martedì 20 maggio 2014

Alluvioni in Bosnia, i numeri di una tragedia

Le alluvioni in Bosnia della scorsa settimana hanno coinvolto circa un milione di cittadini residenti nel nord e nell’est del Paese, pari a un quarto dei bosniaco-erzegovesi. Le conseguenze delle piogge torrenziali, le peggiori mai registrate sia in Bosnia che nella confinante Serbia, hanno avuto conseguenze tragiche sul Paese, già afflitto da una povertà endemica causata dagli orrori della guerra del 1992-1995.
Nella sola Bosnia le vittime causate dal maltempo sono decine (complessivamente, tra Bosnia e Serbia si parla di almeno 47 morti). Le cronache parlano di oltre duemila frane che creano disagi e difficoltà nei soccorsi. In alcune località l’acqua ha raggiungo i 15 metri d’altezza, ponti e strade sono stati spazzati via o danneggiati mentre si parla di centomila case inagibili, dodici villaggi completamente evacuati e decine di migliaia di persone evacuate, forse 50.000. Le autorità inoltre confermano che smottamenti, frane e fiumi di fango potrebbero aver messo in movimento le mine della guerra del 1992-1995 dormienti sotto un sottile strato di terreno, il che aumenta i pericoli per la popolazione civile, anche in prospettiva.
Le località maggiormente colpite in Bosnia sono Doboj, Maglaj, Brcko (il distretto produttivo e commerciale più importante del Paese), Olovo, Bijelijna, Kladanj, Srebrenica, Gradacac, Zvornik. Tutte zone spaventosamente provate dalla guerra del 1992-1995 e in grave crisi economica, con la sola eccezione del Distretto di Brcko.
La macchina dei soccorsi sta mettendosi in moto, sia attraverso le istituzioni sia attraverso l’iniziativa di molti privati, anche italiani. La raccomandazione è di donare ma anche sempre di verificare prima di farlo, per evitare che persone senza scrupoli possano approfittare dell’emergenza.