Il 2 febbraio del 2017 si spegneva a Zagabria lo
scrittore Predrag Matvejević, personalità altissima
della cultura e del mondo accademico non solo jugoslavo e balcanico ma di tutta
l’Europa. Nel giorno del primo anniversario della sua scomparsa citiamo un
breve estratto dalla prefazione di Luca Leone al libro dello scrittore Giacomo
Scotti, amico di una vita del professor Matvejević, dal titolo Matvejević e io, due marinai
La scomparsa di Predrag Matvejević lascia tanti vuoti. Già il suo forzato ritiro, negli ultimi anni di vita, a causa di un grave problema di salute, aveva evidenziato l’assenza di una personalità in grado di sostituirlo nel ruolo irraggiungibile che egli ha avuto non solo come narratore, ma anche come sensibile e metodico studioso di slavistica, adorato com’era dai suoi studenti. Come lui, solo Ivo Andrić e Miroslav Krleža – di cui Matvejević era stato amico, estimatore e biografo – hanno saputo dare alla letteratura degli slavi del sud nota in tutto il mondo quel tocco unico tale da renderlo un Grande alla pari dei Grandi.
Matvejević
era un uomo brillante, una brava persona, un amante della vita e un
intellettuale sopraffino. Abile e dolce narratore, robusto e sensibile
conferenziere, ha avuto, tra i pochi, il coraggio di affrontare da solo o
quasi, a petto nudo, l’oscurantismo becero e malevolo del contemporaneo
neofascismo in chiave croata pagandone personalmente le conseguenze per la sola
“colpa” di aver dato del talebano cristiano a un presunto intellettuale del suo
Paese fin troppo pedestremente schierato sulle posizioni del nuovo padrone al
comando. Un uomo coraggioso, dunque, che ha combattuto mille battaglie di
civiltà, non importa se vincendole o perdendole, ma che ha avuto il coraggio di
battersi sempre a viso aperto, sempre e solo schierato dalla parte di chi non
aveva voce, quando in tanti si nascondevano per non prendere posizione e
annusare il vento, nel suo Paese d’origine come altrove. (…)
Il
libro di Giacomo Scotti – questo ponderoso e profondo lavoro che state per
leggere – accende sulla persona e sull’opera dell’uomo e dello scrittore di
Predrag Matvejević una luce di verità. È, questo libro, la bussola che un
grande marinaio della scrittura, Giacomo Scotti, capitano ad honorem,
ha voluto donare in occasione dell’ultimo viaggio al suo amico di sempre e
immenso marinaio Predrag Matvejević, lasciando a tutti noi l’onore di salire su
una nave che non è di certo quella governata da Caronte nell’Ade, ma il sicuro
guscio di noce che, tra flutti e tante belle ma vacue sirene, ci accompagna
saldo e protettivo in un viaggio di conoscenza e di crescita intellettuale e
umana nella più grande letteratura dei nostri tempi e di sempre. Il lascito
artistico di Matvejević e l’omaggio coraggioso e alto di Scotti qui si fondono
per narrarci la vita e l’opera di un grande uomo, grazie alla penna ispirata e
schietta del suo più stimato e amato Amico di sempre.
Grazie
Giacomo. Grazie Predrag.
Il
libro:
Titolo: Matvejević e io, due marinai
Autore: Giacomo Scotti
€ 16,00 – pag. 288
L’autore:Titolo: Matvejević e io, due marinai
Autore: Giacomo Scotti
€ 16,00 – pag. 288
Giacomo Scotti (Saviano, Na, 1928), si è trasferito diciassettenne nel Territorio Libero di Trieste da dove, nell’ottobre del 1947, ha raggiunto l’Istria, stabilendosi prima a Pola e poi a Fiume. Giornalista, pubblicista, romanziere, poeta, favolista, critico letterario, traduttore di poesia e prosa dalle lingue della Slavia meridionale, per circa settant’anni ha contribuito alla diffusione della letteratura italiana nell’ex Jugoslavia e delle letterature croata, serba, slovena, bosniaca, macedone, montenegrina e albanese in Italia. Negli ultimi trentacinque anni ha vissuto e operato fra Trieste e Fiume, tessendo la rete degli scambi letterari, e non solo, fra le due sponde dell’Adriatico. Ha pubblicato oltre 160 opere in volume, alcune delle quali tradotte in varie lingue europee. Con Infinito edizioni ha pubblicato Il bosco dopo il mare (2009).