Nella
notte tra sabato 20 e domenica 21 settembre mani ignote e abusive hanno eretto
nella località Zlatište una robusta e orribile croce fatta di tubi di metallo,
visibile fin dal centro di Sarajevo. Si tratta di un discutibile “regalo” fatto
alla cittadinanza della capitale da qualche gruppo estremistico serbo-bosniaco
con lo scopo evidente di alzare una croce di richiamo e di controllo su tutti i
serbi di Sarajevo tentati di votare per un partito diverso da quello estremista
serbo-bosniaco, che definire di estrema destra è probabilmente poco. Secondo
alcuni, la rozza croce avrebbe lo scopo di ricordare le migliaia di cittadini
bosniaci di nazionalità serba morti durante la guerra a Sarajevo. I
responsabili, naturalmente – come detto – anonimi di questo “capolavoro”, hanno
probabilmente dimenticato in modo intenzionale che una buona parte dei serbi di
Sarajevo morti durante l’interminabile assedio del 1992-1995 (oltre 1.400
giorni) sono stati ammazzati proprio dagli assedianti serbo-bosniaci e dai
paramilitari mandati e armati da Belgrado, la peggiore feccia dell’umanità.
Difficile
dire se questa pericolosa buffonata faccia parte della strategia del presidente
serbo-bosniaco Milorad Dodik per esasperare gli animi in campagna elettorale e
portare più rapidamente possibile la Repubblica serba di Bosnia verso la
secessione, o magari verso una nuova guerra, ma è un dato di fatto che nessuno
da Banja Luka abbia condannato l’episodio. Qualche solerte cittadino sarajevese,
intanto, ha provato a buttare giù la brutta croce, fallendo nel tentativo e
finendo identificato dalla polizia. Probabile ora l’inizio di un gioco al
rimbalzo delle responsabilità, il che ritarderà l’abbattimento di questa offesa
al buon gusto, alla civiltà e a ogni divinità. Probabilmente – ma potrebbe non
essere così, per carità – a Dio, se esiste, non importa nulla di una croce
tirata su da qualche idiota, ma importa molto di più la pace e la serena
coesistenza tra le genti. Per questo chi compie questi attacchi grotteschi non
è e non sarà mai un credente, ma solo un gorilla ammaestrato e pagato con poche
banane per gettare zizzania a beneficio di neanche troppo oscuri burattinai
senza vergogna. Magari ci penserà Dio stesso, stufo della stupidità umana, a
buttare giù quell’obbrobrio…
In
ogni caso, pare fatto apposta (ma giuro che non è così), ma tutto sembra
congiurare a favore de I BASTARDI DI SARAJEVO, il mio libro in uscita. Magari a
Banja Luka c’è qualcuno che mi ama e vuole fare pubblicità gratis al mio nuovo
libro… peccato solo che non lo abbia letto prima…