Višegrad è una cittadina della Bosnia orientale che ha vissuto, a partire dalla
primavera del 1992, sotto un regime del terrore e dell’orrore comandato da un
gruppo di paramilitari serbo-bosniaci sostenuti dall’esercito serbo, guidato
dai cugini Milan e
Sredoje Lukić. I due si rendono protagonisti, nel corso di quella terribile
estate del 1992, di una serie di episodi disumani, tra cui l’uccisione a sangue
freddo di sette musulmani-bosniaci, i cui cadaveri vengono
gettati nella Drina, e della combustione di cinquantacinque persone – tra cui
una neonata di tre giorni di vita – in una cantina di Pionirska ulica, nella quale i Lukić
lanciano ordigni incendiari alimentando poi le fiamme per ore con la benzina.
L’orrore continua con toni di questo genere per tutta l’estate, finché la pulizia
etnica ai danni dei musulmani-bosniaci – che
costituivano il 63 per cento della popolazione locale – viene portata a termine
con operazioni di rastrellamento, deportazioni e omicidi di massa di centinaia
di civili all’interno di case private. Circa tremila persone vengono uccise e
fatte scomparire. Il 27 febbraio del 1993,
come ricorda il giornalista e scrittore Luca Leone in Višegrad. L’odio,
la morte, l’oblio è una data importante nella cronologia dei fatti. “Il treno diretto
671, partito da Belgrado con destinazione Bar, entra nel territorio della
Repubblica serba di Bosnia, sempre nel comune di Rudo. Il convoglio viene fatto
fermare dai paramilitari dei cugini Lukić nella stazione di Štrpci, una
frazione di Rudo. I paramilitari avrebbero solo il mandato di controllare i
documenti di tutti i passeggeri, ma dal convoglio vengono fatte scendere
diciannove persone “non serbe”: un croato e diciotto musulmani-bosniaci. Gli
sventurati, una volta scesi dai vagoni, vengono derubati e abusati
fisicamente, come consuetudine delle Aquile bianche. Quindi vengono
fatti salire a forza su un camion e, condotti nei pressi del Vilina Vlas,
nella zona termale di Višegrad, vengono torturati tra i resti di una casa
bruciata da un rogo lungo la riva della Drina. Terminato il divertimento, tutti
vengono eliminati con un colpo alla testa e i loro corpi gettati nel fiume. I
loro resti non sono mai stati ritrovati. Dei trenta sospettati per questo
eccidio, al momento solo uno, Nebojša Ranisavljević da Despotovac è stato
condannato, nel 2002, dal tribunale di Bjelo Polje, a quindici anni di carcere
(condanna poi confermata in appello dalla Corte suprema del Montenegro
nell’aprile del 2004). Ranisavljević è stato rilasciato per buona condotta nel
2011 ed è tornato uomo libero. Nel 2014 sono poi stati arrestati altri quindici
presunti responsabili della strage, al momento ancora in attesa di sentenza
definitiva.”
Il
libro:
Titolo: Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio
Autore: Luca Leone
€ 14,00 – pag. 208
Con il patrocinio di Amnesty International sezione italiana, Cisl Emilia Romagna, Iscos Emilia Romagna, Mirni Most
Titolo: Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio
Autore: Luca Leone
€ 14,00 – pag. 208
Con il patrocinio di Amnesty International sezione italiana, Cisl Emilia Romagna, Iscos Emilia Romagna, Mirni Most
L’Autore
Luca
Leone (Albano Laziale, 1970), giornalista professionista, saggista, romanziere
e blogger, è laureato in Scienze
politiche. È direttore editoriale e co-fondatore della casa editrice Infinito
edizioni. Ha scritto per molte testate. Ha firmato una ventina di libri per più
editori; tra questi, per Infinito edizioni, ama ricordare: Srebrenica. I giorni della vergogna (2005);
Bosnia Express (2010);
Saluti da Sarajevo (2011); Mister sei miliardi (2012); Fare editoria (2013); I bastardi di Sarajevo (2014); Srebrenica. La giustizia negata (con
Riccardo Noury, 2015); Eden. Il paradiso
può uccidere (2016); Vai Razzo,
veloce e feroce (2016, con Giuliano Razzoli).