodico sportivo, è arrivato a raccontare quel luogo, che è uno dei
centri dell’ultranazionalismo e del negazionismo serbo-bosniaco, come posto di
pace e di riappacificazione. Questo non sarebbe vero neanche se fossimo in un
romanzo di fantascienza, purtroppo. Altri hanno invece correttamente narrato le
vicende dell’hotel termale Vilina Vlas,
sempre a Višegrad, dimenticando però di citare la fonte da cui hanno tratto
ispirazione, ovvero il libro di Luca Leone Višegrad. L’odio,
la morte, l’oblio (Infinito edizioni, 2017), il primo mai
dedicato in Italia all’argomento. È un vero peccato, dimenticare di citare la
fonte di un’ispirazione. Un “peccato” tipico del giornalismo italiano.
“La ragazza è stata portata all’hotel Vilina Vlas, descritto dal governo
bosniaco-erzegovese come uno dei presunti hotel serbi dello stupro. Mersiha è
stata rinchiusa in una stanza, la sua amica in un’altra. La sorella più piccola
di Mersiha, Emina, è stata rinchiusa in una stanza dalla parte opposta della hall.
Poche ore dopo, Mersiha ha sentito la sorella lamentarsi e singhiozzare. Non
l’ha mai più vista. Il signore della guerra, Milan Lukić, ben noto da anni a
livello locale, è entrato nella stanza di Mersiha, ha messo un tavolino davanti
alla porta e le ha detto di spogliarsi. ‘Mi disse che se non avessi fatto
quello che diceva, non sarei tornata a casa’, ricorda Mersiha, parlando con
voce nervosa ma chiara. ‘A un certo punto me lo ha ordinato, di togliermi i
vestiti. Io non volevo. Ma lui mi ha detto che dovevo, che avrei fatto meglio a
spogliarmi, o lo avrebbe fatto lui e sarebbe stato violento”.
È uno dei tanti, terribili passaggi,
dell’articolo uscito il 27 dicembre 1992 sul Washington Post.
Il giornalista Luca Leone in Višegrad. L’odio,
la morte, l’oblio (Infinito edizioni, 2017) denuncia, nel
primo reportage pubblicato in Italia
sulle vicende di Višegrad e della Valle
della Drina, come tutti sapessero delle atrocità commesse all’interno del
Vilina Vlas, e, ciò nonostante si è
andati avanti ancora per almeno due anni, nella completa impunità per i cugini Milan e Sredoje Lukić e i loro soci – sanguinari paramilitari
serbo-bosniaci che, con le loro Aquile
bianche, hanno tenuto a lungo in ostaggio la cittadina della Bosnia
orientale. “Giovani. Belle. Se minorenni, chi se ne frega. Anzi, meglio. E,
naturalmente, non-serbe. Da fecondare con seme ariano. Puro seme nazionalista
serbo – continua la denuncia di Luca Leone. Circa duecento ragazze, le vittime.
Tante – secondo quanto stabilito dalla Commissione Bassiouni, voluta dal
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nell’ottobre del 1992 – sono state
prelevate ovunque si trovassero e portate con la forza qui. Al Vilina Vlas.
Il centro termale mai chiuso, la località dalle perfette acque radioattive grazie a
speciali erbe che possono crescere solo in loco, in questo luogo baciato
dalla Natura e dannato per sempre dall’uomo.”
“Venticinque anni di silenzi complici, di rimozione, di inganni e
tradimenti. Di quel negazionismo spicciolo che si nutre di ‘letteratura’
cospirazionista e che, per mera affiliazione ideologica, ci spiega ogni tanto
con un post tradotto o scritto pure male, che è tutto falso”.
(Riccardo Noury)
Il libro:
Titolo: Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio
Autore: Luca Leone
Titolo: Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio
Autore: Luca Leone
€
14,00 – pag. 208
Con
il patrocinio di Amnesty International sezione italiana, Cisl Emilia Romagna,
Iscos Emilia Romagna, Mirni Most
L’Autore
Luca Leone (Albano
Laziale, 1970), giornalista professionista, saggista, romanziere e blogger, è laureato in Scienze politiche.
È direttore editoriale e co-fondatore della casa editrice Infinito edizioni. Ha
scritto per molte testate. Ha firmato una ventina di libri per più editori; tra
questi, per Infinito edizioni, ama ricordare: Srebrenica.
I giorni della vergogna (2005);
Bosnia Express (2010); Saluti da Sarajevo (2011); Mister sei miliardi (2012); Fare editoria (2013); I bastardi di Sarajevo (2014); Srebrenica. La giustizia negata (con
Riccardo Noury, 2015); Eden. Il paradiso
può uccidere (2016); Vai Razzo,
veloce e feroce (2016, con Giuliano Razzoli).