Il
governo ultranazionalista dell’entità amministrativa della Repubblica serba di
Bosnia, guidato dal presidente-tycoon
Milorad Dodik, ha proclamato per oggi, 5 agosto, una giornata di lutto in
memoria dei serbi di Bosnia e di Serbia sfollati e uccisi nella Krajina croata
durante la nota “Operazione Tempesta”, con la quale il governo di Zagabria,
attraverso una spaventosa pulizia etnica, si riappropriò di quel territorio di
confine sottrattogli nel 1992 con una prima pulizia etnica operata da parte
delle forze militari e paramilitari serbe, che crearono una regione autonoma
durata quasi quattro anni basata sul principio nazionalista del “laddove c’è un
serbo, lì è Serbia”. In realtà questa data era stata concordata lo scorso 26
giugno a Belgrado in occasione di un incontro tra il governo serbo e quello
dell’entità amministrativa bosniaca. Neppure una parola, come vuole il protocollo
dell’ipocrisia nazionalista, viene spesa per spiegare che tutto è cominciato
con la pulizia etnica ai danni della minoranza croata della Krajina nel 1992.