lunedì 19 maggio 2014

Bosnia e Serbia: vittime, devastazioni e mine vaganti a causa delle alluvioni

È di almeno venti vittime il bilancio delle drammatiche inondazioni che hanno colpito la Bosnia e la Serbia negli ultimi giorni. Il bilancio sarà più chiaro solo nei prossimi giorni poiché vi sarebbero anche dei dispersi. Alcune fonti parlano addirittura di cinquanta morti – trenta in Bosnia e venti in Serbia – ma in questo momento è molta la confusione sulle cifre e i problemi legati alla gestione dei soccorsi. Sono inoltre decine di migliaia gli sfollati in tutti e due i Paesi e le autorità sia serbe sia bosniache hanno lanciato un appello ai partner europei affinché inviino uomini e mezzi per partecipare alla messa in sicurezza degli argini e all’assistenza alle tante persone che hanno perduto tutto. Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ha dichiarato che l’Italia ha già risposto alle richieste di aiuto di Sarajevo e di Belgrado e che il nostro Paese ha stanziato 300.000 euro di aiuti – 200.000 per la Serbia e 100.000 per la Bosnia – con trasferimenti in corso alla Croce rossa e alla Mezza luna rossa dei due Paesi.
Nei prossimi giorni potrà essere più chiaro sia il computo delle vittime che quello dei danni. In ampie zone dei due Paesi le colture agricole sono state completamente distrutte dai fiumi che hanno rotto gli argini, il bestiame è affogato e le aziende attive hanno subìto allagamenti con danni complessivi per milioni e milioni di euro, per non parlare delle case allagate e delle strade e altre infrastrutture danneggiate. A questo, in Bosnia si aggiunge un nuovo rischio mine, poiché le piogge torrenziali hanno inevitabilmente provocato, a causa degli ingenti movimenti di superfici fangose, lo spostamento delle mine anti-persona, ancora sparpagliate in centinaia di migliaia di pezzi sul territorio bosniaco martoriato dalla guerra del 1992-1995. La situazione in Bosnia rischia di diventare perciò particolarmente pericolosa per la popolazione civile di alcune zone, una volta che l’acqua si sarà ritirata e il fango si sarà asciugato, anche perché gli stanziamenti di fondi per lo sminamento del territorio bosniaco sono fermi o, nella migliore delle ipotesi, al limite da anni.
Ricordiamo che Bosnia e Serbia hanno subìto negli ultimi giorni la peggior alluvione della loro storia o, per lo meno, degli ultimi 120 anni, essendo partiti solo alla fine dell’Ottocento i rilevamenti sulle precipitazioni atmosferiche.