martedì 30 settembre 2014
In stampa oggi "I bastardi di Sarajevo"
Pubblico con piacere la copertina completa de I BASTARDI DI SARAJEVO nel momento in cui tutti gli impianti del mio nuovo libro stanno andando in stampa. Comincia una nuova avventura: splendido!
lunedì 29 settembre 2014
Cambogia, che cosa ci ha insegnato l’incontro di sabato 27 a Formigine con Marco Scarpati?
Sabato 27 settembre, grazie alla squisita ospitalità dei Magazzini San
Pietro di Formigine, si è svolto un bell’incontro sulla Cambogia con Marco
Scarpati, avvocato, presidente di Ecpat Italia e da decenni notissimo attivista
per i diritti umani; Luigi Ottani, eccellente fotografo e padrone di casa; Pier
Luigi Senatore, bravissimo giornalista e voce storica di “Radio Bruno”. A loro
si è poi aggiunto Giorgio Amadessi, storico patron di RockNoWar e compagno di “scorribande”
nel nome dei diritti umani del trio Scarpati-Senatore-Ottani.
L’incontro è stato molto piacevole e sono stati naturalmente toccati
temi importanti e “tosti”. Da quest’incontro abbiamo imparato che:
1. È ancora pieno di italiani che vanno a fare
sesso a pagamento con le bambine e i bambini in Cambogia, il che vuol dire che
siamo ancora lontani dall’avere una qualche minima certezza che questi
autentici mostri finiscano in galera;
Bosnia, la procura del Tpi chiede ergastolo per Karadžić
Venerdì 26 settembre la procura del Tribunale penale internazionale per
i crimini di guerra nella ex Jugoslavia (Tpi) ha chiesto l’ergastolo per
Radovan Karadžić, l’ex presidente dell’auto-proclamata Repubblica serba di
Bosnia (Rs), responsabile della morte di almeno centomila persone nel conflitto
del 1992-1995 e di oltre diecimila in occasione del genocidio di Srebrenica
(11-19 luglio 1995). La richiesta dell’ergastolo va messa in relazione proprio
con il genocidio di Srebrenica.
“Il carcere a vita è la sola pena adeguata”, ha dichiarato l’ufficio
del procuratore.
Questa è ovviamente una “non-notizia”, nel senso che giornalisticamente
avrebbe fatto più clamore una diversa richiesta da parte della procura ed
eventualmente lo farebbe una condanna di diverso tenore da parte del Tpi. La
parola passerà ora ai giudici del Tpi. Fermo restando che, in caso di condanna
all’ergastolo, questa sarebbe in primo grado e la storia delle sentenze del Tpi
ci ha purtroppo insegnato che le condanne di secondo grado sono sempre più
blande e che, in ogni caso, la permanenza in carcere dei criminali per l’intera
durata della pena non è certa, come è stato nel caso del clamoroso rilascio del
successore di Karadžić alla presidenza della Rs, la biologa Bilijana Plavsić.
sabato 27 settembre 2014
"I bastardi di Sarajevo", una riflessione e molto più del grande traduttore Silvio Ziliotto
Mi è arrivata pochi minuti fa l'introduzione a I BASTARDI DI SARAJEVO, l'ultimo contributo esterno al mio nuovo libro, in uscita a ottobre. L'introduzione è a firma di Silvio Ziliotto, grande traduttore e interprete dal serbo-croato-bosniaco all'italiano, dall'inizio degli anni Novanta e fino a oggi sul campo in Bosnia e nei Balcani, oltre che direttore di Ipsia Milano.
Nelle sue due pagine di introduzione al libro, puntuali, schiette, profonde, a rispecchiare completamente l'incredibile e splendido personaggio che Silvio è, mi hanno fatto venire qualche brivido di emozione in più queste righe:
"La scrittura acre e tosta di Leone manda di morte e polvere da sparo e ci indirizza verso un’Ade balcanica senza ritorno e senza via d’uscita, ove la cartolina ridente della Bosnia Erzegovina e della pittoresca Sarajevo si scolora, accartoccia, annerisce, come buttata nelle braci ardenti del camino della Storia recente, per poi divenire velina nera e negativo evanescente che scompare in cenere".
Perfetto: questo è - anche e non solo - I BASTARDI DI SARAJEVO. Silvio Ziliotto ha colto perfettamente nel segno, come in tutto il resto del suo testo, che conservo qui accanto a me e che lunedì sarà impaginato nel libro, e quindi inviato alle stampe.
In un passaggio successivo, Ziliotto poi aggiunge:
"In un linguaggio spinto, a volte estremo, da spaghetti western re-revisited, e nel racconto serrato emergono, quasi un ossimoro, l’amore e l’interesse dell’Autore per questa terra e la rabbia di chi non si rassegna a tutto quello che accade e lo denuncia: attraverso lo strumento della finzione (ma si tratta di finzione!??) letteraria infatti emergono il talento e la grinta di Leone, il suo mestiere di cronista che tanto ha dato in Srebrenica.I giorni della vergogna, il suo desiderio di raccontare per denunciare ma anche educare".
Anche qui, centro assoluto: chi leggerà I BASTARDI DI SARAJEVO dimentichi i libri precedenti, il linguaggio del reportage o della denuncia. Qui il linguaggio è duro, a volte al limite dell'accettabile per orecchie troppo mielose. Le parole spesso sono parolacce e quando questo non accade i dialoghi ti finiscono addosso come valanghe di pietra e fango. Ho voluto fare un libro cattivo perché vent'anni di Balcani e quarantaquattro d'Italia mi hanno incattivito, indispettito, offeso, ma anche insegnato, irrobustito, reso più determinato e umano. In poche parole, in questo libro, che apparentemente è di finzione, c'è solo vita vera, vissuta, maleodorante, reale, stupendamente e sorprendentemente reale, e in quanto tale tostissima. Perché alle persone reali e normali, la vita non regale niente. Bravissimo Silvio ad aver capito e spiegato tutto questo.
Ricordo che la splendida prefazione al libro è di Riccardo Noury e l'altrettanto bella e profonda postfazione è della sarajevese Eldina Pleho. Sarà mia cura, nelle prossime settimane, farvi leggere in anteprima tutti e tre i testi, per farvi meglio comprendere che cosa esattamente sia il progetto I BASTARDI DI SARAJEVO.
Nelle sue due pagine di introduzione al libro, puntuali, schiette, profonde, a rispecchiare completamente l'incredibile e splendido personaggio che Silvio è, mi hanno fatto venire qualche brivido di emozione in più queste righe:
"La scrittura acre e tosta di Leone manda di morte e polvere da sparo e ci indirizza verso un’Ade balcanica senza ritorno e senza via d’uscita, ove la cartolina ridente della Bosnia Erzegovina e della pittoresca Sarajevo si scolora, accartoccia, annerisce, come buttata nelle braci ardenti del camino della Storia recente, per poi divenire velina nera e negativo evanescente che scompare in cenere".
Perfetto: questo è - anche e non solo - I BASTARDI DI SARAJEVO. Silvio Ziliotto ha colto perfettamente nel segno, come in tutto il resto del suo testo, che conservo qui accanto a me e che lunedì sarà impaginato nel libro, e quindi inviato alle stampe.
In un passaggio successivo, Ziliotto poi aggiunge:
"In un linguaggio spinto, a volte estremo, da spaghetti western re-revisited, e nel racconto serrato emergono, quasi un ossimoro, l’amore e l’interesse dell’Autore per questa terra e la rabbia di chi non si rassegna a tutto quello che accade e lo denuncia: attraverso lo strumento della finzione (ma si tratta di finzione!??) letteraria infatti emergono il talento e la grinta di Leone, il suo mestiere di cronista che tanto ha dato in Srebrenica.I giorni della vergogna, il suo desiderio di raccontare per denunciare ma anche educare".
Anche qui, centro assoluto: chi leggerà I BASTARDI DI SARAJEVO dimentichi i libri precedenti, il linguaggio del reportage o della denuncia. Qui il linguaggio è duro, a volte al limite dell'accettabile per orecchie troppo mielose. Le parole spesso sono parolacce e quando questo non accade i dialoghi ti finiscono addosso come valanghe di pietra e fango. Ho voluto fare un libro cattivo perché vent'anni di Balcani e quarantaquattro d'Italia mi hanno incattivito, indispettito, offeso, ma anche insegnato, irrobustito, reso più determinato e umano. In poche parole, in questo libro, che apparentemente è di finzione, c'è solo vita vera, vissuta, maleodorante, reale, stupendamente e sorprendentemente reale, e in quanto tale tostissima. Perché alle persone reali e normali, la vita non regale niente. Bravissimo Silvio ad aver capito e spiegato tutto questo.
Ricordo che la splendida prefazione al libro è di Riccardo Noury e l'altrettanto bella e profonda postfazione è della sarajevese Eldina Pleho. Sarà mia cura, nelle prossime settimane, farvi leggere in anteprima tutti e tre i testi, per farvi meglio comprendere che cosa esattamente sia il progetto I BASTARDI DI SARAJEVO.
venerdì 26 settembre 2014
Le prime presentazioni de "I bastardi di Sarajevo"
Con piacere, comunico le prime presentazioni de I BASTARDI DI SARAJEVO, alcune delle quali in definizione nei dettagli:
Ottobre 2014:
Ottobre 2014:
- sabato
25 ottobre, MILANO, Libreria
Paoline, Via Francesco Albani 21 (fermata Metro Lotto Fiera), ore 18,00;
interviene Silvio Ziliotto, presidente di Ipsia Milano;
Novembre:
-
domenica 9 novembre, CHIARI (BS),
Fiera della Microeditoria, Villa Mazzotti, ore 17,30; modera Alessandro Dotti;
-
venerdì 28 novembre, CUPRA MARITTIMA
(AP), sala consiliare del Comune di Cupra Marittima, piazza Libertà 11, ore
21,00; modera e organizza Lucilio Santoni;
- sabato
29 novembre, ANCONA, orario e luogo
in definizione; organizza Amnesty International Ancona, modera Paolo Pignocchi;
-
domenica 30 novembre, GIULIANOVA, Circolo
culturale Il nome della rosa, via
Gramsci 46/a; modera Domenico Spina; organizza Il nome della rosa; ore 17,00.
Dicembre 2014:
- mercoledì
3 dicembre, ROMA, Libreria Arcadia,
ore18,00; interviene Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- data
da destinarsi, tra 4 e 8 dicembre, ROMA,
Piùlibri piùliberi, Palazzo dei Congressi, Roma Eur, Piazza John Fitzgerald Kennedy 1, sala da
definire, primo piano, ora da definire; interviene Riccardo Noury, portavoce di
Amnesty International Italia;
-
martedì 9 dicembre, Albano Laziale (RM),
luogo in definizione, ore 17,30; organizza l’Associazione 8
Marzo; modera Ada Scalchi.
Altre date sono in fase di organizzazione, alcune sono già organizzate tra marzo e luglio del 2015, ma le comunicherò con piacere più avanti.
Qualora foste interessati, per
proporre presentazioni e incontri:
direzione.editoriale@infinitoedizioni.it
info@infinitoedizioni.it
Facebook: Luca Leone
info@infinitoedizioni.it
Facebook: Luca Leone
Seguitemi
su:
lucaleone.blogspot.com
Tacebook: Luca Leone
Twitter: @LeoneBiH
giovedì 25 settembre 2014
Opg: nominato finalmente l’Organismo di coordinamento per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, ma…
Con
oltre due mesi di ritardo sui tempi stabiliti, la Conferenza delle Regioni ha
finalmente nominato i propri rappresentanti nell’Organismo di coordinamento per
il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (previsto dalla Legge
81/2014, articolo 1 comma 2 bis). SI tratta degli assessori regionali alla
Salute di Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Sardegna e Toscana, che rappresenteranno
tutte le regioni italiane. Lo rende noto la campagna stopOPG in un comunicato, ricordando
che l’Organismo “ha il compito delicatissimo di esercitare funzioni di
monitoraggio e di coordinamento delle iniziative assunte per garantire il
completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari
e di relazionare al Parlamento”.
mercoledì 24 settembre 2014
Bosnia, la campagna elettorale porta “in dono" a Sarajevo una gigantesca croce abusiva
Nella
notte tra sabato 20 e domenica 21 settembre mani ignote e abusive hanno eretto
nella località Zlatište una robusta e orribile croce fatta di tubi di metallo,
visibile fin dal centro di Sarajevo. Si tratta di un discutibile “regalo” fatto
alla cittadinanza della capitale da qualche gruppo estremistico serbo-bosniaco
con lo scopo evidente di alzare una croce di richiamo e di controllo su tutti i
serbi di Sarajevo tentati di votare per un partito diverso da quello estremista
serbo-bosniaco, che definire di estrema destra è probabilmente poco. Secondo
alcuni, la rozza croce avrebbe lo scopo di ricordare le migliaia di cittadini
bosniaci di nazionalità serba morti durante la guerra a Sarajevo. I
responsabili, naturalmente – come detto – anonimi di questo “capolavoro”, hanno
probabilmente dimenticato in modo intenzionale che una buona parte dei serbi di
Sarajevo morti durante l’interminabile assedio del 1992-1995 (oltre 1.400
giorni) sono stati ammazzati proprio dagli assedianti serbo-bosniaci e dai
paramilitari mandati e armati da Belgrado, la peggiore feccia dell’umanità.
Difficile
dire se questa pericolosa buffonata faccia parte della strategia del presidente
serbo-bosniaco Milorad Dodik per esasperare gli animi in campagna elettorale e
portare più rapidamente possibile la Repubblica serba di Bosnia verso la
secessione, o magari verso una nuova guerra, ma è un dato di fatto che nessuno
da Banja Luka abbia condannato l’episodio. Qualche solerte cittadino sarajevese,
intanto, ha provato a buttare giù la brutta croce, fallendo nel tentativo e
finendo identificato dalla polizia. Probabile ora l’inizio di un gioco al
rimbalzo delle responsabilità, il che ritarderà l’abbattimento di questa offesa
al buon gusto, alla civiltà e a ogni divinità. Probabilmente – ma potrebbe non
essere così, per carità – a Dio, se esiste, non importa nulla di una croce
tirata su da qualche idiota, ma importa molto di più la pace e la serena
coesistenza tra le genti. Per questo chi compie questi attacchi grotteschi non
è e non sarà mai un credente, ma solo un gorilla ammaestrato e pagato con poche
banane per gettare zizzania a beneficio di neanche troppo oscuri burattinai
senza vergogna. Magari ci penserà Dio stesso, stufo della stupidità umana, a
buttare giù quell’obbrobrio…
In
ogni caso, pare fatto apposta (ma giuro che non è così), ma tutto sembra
congiurare a favore de I BASTARDI DI SARAJEVO, il mio libro in uscita. Magari a
Banja Luka c’è qualcuno che mi ama e vuole fare pubblicità gratis al mio nuovo
libro… peccato solo che non lo abbia letto prima…
sabato 20 settembre 2014
Srebrenica, due ex poliziotti serbo-bosniaci – uno di Bratunac – accusati di genocidio
La
Procura bosniaca ha formalizzato ieri l’accusa di genocidio a due ex poliziotti
serbo-bosniaci che nel 1992-1995 hanno partecipato alla guerra di Bosnia dalla
parte dei genocidi serbi guidati dal generale Ratko Mladić. Si tratta di
Miodrag Josipović, 55 anni, ex capo della polizia di Bratunac, e lì residente, e di Branimir
Tesić, 59 anni, suo vice, residente in Serbia. Secondo la Procura, i due avrebbero partecipato alle
retate ai danni di civili musulmani bosniaci durante le fasi del genocidio
(11-19 luglio 1995), alla loro tortura, all’uccisione e all’inumazione delle
vittime in fosse comuni.
In
passato, sia nei miei libri che durante incontri pubblici, ho avuto modo più
volte di spiegare che Bratunac è stato uno dei buchi neri dell’orrore in Bosnia
Erzegovina e ancora oggi è un luogo carico di odio, livore ed estremismo
serbo-bosniaco. Di più, ho raccontato di musulmani bosniaci letteralmente rapiti,
anche in anni recenti, anche dalla polizia di Bratunac, portati in caserma, legati a
una sedia e picchiati. E ho raccontato la vicenda di Fata Orlović, capace di aprire gli occhi anche ai più ottusi difensori dell'estremismo serbo e serbo-bosniaco. Le accuse della Procura confermano una volta di più
quanto mi era stato raccontato da fonti attendibili e quanto avevo denunciato
con il mio lavoro. A Bratunac, in ogni caso, c’è ancora tanta pulizia da fare e
lì si nascondono ancora tanti responsabili del genocidio di Srebrenica. Magari anche per questo la politica serbo-bosniaca sta spingendo con tanta forza verso la secessione della Repubblica serba di Bosnia dalla Bosnia Erzegovina. Ci sono evidentemente ancora parecchi scheletri nell'armadio da nascondere.
Per
capire le dinamiche della corruzione nella polizia e nella politica
bosniaca-erzegovese e per comprendere come funzionino realmente le cose sul
campo, vi consiglio, oltre ai miei vecchi lavori, il nuovissimo I BASTARDI DI SARAJEVO, in uscita a metà ottobre.
A Padova nasce "Prime pagine", giornale online e laboratori per le scuole
Ricevo da Francesca Boccaletto e, con piacere, diffondo.
PRIME PAGINE
Un giornale online e laboratori per le scuole: al via
il progetto di due giornaliste padovane
(Padova,
settembre 2014) – Il magazine dei
ragazzi, un giornale pensato per i più piccoli, online dal 22 settembre 2014. Prime
Pagine è un progetto nato da un’idea di Francesca Boccaletto ed Erika
Saggiorato, due giornaliste padovane impegnate nel campo dell’(in)formazione e
della buona comunicazione.
venerdì 19 settembre 2014
A Milano il 25 ottobre la "prima" de "I bastardi di Sarajevo"
La "prima" pubblica de I BASTARDI DI SARAJEVO si terrà a Milano il prossimo 25 ottobre, sabato, alle 18,00, presso la Libreria Paoline di via Francesco Albani, 21, fermata metro "Lotto Fiera". Alla presentazione parteciperà in qualità di moderatore Silvio Ziliotto, grande traduttore dal serbo-bosniaco all'italiano, eccellente conoscitore dei Balcani e presidente di Ipsia Milano, oltre che sincero amico.
Altre sette presentazioni del libro tra Lombardia, Lazio, Marche e Abruzzo sono al momento pronte e definite. Altre due sono in fase di definizione. Altre ancora sono entrate nella prima fase che segue la proposta e potrebbero portare ad altri incontri pubblici. A breve pubblicherò - e lo stesso farà la casa editrice - le date ufficiali (con ospiti e organizzatori) sul mio blog e sulle mie pagine social. Spero che gli amici di Milano saranno presenti alla "prima", e poi tutti gli altri man mano che I BASTARDI DI SARAJEVO si sposterà lungo la Penisola.
Vi aspetto, come sempre, e con sempre più cose da raccontare e confrontare!
Altre sette presentazioni del libro tra Lombardia, Lazio, Marche e Abruzzo sono al momento pronte e definite. Altre due sono in fase di definizione. Altre ancora sono entrate nella prima fase che segue la proposta e potrebbero portare ad altri incontri pubblici. A breve pubblicherò - e lo stesso farà la casa editrice - le date ufficiali (con ospiti e organizzatori) sul mio blog e sulle mie pagine social. Spero che gli amici di Milano saranno presenti alla "prima", e poi tutti gli altri man mano che I BASTARDI DI SARAJEVO si sposterà lungo la Penisola.
Vi aspetto, come sempre, e con sempre più cose da raccontare e confrontare!
giovedì 18 settembre 2014
Eldina Pleho firma la postfazione de "I bastardi di Sarajevo"
Cari Amici,
la giornalista sarajevese e Auditor dell'Audit Office della Bosnia Erzegovina ha accettato di firmare la postfazione de I BASTARDI DI SARAJEVO e ha già letto il libro e inviato il testo.
A questo punto, la copertina cambia di nuovo e la versione finale e definitiva è quella che pubblico qui.
Nelle prossime settimane pubblicherò su queste pagine la prefazione di Riccardo Noury, l'introduzione di Silvio Ziliotto e la postfazione di Eldina Pleho come omaggio ai lettori di questo blog, agli amici di Facebook e ai followers di Twitter.
la giornalista sarajevese e Auditor dell'Audit Office della Bosnia Erzegovina ha accettato di firmare la postfazione de I BASTARDI DI SARAJEVO e ha già letto il libro e inviato il testo.
A questo punto, la copertina cambia di nuovo e la versione finale e definitiva è quella che pubblico qui.
Nelle prossime settimane pubblicherò su queste pagine la prefazione di Riccardo Noury, l'introduzione di Silvio Ziliotto e la postfazione di Eldina Pleho come omaggio ai lettori di questo blog, agli amici di Facebook e ai followers di Twitter.
mercoledì 17 settembre 2014
Bosnia, la campagna elettorale parte con la “guerra del gas” russo
La
campagna elettorale bosniaca – che s’annuncia piuttosto elettrica e cattiva – per
il voto (parlamenti e presidenti della presidenza Tripartita) del prossimo 12
ottobre 2014 è partita formalmente la scorsa settimana. Solo la faccia tosta
dei politici bosniaci ha potuto far sì che si ricominciasse a fare promesse a
vanvera, quando le statistiche dicono che sono state mantenute forse neanche il
3 per cento della promesse fatte nella precedente tornata di voto nazionale e
il Paese sta ancora lottando contro il fango e i danni enormi delle alluvioni
di maggio e di settembre.
Come
in un copione che sembra già scritto, non poteva che essere il presidente della
Repubblica serba di Bosnia (Rs), una delle due entità in cui la Bosnia
Erzegovina è stata malauguratamente suddivisa dagli Accordi di Dayton, ovvero
il nazionalista populista e amico di Vladimir Putin, il miliardario Milorad
Dodik, a mettere a segno il primo colpo. Un colpo sotto la cintura e, naturalmente,
all’insegna dello sfaldamento del Paese e della da lui sempre auspicata
secessione.
venerdì 12 settembre 2014
In prevendita da oggi con sconto e autografo "I bastardi di Sarajevo"
da oggi è online sul sito della casa editrice Infinito edizioni l'anteprima del mio nuovo libro I BASTARDI DI SARAJEVO.
Il libro sarà nelle librerie da metà ottobre circa. Nel frattempo, è acquistabile, fino al 15 ottobre, in anteprima con uno sconto del 20% e l'autografo per coloro che lo vorranno prenotare. Le consegne, tramite corriere espresso, saranno effettuate a partire circa dal 15 ottobre.
Per tutti coloro che indicheranno all'atto dell'acquisto online la parola chiave BLOG LUCA, sarà inviato in omaggio un altro libro della casa editrice, a scelta dell'editore. Questo premio è previsto per i primi 50 pre-acquisti.
L'anteprima del libro è disponibile nella sezione In pubblicazione del sito della casa editrice oppure facendo semplicemente clik qui.
A breve pubblicherò, tra la prossima settimana e il 15 ottobre, alcuni contenuti omaggio per i lettori del blog, della mia pagina facebook e di twitter, nella speranza che gradirete.
Buon fine settimana e grazie per la vostra sempre paziente e partecipativa attenzione!
lunedì 8 settembre 2014
Dedicato (amaramente) a chi vuole vincere un grande premio letterario italiano
Questo
post è dedicato a tutti gli autori – e aspiranti autori – che in buona fede
stressano i loro editori con domande di questo tenore:
“Perché
non hai iscritto il mio libro al premio letterario Tal de’ Tali”?
“Perché
non credi abbastanza in me e nel mio lavoro e non mi iscrivi a qualche premio,
così lo vinciamo”?
“Perché,
per colpa tua, non ho vinto premi letterari”?
Eccetera
eccetera eccetera…
In
dieci anni di – mi permetto di dire – onorata carriera da editore, diversi
autori mi hanno accusato di remare contro le loro prospettive di carriera non
avendoli iscritti a premi anche importanti.
venerdì 5 settembre 2014
“I bastardi di Sarajevo”: prefazione, introduzione e…
La
prossima settimana “I bastardi di Sarajevo” sarà messo in prevendita a prezzo
scontato sul sito della casa editrice Infinito edizioni
(www.infinitoedizioni.it, @infinitoed ), in attesa che, intorno a metà ottobre, il libro
cominci a essere disponibile in libreria e, poco dopo, in formato e-book (epub
e mobi).
Intanto
oggi un amico mi ha entusiasticamente confermato la sua disponibilità a firmare
l’introduzione al libro, aggiungendosi a un altro amico, che ha già, con non
meno entusiasmo, firmato la prefazione.
I
nomi non sono e non devono essere un segreto. La prefazione è a firma di
Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International, grande
appassionato di Bosnia Erzegovina e da anni amico vero ma sempre critico
(proprio per questo amico vero). Con cui, tra l’altro, il prossimo anno
realizzeremo qualcosa di molto importante, di cui vi parlerò tra qualche mese. L’introduzione
è a firma di Silvio Ziliotto, presidente di Ipsia Milano, tra i più grandi
traduttori dal serbo-croato in Italia insieme al grande Silvio Ferrari, oltre
che amico sincero di lunghe e sempre istruttive chiacchierate. Anche di Silvio
avremo modo di parlare lungamente, nel 2015.
Uno
dei due testi, tra prefazione e introduzione, sarà regalato online dalla casa
editrice Infinito edizioni nella scheda che la prossima settimana pubblicheremo
sul sito Web. Il secondo ve lo regalerò io successivamente, così potrete avere
ben chiaro, grazie a voci indipendenti e vere, di che cosa si tratti quando si
parla de “I bastardi di Sarajevo”.
Lunedì
comincerò l’ultima lettura del libro, che mi è appena stato riconsegnato dalle
due editor che lo hanno letto.
Insomma,
ci siamo. A fine settembre si va in stampa e, siccome voglio giocare come piace
a me, ovvero a carte scoperte, vi comunicherò in anteprima anche qualcosa che
nessun autore conosce mai e nessun editore dice mai, ovvero i numeri della
prenotazione in libreria del volume, che sarà la strenna di Natale 2014 della
Infinito edizioni.
Buon
fine settimana a tutti.
giovedì 4 settembre 2014
Rivoluzione a scuola: e se il governo Renzi si fosse liberamente ispirato a un nostro libro?
Settembre,
andiamo. È tempo di migrare? No. È tempo di tornare tra i banchi
di scuola. Mentre alunni, maestri e professori stanno spolverando zaini,
astucci e registri, in Italia ci si prepara a una vera e propria RIVOLUZIONE.
Ecco alcuni punti
interessanti per ridare nuova linfa al nostro sistema scolastico:
1. Risoluzione del
problema delle supplenze e del reclutamento insegnanti. Abolizione degli afosi
reclutamenti docenti, chiusi d’estate in capannoni stile fattoria – il famoso
effetto stalla – arruolati come soldati che aspettano di essere salvati dalla
pena della disoccupazione.
2. Più meritocrazia. Su
tutti i livelli.
3. Presidi più
all’avanguardia nella gestione di risorse e personale.
4. Ristrutturazione degli
ambienti scolastici, per renderli più sicuri e soprattutto più vivibili.
5. Scuola-sport: attività
fisica in strutture apposite (e si auspica in orari extra-curriculari).
mercoledì 3 settembre 2014
“I bastardi di Sarajevo”, qualche info in più
“I
bastardi di Sarajevo” nasce, come idea da sviluppare, all’inizio del 2012, poco
più di un anno dopo la pubblicazione del mio fortunatissimo libro “Bosnia
express”.
La
mia domanda era: posso riuscire a rappresentare la complessità della situazione
bosniaco-erzegovese, e al contempo di quella italiana, decisamente connessa,
ricorrendo a un mezzo espressivo diverso rispetto al reportage o al saggio,
quindi sulla carta più decisamente abbordabile per un pubblico anche non
particolarmente addentro le vicende belliche e post-belliche balcaniche?
La
risposta a questa domanda m’è arrivata nel 2013, dialogando con un importante intellettuale
bosniaco. Non sono state le cose che quell’uomo diceva a far scattare in me la
scintilla, ma il modo in cui le diceva. Pochi giorni dopo nasceva nella mia
testa il terz’ultimo capitolo del libro che forse leggerete, se ne avrete la
voglia e la pazienza. E da allora, mentre mi cimentavo con le presentazioni di “Mister
sei miliardi” e con la redazione di “Fare editoria”, poco a poco è cresciuto sempre
più dentro di me il desiderio di scrivere questo romanzo. Ma non un romanzo
qualsiasi.
La
mia sfida, infatti, era molto più complessa. Io volevo scrivere un romanzo che,
nel suo svolgimento, fosse rappresentabile e leggibile come un film. Volevo un
romanzo in cui non vi fosse una voce narrante, perché la voce narrante
semplifica troppo le cose per chi scrive, ed è uno strumento abusato da tutti.
Non volevo didascalie. E volevo raccontare in presa diretta, testimoni e
documenti alla mano, il sangue, la carne, il sesso, la vita, la morte di un
popolo, anzi due, anzi ancora di più. Da questa mia esigenza personale è nato
uno studio e poi un lavoro che ha dato luogo a un romanzo corale, che il mio
amico Riccardo Noury non sbaglia a definire noir,
seppur sui generis, che racconta la
Bosnia Erzegovina come credo raramente sia stato fatto prima d’ora.
Ai
lettori, se lo vorranno, l’ardua sentenza.
Prossimamente
pubblicherò qualche altro appunto personale sul libro, spiegando magari anche
la genesi e il significato del titolo, sul quale spero più di qualcuno vorrà
interrogarsi nei mesi a venire.
Il
libro sarà disponibile nelle librerie dalla metà di ottobre circa.
A
presto.
lunedì 1 settembre 2014
E ora c’è chi vuole trasformare la Bosnia in uno Stato confessionale…
La notizia giunta dalla Bosnia Erzegovina nel fine
settimana merita una segnalazione: l’ex reis-ul-ulema
e attuale presidente del Congresso mondiale dei bosniaci, Mustafa Cerić, si è
formalmente candidato a conquistare il seggio dedicato ai bosniaci musulmani nella
complicata e immobile presidenza tripartita bosniaco-erzegovese voluta dagli
accordi-Frankenstein di Dayton. Per ottenere questo scopo, Cerić, classe 1952,
dovrà confrontarsi quasi certamente, tra gli altri, col presidente musulmano bosniaco
uscente, il deludente, scialbo e discusso Bakir Izetbegović, nazionalista della
Sda e figlio del cosiddetto padre della patria Alija, e con l’interessante Emir
Suljagić, esponente del Fronte democratico, partito di recentissima formazione,
e soprattutto fondatore e coordinatore della coalizione “Primo marzo”, in cui
sono confluite 44 organizzazioni civili il cui scopo è adoperarsi per la parità
dei diritti civili in tutta la Bosnia.
Cerić ha annunciato la sua decisione durante una
conferenza stampa organizzata nella nuovissima e bellissima biblioteca della
moschea dedicata a Gazi Husrev Bej, uno dei padri fondatori di Sarajevo. Per l’occasione,
l’appesantito ulema ha abbandonato il
tradizionale camice nero per passare a un completo occidentale con tanto di
cravatta, in linea con la sua nuova ambizione politica.
Iscriviti a:
Post (Atom)