Con
oltre due mesi di ritardo sui tempi stabiliti, la Conferenza delle Regioni ha
finalmente nominato i propri rappresentanti nell’Organismo di coordinamento per
il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (previsto dalla Legge
81/2014, articolo 1 comma 2 bis). SI tratta degli assessori regionali alla
Salute di Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Sardegna e Toscana, che rappresenteranno
tutte le regioni italiane. Lo rende noto la campagna stopOPG in un comunicato, ricordando
che l’Organismo “ha il compito delicatissimo di esercitare funzioni di
monitoraggio e di coordinamento delle iniziative assunte per garantire il
completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari
e di relazionare al Parlamento”.
Le
associazioni italiane riunite nella campagna stopOPG sollecitano il ministero
della Salute a convocare immediatamente l’Organismo, che deve “agire subito,
perché vi sono ritardi e incongruenze nell’attuazione della nuova legge: dopo
una flessione iniziale risultano in aumento i ‘nuovi ingressi’ in Opg, mentre
molte regioni invece di ridurre al minimo indispensabile i posti nelle Rems (i ‘mini
Opg’) insistono per costruire queste neo strutture manicomiali, trascurando i
progetti terapeutico-riabilitativi individuali alternativi all’internamento. Si
profila così il rischio non solo di un’ulteriore inaccettabile proroga, ma di
uno stravolgimento della nuova legge: i vecchi Opg sarebbero sostituiti da
nuove strutture regionali di tipo manicomiale. Ancora una volta la custodia e
la segregazione delle persone al posto della cura e del reinserimento sociale”.
Per
questo, continua il comunicato, “stopOPG riprende la sua mobilitazione:
l’obbiettivo resta abolire le parti del codice penale che tengono in vita l’Opg
e quindi la logica manicomiale. E nel frattempo attuare questa buona legge, che
ha finalmente considerato l’Opg, come era il manicomio, luogo ‘inadatto’ alla
cura e ha fornito concrete opportunità per chiuderli”.
Dedicato
allo scandalo degli Opg italiani è lo splendido libro di Angelo Lallo, “MALA DIES”, che dovrebbe essere letto
in tutte le scuole italiane, se questo fosse un Paese che ancora conosce la
decenza.
Ricordiamo
e consigliamo, inoltre, il film doc di Francesco Cordio, “LO STATO DELLA FOLLIA”.