martedì 10 gennaio 2017

Un piccolo Paese nel cuore dell’Africa: “Burundi, la terra del dolore e del silenzio”

“Quando dicevo a Jean-Marie che i giochi di potere non hanno un luo­go o un tempo storico, ma sono sempre esistiti, lui mi rispondeva che la differenza è che, ancora in molti posti del mondo compreso il Burundi, ci sono massacri e uccisioni di persone innocenti.
Il sogno di Jean-Marie e di tanti burundesi si è realizzato?
La democrazia non deve essere solo raggiunta politicamente, ma difesa e mantenuta ogni giorno nelle coscienze di tutti, ovunque nel mondo.
L’arrivo a Bujumbura dell’attuale presidente è stato quantomeno cu­rioso. Si racconta sia entrato dal nord, in bicicletta; comunque ha atteso pochissimo, purtroppo, ad agire in modo ‘poco democratico’. Ogni tanto qualche giornalista è imprigionato con motivazioni strane, a volte assurde. Alcune persone spariscono da un giorno all’altro e non se ne sa più niente. I posti di prestigio sono affidati quasi esclusivamente a parenti e amici.
In questi ultimi anni mi sono interrogata tante volte su quale fosse il mio compito o su quale ruolo potessi giocare in questa situazione. Ho cercato di raccontare un Paese africano alla mia gente, sperando con questo di rendere il Burundi e l’Africa meno lontani, meno esotici e incomprensibili, con la speranza che ciò potesse rendere più sensibili ai drammi e alle speranze di questo popolo”.
Burundi, la terra del dolore e del silenzio, di Maria Ollari, è una testimonianza dall’interno di un’infermiera italiana che conosce il Paese africano dalla fine degli anni Settanta e ne racconta la guerra, gli intrighi, il colpo di stato militare, i ripetuti massacri su base etnica fino ai più recenti avvenimenti.